
Che cos’è la pensione quota 100 e chi ne ha diritto: requisiti, vantaggi e svantaggi, data di uscita dal lavoro.
Sono molte le proposte, in materia di uscita agevolata e flessibile dal lavoro, che riguardano la cosiddetta pensione quota 100: questa nuova tipologia di pensione, che entrerà in vigore nel 2019, offrirà, in pratica, la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100. La quota 100 è sicuramente conveniente per chi possiede diversi anni di contributi, mentre non è risolutiva per chi di anni di contribuzione ne possiede pochi: affiancherebbe, in ogni caso, la pensione di vecchiaia, quindi per coloro che possiedono, ad esempio, 20 anni di contributi, non ci sarebbe alcun rischio di doversi pensionare ad 80 anni (in quanto per arrivare alla quota 100 con 20 anni di contributi sarebbe necessario un minimo di 80 anni di età). Chi possiede molti anni di contributi potrebbe invece continuare a utilizzare la pensione anticipata, che ad oggi si può raggiungere con 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne (dal 2019, la decorrenza è spostata in avanti di 3 mesi). Ma procediamo per ordine e vediamo nel dettaglio, in merito alla pensione anticipata, come funziona la quota 100.
Come si calcola la quota 100
La quota è il risultato della somma dell’età pensionabile dell’interessato e degli anni di contributi posseduti: non si tratta di una novità assoluta, in quanto, prima che entrasse in vigore la legge Fornero, era possibile ottenere la pensione di anzianità (ora abolita e sostituita dalla pensione anticipata) con le quote.
Ad oggi sopravvivono alcune tipologie residuali di pensione di anzianità con le quote: si tratta delle pensioni degli addetti ai lavori usuranti, delle pensioni dei beneficiari delle salvaguardie e del cosiddetto salvacondotto.
Quando l’età o le annualità di contribuzione non corrispondono a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi:
- ad esempio, se il lavoratore ha raggiunto 63 anni e 6 mesi di età, ai fini del calcolo della quota dovrà indicare 63,5;
- potrà ottenere la pensione quota 100 se possiede almeno 36 anni e 6 mesi di contributi (perché 100-63,5= 36,5, ossia 36 anni e 6 mesi).
Tuttavia, in base a quanto descritto nella nota di aggiornamento al Def e nel disegno di legge di Bilancio, per pensionarsi con la quota 100 è stabilita un’età minima e un requisito contributivo minimo.
Età e anni di contributi minimi per la quota 100
La pensione anticipata quota 100 potrà essere ottenuta con un’età minima di 62 anni ed una contribuzione minima pari a 38 anni. In buona sostanza, anche se si raggiunge la quota 100, non ci si potrà pensionare se l’età non sarà almeno pari a 62 anni ed i contributi non risulteranno almeno pari a 38 anni. Per chi ha 63 anni, dunque, la quota diventa 101, in quanto resta fermo il requisito contributivo dei 38 anni, per chi ne ha 64 102, per chi ne ha 65 103, e così via…
Altre proposte invece fissavano l’età minima a 64 anni ed la contribuzione minima a 36 anni, ma sono state scartate.
Pensione quota 100 con cumulo dei contributi
La pensione anticipata quota 100, in base a quanto emerso dal cosiddetto “pacchetto previdenza”, sarà raggiunta anche col cumulo dei contributi, cioè sommando gratuitamente la contribuzione accreditata in casse diverse, ad esclusione delle casse dei liberi professionisti.
I contributi potranno essere sommati sia ai fini del raggiungimento del requisito della quota, sia ai fini del raggiungimento del requisito contributivo, cioè dei 38 anni di contributi.
La quota 100 con cumulo dei contributi favorirà l’uscita dal lavoro di tutti coloro che hanno avuto una carriera discontinua, con versamenti in casse diverse. In caso contrario, non potrebbero fruire del pensionamento tutti i lavoratori che hanno versamenti in fondi differenti, a meno che non raggiungano, in almeno un fondo, la quota 100 ed un minimo di 38 anni di contributi, non potendo sommare la contribuzione accreditata in altre gestioni.
Per saperne di più: Quota 100 con cumulo.
Pensione quota 100 da aprile
Per la partenza della quota 100 si dovrà attendere il mese di aprile, in base a quanto recentemente reso noto, e non più da febbraio. La nuova misura previdenziale, come già specificato nella nota di aggiornamento al Def, consente di andare in pensione una volta raggiunta una quota (somma di età contribuzione) almeno pari a 100, con un’età minima di 62 anni, e purché si possiedano almeno 38 anni di contributi. Quota 100 quindi permetterà di ritirarsi dal lavoro con circa 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, per la quale nel 2019 l’età pensionabile sarà aumentata a 67 anni (salvo blocco degli adeguamenti alla speranza di vita). Secondo quanto previsto dall’accordo raggiunto dopo il vertice, la pensione quota 100 da aprile sarà destinata, potenzialmente, a tutti i lavoratori, e non ci saranno penalizzazioni sull’assegno.
