
È possibile ottenere un trattamento pensionistico con un solo quinquennio di contribuzione: pensione di vecchiaia, d’invalidità, d’inabilità, contributiva.
Raggiungere la pensione, per chi ha avuto una carriera irregolare e discontinua, può diventare una vera impresa: nella generalità dei casi, difatti, è impossibile ottenere il trattamento pensionistico se non si hanno alle spalle almeno 20 anni di contributi.
Non molti sanno, però, che alcuni trattamenti di pensione possono essere riconosciuti con soli 5 anni di contributi. Di quali trattamenti stiamo parlando? Quando si può andare in pensione con 5 anni di contributi?
Uscire dal lavoro con soli 5 anni di contributi è innanzitutto possibile per quei lavoratori che non possiedono contributi alla data del 31 dicembre 1995, ossia che sono soggetti al calcolo integralmente contributivo della pensione. Bisogna però raggiungere, unitamente al quinquennio di contribuzione, anche un’età minima, che risulta più elevata rispetto all’età per la pensione di vecchiaia ordinaria (l’età per il trattamento di vecchiaia ordinario, attualmente e sino al 31 dicembre 2022, è pari a 67 anni).
Vi sono poi numerose casse professionali che consentono agli iscritti di raggiungere la pensione con un’età minima ed un minimo di 5 anni di versamenti, assoggettando però il trattamento al calcolo integralmente contributivo.
Pensionarsi con 5 anni di contributi è infine possibile quando l’interessato presenta una forte riduzione della capacità lavorativa, tale da comportare il riconoscimento dell’assegno ordinario d’invalidità o della pensione d’inabilità al lavoro (da non confondere con le pensioni d’invalidità e d’inabilità civile, che non richiedono il versamento di contribuzione).
Ma procediamo con ordine e analizziamo, nel dettaglio, tutti i trattamenti previdenziali che possono essere ottenuti con 5 anni di contributi.
Pensione di vecchiaia contributiva
Il lavoratore iscritto presso una delle gestioni amministrate dall’Inps, se non possiede contributi alla data del 31 dicembre 1995, può ottenere la pensione di vecchiaia contributiva con soli 5 anni di contribuzione.
Perché si chiama pensione di vecchiaia contributiva? Si chiama così perché questo trattamento è assoggettato al calcolo integralmente contributivo.
Ricordiamo infatti che chi non possiede contribuzione obbligatoria accreditata in data anteriore al 1° gennaio 1996 non ha diritto al calcolo retributivo del trattamento, nemmeno parziale.
Il calcolo retributivo della pensione è difatti effettuato:
- sino al 31 dicembre 2011, solo per chi possiede oltre 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995;
- sino al 31 dicembre 1995, per chi possiede meno di 18 anni di contributi alla stessa data.
Mentre il calcolo retributivo si basa sugli ultimi redditi o retribuzioni, rivalutati in base all’indice Foi, nonché sull’anzianità contributiva posseduta entro determinati periodi, il calcolo contributivo si basa solo sulla contribuzione accreditata, rivalutata in base alla variazione quinquennale del Pil, trasformata in pensione sulla base di un coefficiente che cresce con l’età. Per approfondire: Guida al calcolo contributivo e Guida al calcolo retributivo.
Ma se l’interessato possiede dei contributi accreditati prima del 31 dicembre 1995 può comunque ottenere la pensione di vecchiaia con 5 anni di contribuzione, chiedendo il ricalcolo contributivo del trattamento?
No, l’applicazione della sola opzione contributiva non consente di ottenere i trattamenti agevolati accessibili a coloro che sono privi di contributi al 31 dicembre 1995. Lo speciale trattamento di vecchiaia può essere invece ottenuto se si opta per il computo presso la gestione Separata [1], ossia se si sceglie, al momento del pensionamento, di far confluire tutti i contributi posseduti presso questa gestione. Attenzione, però: sia per il computo che per la semplice opzione contributiva è necessario possedere almeno 15 anni di contributi, quindi, di fatto, per il trattamento non bastano 5 anni di contribuzione, se si possiedono contributi al 31 dicembre 1995.
