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Quali sono i requisiti per andare in pensione?

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Pensionamento di vecchiaia, di anzianità, anticipato, quota 100, opzione donna: tutte le condizioni richieste per uscire dal lavoro.

L’uscita dal lavoro, con il passare degli anni, viene progressivamente spostata in avanti nel tempo: sono sempre più rare le possibilità di pensionarsi a 60 anni, a meno che non si abbiano alle spalle moltissimi anni di contributi. Il pensionamento di vecchiaia, invece, si fa sempre più vicino ai 70 anni.

Ma quali sono i requisiti per andare in pensione? Le condizioni per l’uscita dal lavoro cambiano notevolmente in base al trattamento richiesto, alla gestione previdenziale di appartenenza, all’ anzianità ed alla categoria alla quale appartiene il lavoratore.

Ad esempio, la pensione di vecchiaia ordinaria richiede un’età minima di 67 anni ed una contribuzione minima di 20 anni, contribuzione che però può essere pari a 15 anni per i lavoratori che rientrano nelle cosiddette deroghe Amato [1]. La pensione di vecchiaia si raggiunge però a soli 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini, nel caso in cui l’interessato sia un lavoratore dipendente del settore privato e possiede un’invalidità pensionabile dell’80%. Il pensionamento di vecchiaia ordinario richiede poi un ulteriore requisito, relativo all’importo della pensione (almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale) qualora il lavoratore sia privo di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995, oppure abbia optato per il calcolo integralmente contributivo del trattamento pensionistico.

Per altro, presso l’Inps può essere conseguita non solo la pensione di vecchiaia ordinaria, ma anche la pensione di vecchiaia contributiva, che si ottiene con soli 5 anni di versamenti, ma a 71 anni di età. Insomma, per una sola tipologia di pensione, a seconda delle condizioni soddisfatte dal lavoratore, possono essere previsti dei requisiti notevolmente differenti. Osserviamo allora quali sono i requisiti previsti per le principali pensioni riconosciute dall’Inps.

Per sapere, nel dettaglio, come si eseguono i calcoli relativi al diritto ed all’importo del trattamento pensionistico: Quando andare in pensione, ecco come fare il calcolo.

Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria?

Per ottenere la pensione di vecchiaia ordinaria è necessario possedere un determinato requisito anagrafico, assieme ad almeno 20 anni di contributi (15 anni per chi rientra nelle cosiddette deroghe Amato); l’assegno di pensione, inoltre, non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (cioè a 690,42 euro per l’anno 2021) se si rientra tra i lavoratori assoggettati al calcolo integralmente contributivo (privi di versamenti anteriori al 1996 oppure optanti per il ricalcolo contributivo della pensione- opzione contributiva Dini).

Ad oggi, il requisito di età per la pensione di vecchiaia ordinaria è pari a 67 anni; è previsto un aumento di 3 mesi del requisito anagrafico ogni biennio, in base agli incrementi della speranza di vita media. Dal 2029, l’aumento è previsto in misura pari a 2 mesi ogni biennio.

I requisiti potrebbero comunque variare nel caso in cui si rilevino incrementi o decrementi della speranza di vita diversi da quelli previsti originariamente.

Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia contributiva?

Chi ha diritto al calcolo interamente contributivo del trattamento, ha diritto, oltreché alla pensione di vecchiaia ordinaria, anche alla pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi e senza soglie di accesso, ma con un minimo di 71 anni di età, sino al 31 dicembre 2022.

Dal 2023, è previsto un aumento del requisito di 3 mesi ogni biennio e di 2 mesi ogni biennio dal 2029, salvo variazioni di rilievo nella speranza di vita media.

Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia anticipata?

La pensione di vecchiaia può essere ottenuta anche con 61 anni di età (56 anni per le donne) e 20 anni di contributi (15 per i beneficiari di deroga Amato) se si possiede un’invalidità pensionabile pari almeno all’80%. Questa possibilità vale solo per i dipendenti del settore privato.

