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Pensione minima 2019

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Pensione da 780 euro al mese: che cos’è, come funziona, chi ne ha diritto, quali requisiti, come si richiede.

Una pensione minima per tutti, pari a 780 euro al mese, grazie al reddito di cittadinanza: la misura, della quale si è discusso parecchio negli ultimi mesi,  è stata attuata col cosiddetto pacchetto previdenza, un decreto-legge in materia di previdenza e assistenza recentemente approvato. Il reddito di cittadinanza, in pratica, non sarà soltanto una misura temporanea per i disoccupati e gli inoccupati, ma rappresenterà anche una sorta d’integrazione della pensione per chi possiede un trattamento basso.

I disoccupati, per ottenere il reddito di cittadinanza, devono impegnarsi, supportati dai centri per l’impiego (che saranno riformati) nella ricerca attiva di lavoro, nella frequenza di corsi di formazione e lavorare per 8 ore alla settimana a favore del Comune di residenza.

Gli stessi impegni e obblighi non sono previsti per gli over 67, che possono ottenere la pensione minima di cittadinanza.

Il reddito di cittadinanza, in pratica, diventa una pensione minima permanente per i pensionati che possiedono un trattamento basso e specifici requisiti di reddito e patrimoniali, familiari e personali.

L’integrazione al reddito spetta sia che si tratti di una prestazione previdenziale, come la pensione di vecchiaia o anticipata, sia che si tratti di una prestazione di assistenza, come l’assegno sociale. La pensione di cittadinanza, a seconda della situazione economica della famiglia, può dunque superare l’integrazione al trattamento minimo, che dal 2019 ammonta a 513,01 euro al mese, nonché le maggiorazioni sulla pensione, come la maggiorazione sociale e l’incremento al milione: la misura è permanente, finché sussistono i requisiti reddituali e patrimoniali, e non è condizionata all’impegno in percorsi di politica attiva del lavoro, in quanto riguarda persone non più in attività lavorativa.

In ogni caso, considerando che ad oggi la pensione minima, comprensiva di integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale e incremento al milione, può arrivare a circa 650 euro mensili, l’integrazione derivante dal reddito di cittadinanza non risulta abnorme.

Bisogna poi considerare che la pensione minima di cittadinanza non riguarda tutti i pensionati, in quanto si deve rispettare una soglia di reddito Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente, in pratica l’indice che misura la ricchezza delle famiglie) e non è possibile possedere un patrimonio mobiliare e immobiliare superiore a un determinato valore.

Ma procediamo per ordine e facciamo il punto sulla pensione minima 2019 che si ottiene grazie al reddito di cittadinanza.

Che cos’è la pensione minima di cittadinanza?

Grazie alla pensione minima di cittadinanza, ciascun cittadino con almeno 67 anni d’età può contare su un reddito minimo mensile. Nel dettaglio, la pensione minima di cittadinanza, in base a quanto emerge dal pacchetto previdenza, consiste in una prestazione economica che si riceve ogni mese, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono una pensione o un reddito sotto la soglia di povertà.

È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini della pensione e del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare che paga l’affitto o il mutuo, con un solo componente: in caso di nucleo con più componenti, il reddito è aumentato dello 0,4 per ogni componente maggiorenne e dello 0,2 per ogni componente minorenne, sino a un massimo di 2,1, quindi di 1.638 euro al mese.

Con riferimento al singolo componente, bisogna anche possedere una soglia di reddito personale non superiore ai 7.560 euro se il beneficiario ha dai 67 anni in su, quindi ha diritto non al reddito ma alla pensione di cittadinanza.

L’indicatore Isee della famiglia richiesto per il diritto al sussidio ammonta invece a 9.360 euro, e sono previsti ulteriori limiti, per il diritto alla prestazione, legati al patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il reddito e la pensione di cittadinanza saranno riconosciuti con una carta acquisti, una sorta di bancomat, che consentirà di pagare le utenze, di acquistare beni e di prelevare contanti sino a 100 euro al mese (il valore è da moltiplicare per la scala di equivalenza, per le famiglie con più componenti) .La pensione di cittadinanza è suddivisa in parti uguali tra i componenti del nucleo familiare.

A quanto ammonta la pensione minima di cittadinanza?