Francesco non ha contributi al 31 dicembre 1995. Possiede in totale 5 anni di versamenti. Al compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia contributiva, può ottenere il trattamento. Anche Gianmario ha solo 5 anni di contributi, ma alcuni di questi sono accreditati prima del 31 dicembre 1995. Non può chiedere la pensione con 5 anni di contributi, nemmeno aderendo al computo presso la gestione Separata. Come mai? Per il computo, così come per l’opzione contributiva, sono richiesti almeno un contributo e meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, almeno 15 anni di contributi complessivi, di cui almeno 5 collocati dal 1° gennaio 1996 in poi e almeno un mese di contributi accreditato presso la gestione Separata.
Ma a quanti anni si ottiene la pensione di vecchiaia contributiva? Questa pensione si ottiene, sino al 31 dicembre 2022, con un minimo di 71 anni di età.
Per approfondire: Pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi.
Pensione contributiva delle casse professionali
Sono diverse le casse professionali che consentono di ottenere la pensione con soli 5 anni di contributi.
La Cnpadc, cioè la cassa dei dottori commercialisti, consente ad esempio agli iscritti privi di contribuzione antecedente al 2004, di ottenere un trattamento agevolato, la pensione unica contributiva, con un minimo di 62 anni di età e 5 anni di anzianità contributiva. La pensione è calcolata col sistema integralmente contributivo e decorre il primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.
La Cassa forense, cioè la cassa degli avvocati, consente agli iscritti che non possiedono i requisiti contributivi minimi richiesti per la pensione di vecchiaia retributiva di ottenere una pensione con requisiti ridotti: si tratta della pensione di vecchiaia contributiva. Questa pensione può essere raggiunta alle seguenti condizioni:
- nel biennio 2019-2020: 69 anni di età più un minimo di 5 anni ed un massimo di 33 anni di contribuzione;
- dal 1°gennaio 2021: 70 anni di età con almeno 5 anni ed un massimo di 34 anni di contribuzione.
Ci sono poi le casse private dei liberi professionisti, come l’Enpap, Cassa psicologi, che consentono di ottenere la pensione contributiva con un minimo di 5 anni di versamenti e 65 anni di età.
Assegno ordinario d’invalidità
Gli iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria dell’Inps (ossia al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi), o ad alcuni fondi sostitutivi, possono ottenere, qualora la capacità lavorativa risulti ridotta, un assegno calcolato allo stesso modo della pensione, l’assegno ordinario d’invalidità.
Più precisamente, perché si possa ottenere l’assegno ordinario d’invalidità è necessario possedere:
- almeno 5 anni di contributi;
- almeno 3 anni di contributi versati nell’ultimo quinquennio;
- un’invalidità riconosciuta superiore ai 2/3, ossia la riduzione della capacità lavorativa a meno di 1/3; l’invalidità richiesta per l’assegno ordinario, da non confondere con l’invalidità civile, si valuta sulla base dell’attività svolta in precedenza, nonché di ogni altra occupazione che il lavoratore possa svolgere, in relazione alla sua età, capacità ed esperienza.
L’assegno ordinario d’invalidità è cumulabile con i redditi derivanti dall’attività lavorativa, ma limitatamente: il lavoratore, in base al reddito percepito, può difatti subire due diversi tagli dell’assegno. Per approfondire: Assegno ordinario d’invalidità.
Pensione d’inabilità al lavoro
Gli iscritti alla generalità delle gestioni amministrate dall’Inps possono ottenere la pensione d’inabilità al lavoro con i seguenti requisiti:
- inabilità permanente ed assoluta a qualsiasi attività lavorativa;
- almeno 5 anni di contributi, di cui 3 accreditati nell’ultimo quinquennio.
Questa pensione è incompatibile con qualsiasi attività lavorativa e con l’iscrizione presso albi, elenchi e ruoli. Il trattamento è calcolato come la futura pensione, ma è riconosciuta una maggiorazione. Nel dettaglio, l’anzianità contributiva maturata dall’interessato viene incrementata virtualmente (nel limite massimo 40 anni di contributi) dal numero di settimane che intercorrono tra la decorrenza della pensione di inabilità e il compimento dei 60 anni di età.
Per approfondire: Pensione d’inabilità al lavoro.