Per alcuni lavoratori non vedenti il requisito è anticipato di 5 anni. In ogni caso, dalla maturazione dei requisiti alla data di liquidazione della pensione deve trascorrere un periodo di attesa, detto finestra, pari a 12 mesi.

Quali sono i requisiti per la pensione anticipata?

La pensione anticipata, introdotta a partire dal 2012 dal Decreto Salva-Italia, o Legge Fornero [2], al posto della precedente pensione di anzianità, è un trattamento che può essere raggiunto con un determinato numero di anni di contributi, a prescindere dall’età.

Nel dettaglio, i requisiti previsti per fruire dell’ordinaria pensione anticipata, sino al 2026 sono:

  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.

Dalla maturazione del requisito contributivo alla decorrenza della pensione si applica una finestra di 3 mesi.

Quali sono i requisiti per la pensione contributiva?

Coloro che non possiedono contributi versati precedentemente al 1996, o che effettuano il computo dei contributi Inps verso la gestione Separata, possono ottenere la pensione anticipata, sino al 31 dicembre 2022, anche con:

  • 64 anni d’età;
  • 20 anni di contributi;
  • un trattamento di pensione superiore all’assegno sociale di almeno 2,8 volte.

Quali sono i requisiti per la pensione anticipata dei lavoratori precoci?

Per i lavoratori precoci, in possesso di contribuzione antecedente al 1996 ed appartenenti a determinate categorie tutelate, è possibile ottenere la pensione anticipata ordinaria con soli 41 anni di contributi.

In particolare, per ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contributi non è sufficiente essere dei lavoratori precoci, ossia aver versato almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro prima del 19° anno di età: oltre a questo, è difatti necessario appartenere o alle categorie degli addetti ai lavori usuranti e notturni, come previste dal noto decreto del 2011 [3], o alle categorie beneficiarie dell’Ape sociale: disoccupati, caregiver, invalidi dal 74% e addetti ai lavori gravosi.

Gli addetti a lavori usuranti e turni notturni, per aver diritto alla pensione agevolata, devono essere stati adibiti a tali attività per almeno metà della vita lavorativa, o per almeno 7 anni negli ultimi 10; gli addetti ai lavori gravosi devono risultare occupati in tali mansioni per almeno 6 anni negli ultimi 7.

Si applica, in parallelo a quanto previsto per la pensione anticipata ordinaria, una finestra di 3 mesi.

Quali sono i requisiti per la pensione anticipata quota 100?

La pensione anticipata può essere anche ottenuta con la cosiddetta opzione quota 100, dai lavoratori che possiedono, alla data del 31 dicembre 2021:

  • almeno 62 anni di età;
  • almeno 38 anni di contributi (di cui 35 al netto dei periodi figurativi di disoccupazione, malattia o infortunio, per gli iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria Inps o presso alcuni fondi sostitutivi).

La pensione quota 100 richiede l’attesa di una finestra pari a 3 mesi per i lavoratori del settore privato ed a 6 mesi per i dipendenti pubblici. Inoltre, non consente di lavorare sino ai 67 anni di età (salvo la percezione di redditi di lavoro autonomo occasionale, nel limite massimo di 5mila euro lordi annui). Per approfondire: Pensione quota 100 guida completa.

Quali sono i requisiti per la pensione di anzianità lavori usuranti?

Gli addetti ai lavori usuranti [3] e gli addetti ai turni notturni possono ottenere un particolare tipo di pensione di anzianità se sono stati adibiti a tali mansioni per almeno metà della vita lavorativa, o per almeno 7 anni negli ultimi 10.

Per ottenere la pensione di anzianità, è necessario che il lavoratore addetto a mansioni usuranti maturi i seguenti requisiti:

  • quota pari a 97,6, con:
    • almeno 61 anni e 7 mesi d’età;
    • almeno 35 anni di contributi.

Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, i requisiti sono aumentati di un anno.

Un aumento dei requisiti è previsto anche per i lavoratori adibiti a turni notturni, qualora abbiano svolto meno di 78 notti l’anno. Inoltre, è necessario verificare le ore di lavoro notturno svolte (non spetta alcun beneficio per chi ha lavorato meno di 3 ore a notte).

Quali sono i requisiti per la pensione di anzianità addetti ai lavori notturni?

Nel dettaglio, chi ha lavorato per almeno 78 notti l’anno deve possedere, per accedere al pensionamento, i seguenti requisiti, che sono gli stessi validi per tutti gli addetti ai lavori usuranti:

  • quota 97,6, con un minimo di:
    • 61 anni e 7 mesi d’età;
    • 35 anni di contributi.

I requisiti, come già osservato in merito agli addetti ai lavori usuranti, sono innalzati di un anno (quota 98,6 e 62 anni e 7 mesi di età) per chi possiede contribuzione mista da lavoro dipendente e autonomo.

Chi ha lavorato per un numero di notti tra le 72 e le 78 l’anno deve soddisfare, invece, i seguenti requisiti:

  • quota 98,6, con un minimo di:
    • 62 anni e 7 mesi d’età;
    • 35 anni di contributi.

Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, la quota è innalzata a 99,6, con un minimo di 63 anni e 7 mesi di età.

Chi ha lavorato per un numero di notti tra le 64 e le 71 l’anno deve possedere i seguenti requisiti:

  • quota 99,6, con un minimo di:
    • 63 anni e 7 mesi d’età;
    • 35 anni di contributi.

Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, la quota è innalzata a 100,6, con un minimo di 64 anni e 7 mesi di età.

Il lavoratore, in ogni caso, deve aver prestato servizio per almeno 6 ore in ciascuna notte; in caso contrario, il lavoro notturno viene valorizzato se si raggiungono almeno 3 ore di attività notturna svolta per l’intero anno.

È previsto un bonus per chi svolge lavoro notturno per meno di 78 giorni all’anno ed è impiegato in cicli produttivi del settore industriale su turni di 12 ore, sulla base di accordi collettivi sottoscritti entro il 31 dicembre 2016. L’agevolazione consiste nel poter moltiplicare le giornate lavorative effettivamente svolte per il coefficiente 1,5.

Quali sono i requisiti per la pensione con l’Ape sociale?

L’Ape, o anticipo pensionistico, è uno strumento che consente di uscire dal lavoro a 63 anni di età, con un minimo di 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza: disoccupati, invalidi, caregivers, addetti ai lavori gravosi. Le donne hanno diritto alla riduzione del requisito contributivo di un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due. L’assegno è riconosciuto direttamente dallo Stato e non si applicano penalizzazioni sulla pensione. L’Ape sociale può essere richiesto da chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2021.

Per approfondimenti: Ape sociale.

Quali sono i requisiti per la pensione con la totalizzazione?

La totalizzazione consiste nella possibilità di sommare tutti i contributi accreditati in diverse gestioni pensionistiche, per perfezionare i requisiti richiesti per il conseguimento della pensione di vecchiaia, anticipata, di inabilità e indiretta.

Per ottenere la pensione di vecchiaia con la totalizzazione, è necessario possedere:

  • 66 anni di età;
  • almeno 20 anni di contributi (complessivamente, tra tutte le casse in cui si possiedono versamenti);
  • gli eventuali ulteriori requisiti, diversi da quelli di età ed anzianità contributiva, previsti dai singoli ordinamenti per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

La pensione di vecchiaia derivante dalla totalizzazione della contribuzione decorre dopo 18 mesi dal raggiungimento dei requisiti.

Per ottenere la pensione di anzianità in totalizzazione sono invece necessari 41 anni di contributi (dal 2019 sino al 2022 compreso), indipendentemente dall’età; la finestra di attesa prevista è pari a 21 mesi.