La pensione di cittadinanza ammonta sino a un massimo di 780 euro per ogni persona adulta e disoccupata senza alcun reddito; per chi ha un reddito sotto soglia, la pensione di cittadinanza integra gli importi percepiti sino ad arrivare a 780 euro al mese. Nello specifico, l’importo della pensione di cittadinanza è determinato da due quote:

  • la prima quota, a integrazione del reddito familiare, ammonta a una soglia massima pari a 7.560 euro annui, 630 euro al mese per il singolo componente; in presenza di più componenti si può arrivare a massimo 12.600 euro, cioè a 1.050 euro al mese;
  • la seconda quota, a integrazione del reddito familiare, è riconosciuta ai nuclei che pagano l’affitto dell’abitazione, ed è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto, sino a un massimo di 1.800 euro all’anno, 150 euro al mese;
  • la seconda quota è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui, nel caso di nuclei familiari residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato stipulato un contratto di mutuo da un componente della famiglia.

In ogni caso il beneficio economico:
• non può superare la soglia di 9.360 euro annui (780 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con un solo componente,
ridotta del valore del reddito familiare; la misura massima in caso di più componenti può arrivare a 19.656 euro all’anno (1.638 euro al mese , anche se nel concreto non si andrà sopra i 1.300 euro al mese circa);
• non può essere inferiore a 480 euro annui (40 euro al mese).

La pensione di cittadinanza viene però ridotta per chi è proprietario della prima casa e non paga l’affitto: la riduzione, in particolare, corrisponde al cosiddetto affitto imputato ed ammonta a circa 150 euro mensili per gli over 67. Chi paga l’affitto o il mutuo, come osservato, ha diritto a un incremento in misura corrispondente, entro il tetto di 780 euro al mese.

Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza non sono soggetti a tassazione.

Chi ha diritto alla pensione minima di cittadinanza?

Potranno chiedere la pensione di cittadinanza gli over 67 che percepiscono una pensione inferiore alla soglia di povertà, pari, come abbiamo osservato, a 780 euro mensili.

Ecco, nello specifico, quali sono i requisiti richiesti per ottenere la pensione di cittadinanza:

  • non essere detenuto o ricoverato in una struttura a carico dello Stato;
  • essere cittadino italiano;
  • in alternativa, essere cittadino dell’Unione Europea, o suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno europeo per soggiornanti di lungo periodo o apolide in possesso di analogo permesso o titolare di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria);
  • bisogna poi risiedere in Italia, in via continuativa, da almeno 10 anni al momento di presentazione della domanda;
  • bisogna percepire un reddito inferiore alla soglia di povertà, cioè sotto i 780 euro mensili; il requisito è da rapportare al parametro della scala di equivalenza, che dipende dai componenti del nucleo familiare;
  • bisogna possedere un Isee del nucleo familiare inferiore a 9.360 euro, da rapportare al parametro della scala di equivalenza;
  • bisogna possedere un valore del reddito familiare inferiore a 7.560 euro; l’importo è elevato sino a 9.360 euro per chi paga l’affitto ed è da adeguare col parametro della scala di equivalenza;
  • è possibile possedere, oltre all’abitazione principale, un secondo immobile, che non deve avere un valore superiore a 30mila euro;
  • è possibile possedere un patrimonio mobiliare familiare (conti, carte prepagate, titoli, libretti, partecipazioni…) non superiore a 6mila euro; la soglia è incrementata di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10 mila euro, incrementati di ulteriori mille euro per ogni figlio successivo al secondo; i massimali sono ulteriormente incrementati di 5mila euro per ogni componente con disabilità presente nel nucleo;
  • nessun componente della famiglia deve possedere autoveicoli immatricolati da meno di 6 mesi, o con cilindrata superiore a 1.600 cc e motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati nei 2 anni precedenti, navi o imbarcazioni da diporto; sono esclusi i veicoli per disabili.
  • Sarà dunque essere richiesta la dichiarazione Isee per beneficiare della pensione di cittadinanza.

Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto alla pensione minima di cittadinanza?

pensionati che lavorano hanno diritto all’integrazione alla pensione minima di 780 euro soltanto se il reddito di pensione e il reddito di lavoro, sommati assieme (e assieme ad altri eventuali redditi), risultano inferiori a 780 euro mensili, da rapportare al parametro della scala di equivalenza; inoltre devono possedere un Isee del nucleo familiare inferiore a 9.360 euro, da rapportare al parametro della scala di equivalenza, e un valore del reddito familiare inferiore a 7.560 euro; l’importo è elevato sino a 9.360 euro per chi paga l’affitto ed è da adeguare anch’esso col parametro della scala di equivalenza.

