Il neolaureato che non ha ancora mai lavorato può riscattare gli anni del corso di studi universitario per la pensione?
Non è mai troppo presto per riscattare gli anni di laurea, cioè per rendere il periodo del corso di studi universitario utile alla pensione, sia ai fini del diritto che ai fini della misura. Il riscatto laurea disoccupati [1] è possibile presso l’Inps anche se l’interessato non ha mai lavorato, quindi è, per meglio dire, inoccupato.
Ma chi non ha mai lavorato non ha un reddito- osserverete, giustamente- quindi come può pagare il costo del riscatto del corso di studi? Fortunatamente, anche i familiari che hanno a carico l’inoccupato possono pagare l’onere di riscatto, con il diritto a detrarre parte del costo dalle tasse. Attenzione: detrarre, non dedurre. A questo proposito, bisogna osservare che nella generalità dei casi l’onere del riscatto di laurea si deduce dal reddito imponibile ai fini fiscali, cioè si sottrae per intero dal reddito prodotto che deve essere sottoposto a tassazione.
Quando il riscatto, invece, è effettuato dal familiare che ha a carico una persona che non è stata mai iscritta all’Inps, quindi che non ha mai lavorato, è soltanto possibile detrarre il 19% del costo: questo 19%, però, diminuisce direttamente l’imposta, non si sottrae dal reddito. Ma procediamo con ordine.
Chi può usufruire del riscatto laurea disoccupati?
Possono beneficiare del riscatto della laurea, con le regole speciali per inoccupati [1] coloro che, al momento della domanda di riscatto del corso di studi universitario, non abbiano mai lavorato, neanche all’estero.
Gli interessati non devono inoltre possedere contributi previdenziali di alcun genere, accreditati prima della domanda di riscatto [2].
I disoccupati possono riscattare solo una parte del corso di studi universitario?
Come avviene nella generalità dei casi, anche per gli inoccupati è possibile chiedere il riscatto parziale, cioè solo di una parte del periodo del corso di studi universitario.
Tuttavia, se l’inoccupato che ha riscattato solo in parte il periodo di studi con la normativa speciale, in un secondo momento, trova lavoro e chiede il riscatto del periodo rimanente, può versare l’onere per gli anni non recuperati con le regole generali, valide per chi è già iscritto all’Inps.
Quanto costa il riscatto laurea disoccupati?
Come si può calcolare l’onere di riscatto per gli inoccupati, considerando che manca un imponibile previdenziale? Il calcolo viene fatto prendendo a riferimento, come imponibile previdenziale, il reddito minimale annuo presso la gestione Inps artigiani e commercianti, attualmente pari a 15.953 euro. All’imponibile si applica l’aliquota, cioè la percentuale a titolo di contribuzione, vigente presso il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti, pari al 33%.
Per chi fa domanda nel 2021, dunque, il riscatto costa 5.264,49 euro per ogni anno recuperato, cioè 15.953 x 33%. Questo è lo stesso onere che si deve versare per il cosiddetto riscatto agevolato, utilizzabile per i periodi del corso di studi universitari da valutare con sistema di calcolo contributivo, ma le due misure non devono essere confuse.
Per saperne di più, leggi: Riscatto agevolato della laurea.
Quanto vale il riscatto laurea disoccupati?
Il riscatto degli anni di laurea per i disoccupati vale pienamente per il diritto alla pensione, sia anticipata che di vecchiaia o di altra tipologia: in altre parole, gli anni riscattati contano allo stesso modo degli anni di lavoro.
Per quanto riguarda la misura del trattamento pensionistico, cioè l’ammontare della pensione, valgono tuttavia regole particolari.
Come noto, i periodi da riscattare sino al 31 dicembre 1995 si calcolano generalmente col sistema della riserva matematica ai fini dell’onere di riscatto e con sistema contributivo ai fini della pensione. I periodi sino al 31 dicembre 1995 riscattati dagli inoccupati, però, poiché sono valutati con uno speciale sistema di calcolo percentuale, non danno luogo, ai fini della pensione, al passaggio dal sistema contributivo a quello misto: in altri termini, quei periodi non danno luogo a una quota di pensione calcolata con sistema retributivo (basato sugli ultimi redditi), ma aumentano unicamente il montante contributivo, cioè la somma dei contributi accantonati, che vengono rivalutati annualmente e trasformati in assegno sulla base dell’età al momento del pensionamento.
In quale gestione sono accreditati i contributi del riscatto laurea disoccupati?
La contribuzione versata per il riscatto della laurea degli inoccupati viene accreditata presso il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti, ma in un’evidenza contabile separata.
Una volta che l’interessato viene iscritto presso una gestione previdenziale dell’Inps perché ha trovato lavoro, può chiedere di trasferire i contributi presso la gestione in cui è iscritto.
I contributi versati per il riscatto laurea disoccupati si possano scaricare dalle tasse?
I contributi versati per riscattare gli anni di laurea dagli inoccupati si deducono per intero dal reddito imponibile, se esistente, cioè diminuiscono il reddito da tassare. Nel caso in cui i contributi siano stati versati dal familiare che ha a carico l’inoccupato, il 19% di quanto pagato viene detratto dall’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) del familiare pagante.
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