Il trattamento di anzianità decorre dopo 21 mesi successivo a quello di raggiungimento dei requisiti.

La pensione in totalizzazione è calcolata secondo il sistema contributivo, e ogni gestione calcola separatamente la propria quota di pensione.

Se, però, in una delle gestioni previdenziali privatizzate si matura il diritto ad un’autonoma pensione di vecchiaia, o si ottengono i requisiti per il diritto ad autonoma pensione presso una gestione Inps, il sistema di calcolo di quella quota non è esclusivamente contributivo, ma è quello utilizzato ordinariamente presso la gestione.

Quali sono i requisiti per la pensione con il cumulo?

Il cumulo dei contributi [4], istituito nel 2012 e poi esteso ad un’ulteriore platea di beneficiari, tra cui i liberi professionisti, dalla legge di Bilancio 2017, consiste nella possibilità di sommare gratuitamente i contributi presenti in casse differenti ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia, anticipata (con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne), d’inabilità e ai superstiti.

A differenza della totalizzazione, presso le gestioni Inps non si applica il ricalcolo contributivo della prestazione, che può essere invece previsto presso le gestioni dei liberi professionisti, in base al regolamento dell’ente previdenziale.

Per approfondire: Cumulo dei contributi.

Si noti che esiste un ulteriore cumulo, che consente di sommare gratuitamente i versamenti effettuati in casse diverse, qualora il sistema di calcolo utilizzato da tutte le gestioni sia esclusivamente contributivo [5].

Quali sono i requisiti per la pensione con l’opzione Donna?

È stata recentemente prorogata l’opzione Donna, una pensione di anzianità agevolata dedicata alle sole lavoratrici, che possono anticipare notevolmente l’uscita dal lavoro in cambio del ricalcolo contributivo del trattamento.

Ad oggi, per potersi pensionare con opzione Donna devono essere rispettati precisi requisiti di età:

  • per le lavoratrici dipendenti, è necessario aver raggiunto 35 anni di contributi al 31 dicembre 2020, ed essere nate entro il 31 dicembre 1962; dalla data di maturazione dell’ultimo requisito alla liquidazione della pensione è prevista l’attesa di un periodo, detto finestra, pari a 12 mesi;
  • per le lavoratrici autonome, è necessario aver raggiunto 35 anni di contributi al 31 dicembre 2020, ed essere nate entro il 31 dicembre 1961; dalla data di maturazione dell’ultimo requisito alla liquidazione della pensione è prevista l’attesa di un periodo di finestra pari a 18 mesi.

In pratica, possono ottenere la pensione le dipendenti che hanno compiuto 58 anni e le autonome che hanno compiuto 59 anni entro il 31 dicembre 2020, se possiedono 35 anni di contributi entro la stessa data.

Quali sono i requisiti per la pensione come lavoratori agricoli?

lavoratori agricoli, anche se accedono alla generalità delle pensioni Inps previste per i lavoratori dipendenti, beneficiano di agevolazioni per il diritto al trattamento. In determinati casi, difatti, possono vedersi riconoscere delle maggiorazioni; in determinati casi, poi,  possono essere sufficienti 156 o 270 giornate per possedere un anno di contributi.

Per approfondire: Pensione lavoratori agricoli.

Quali sono i requisiti per la pensione come liberi professionisti?

Per gli iscritti presso le casse professionali, i requisiti per la pensione sono differenti rispetto a quelli previsti per la generalità degli iscritti alle gestioni Inps. I liberi professionisti possono infatti ottenere, oltre alla pensione in regime di cumulo e totalizzazione (se possiedono versamenti in casse diverse), anche delle particolari pensioni di vecchiaia, anzianità e anticipata.

Per conoscere i requisiti validi per ciascuna categoria professionale, è necessario analizzare le previsioni del regolamento di previdenza di ogni ente.

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