Quali pensionati hanno diritto alla pensione minima di cittadinanza?

Ad oggi, chi possiede una pensione bassa ha diritto all’integrazione al trattamento minimo, pari a 513,01 euro mensili  se possiede determinati requisiti di reddito personale e familiare. Inoltre, può aver diritto alla maggiorazione sociale della pensione e all’incremento al milione, sino ad arrivare a una pensione minima di circa 650 euro mensili.

Con l’entrata in vigore della pensione di cittadinanza, l’integrazione del reddito arriverà a 780 euro mensili, ma solo per chi possiede, oltre ai requisiti reddituali, anche quelli patrimoniali ed Isee relativi al nucleo familiare.

Chi riceve prestazioni di assistenza ha diritto alla pensione minima di cittadinanza?

Che cosa succede se il beneficiario della pensione di cittadinanza percepisce anche una pensione d’invalidità o un trattamento di assistenza? Il decreto prevede che, ai fini del diritto al reddito o alla pensione di cittadinanza, il reddito familiare:

  • è determinato al netto dei trattamenti di assistenza non più in godimento, eventualmente inclusi nell’Isee;
  • include i trattamenti di assistenza in godimento da parte dei componenti del nucleo familiare, escluse le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi, come l’assegno di accompagnamento.

Nel valore dei trattamenti di assistenza non rilevano:

  • il pagamento di arretrati;
  • le riduzioni nella compartecipazione al costo dei servizi;
  • le esenzioni e agevolazioni per il pagamento di tributi;
  • i rimborsi di spese sostenute;
  • i buoni servizio e gli altri titoli che svolgono la funzione di sostituzione di servizi;
  • il bonus bebè.

Per ottenere la pensione minima di cittadinanza si deve lavorare?

In base a quanto emerso dal decreto in materia, per ottenere la pensione di cittadinanza non sarà necessario lavorare, fare del volontariato o impegnarsi in percorsi di politica attiva del lavoro. Il sussidio, per gli over 67, spetta soltanto in base al reddito posseduto, come avviene oggi per l’integrazione al minimo.

Per ottenere il reddito di cittadinanza si deve lavorare?

Al contrario, il reddito di cittadinanza obbligherà il beneficiario non solo a cercare assiduamente un lavoro ed a riqualificarsi, ma anche ad offrire 8 ore alla settimana di lavoro gratuito per il proprio Comune di residenza.

Chi si rifiuterà di lavorare perderà il sussidio.

Per quanto riguarda, poi, la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro previste per il beneficiario del reddito di cittadinanza, sarà obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):

  • iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
  • iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
  • offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (come abbiamo osservato, l’impegno lavorativo richiesto è di 8 ore settimanali);
  • frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
  • effettuare ricerca attiva del lavoro ogni giorno;
  • comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
  • accettare uno dei primi tre lavori che verranno offerti (la prima offerta di lavoro, se si percepisce il sussidio da oltre 12 mesi).

Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, ha comunque diritto all’integrazione del reddito, senza bisogno di partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro. Lo stesso vale, ovviamente, per i pensionati, che avranno diritto, come abbiamo osservato, alla pensione minima sino a 780 euro al mese. Purché, in entrambi i casi, si possiedano i requisiti reddituali e patrimoniali prescritti.

Che cosa succede alla pensione minima di cittadinanza per chi rifiuta un lavoro?

Come abbiamo osservato, per ottenere la pensione minima di cittadinanza non è necessario lavorare, quindi si può ottenere il sussidio a prescindere dalla ricerca o dall’accettazione di un impiego.

Che cosa succede al reddito di cittadinanza per chi rifiuta un lavoro?

L’interessato che percepisce il reddito di cittadinanza, invece, a meno che non sia disabile o con carichi di cura, potrà rifiutare al massimo due proposte lavorative congrue nell’arco del periodo di godimento (deve accettare la prima proposta, se percepisce il sussidio da almeno 12 mesi). Avrà anche la possibilità di recedere dall’impiego per due volte nell’arco del periodo di godimento. Superati questi limiti, perderà la prestazione.

Come si chiede la pensione minima di cittadinanza?

La pensione di cittadinanza ed il reddito di cittadinanza potranno essere richiesti attraverso le Poste, oppure rivolgendosi a un Caf convenzionato.

Sarà anche possibile presentare la richiesta del reddito di cittadinanza assieme alla dichiarazione Isee.


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