Per la pensione quota 100 saranno previste le finestre?
La pensione quota 100 inizierà ad essere corrisposta da aprile. Saranno reintrodotte le finestre, per l’uscita anticipata con quota 100, finalizzate ad evitare l’esodo di massa dei lavoratori. In particolare, saranno previste 4 finestre fisse ogni anno, per scaglionare i pensionamenti. In buona sostanza, chi si pensiona con la quota 100 non potrebbe ricevere il trattamento subito, ma dovrebbe attendere un arco di tempo, la finestra appunto, tra la maturazione dei requisiti e la liquidazione della pensione. Nel nostro approfondimento, facciamo il punto della situazione sulla pensione quota 100 con finestre: che cosa sono le finestre, come funzionano le finestre che sono ancora in vigore, come potrebbero funzionare le nuove finestre per la quota 100. Per approfondire: Quota 100 con finestre fisse.
Le finestre previste per gli statali saranno solo due; solo una finestra per il personale della scuola.
Pensione quota 100: numero chiuso?
Dopo che l’Unione Europea ha chiesto di modificare la manovra, è molto probabile che ci sarà un ridimensionamento delle risorse destinate alla quota 100. Tra le varie ipotesi allo studio, potrebbe essere prevista una quota 100 non solo con 4 finestre fisse annuali, in modo da dilazionare le uscite dal lavoro, ma anche con una sorta di numero chiuso.
In pratica, le domande di pensione potrebbero essere accolte nei limiti della capienza delle risorse stanziate, pari, in base a quanto reso noto sinora, a 6,7 miliardi di euro nel 2019 ed a 7 miliardi nel 2020. Nel caso in cui fondi avanzino, le risorse residue potrebbero essere convogliate nell’anno successivo, e così via, con il passaggio a regime della quota 100.
Ad ogni modo, il sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon, ha ribadito che, nonostante le indicazioni dell’agenzia Moody’s, che ha classificato la quota 100 come una misura temporanea, il pensionamento con quota 100 è una misura strutturale e permanente, che non scadrà dopo un anno.
La pensione quota 100 sarà dunque accessibile a tutti o no? Il tetto massimo di spesa non dovrebbe determinare un numero chiuso vero e proprio, ma solo uno slittamento delle domande di pensione non accolte alla finestra, o all’anno successivo.
Aggiornamento: Il Governo, nella presentazione del cosiddetto pacchetto previdenza, ha affermato che la quota 100 sarà una misura strutturale e che non ci sarà un numero chiuso.
Quanto si perde con quota 100: campagna informativa Inps per scoraggiare i pensionamenti
Nel frattempo, il presidente dell’Inps Tito Boeri, per scoraggiare un’uscita dal lavoro di massa con la quota 100, sta preparando una campagna informativa destinata agli aspiranti pensionati, con le proiezioni di quanto si andrebbe a perdere anticipando la pensione. Ma quanto si perde anticipando la pensione con quota 100?
In base alle proiezioni dei nostri esperti, non esiste una risposta uguale per tutti, ma dipende:
- da quanti sono gli anni di anticipo del pensionamento (Boeri confronta il pensionamento a 62 anni col pensionamento a 67 anni, quindi con ben 5 anni di differenza; c’è chi, però, potrebbe comunque pensionarsi prima dei 67 anni, con la pensione anticipata ordinaria Fornero: in questi casi lo scarto sarebbe minore del 21% circa ipotizzato da Boeri);
- dall’ammontare delle ultime retribuzioni o redditi: Boeri ha ipotizzato una crescita costante, ma le retribuzioni, a fine carriera, potrebbero anche crollare, ad esempio per la richiesta di un part time; in queste ipotesi, chi resta al lavoro vede addirittura diminuire, e non aumentare, la quota retributiva di pensione;
- per quanto riguarda la quota di pensione da calcolare col sistema contributivo, una penalizzazione, nell’anticipo dell’uscita, sussiste sempre, in quanto chi prima esce versa meno contributi, ottiene minori rivalutazioni ed un coefficiente di trasformazione (la cifra che trasforma la somma dei contributi in assegno di pensione, che cresce all’aumentare dell’età) più basso; la penalizzazione, in termini di “mancato guadagno”, dipende dall’età al momento del pensionamento e dall’ammontare dei redditi, o stipendi.
Per saperne di più: Quanto si perde con la quota 100?
Quota 100 per gli esuberi
Un’altra recente proposta, in merito alla quota 100, prevedeva invece l’accesso alla pensione senza limiti minimi di età e anzianità contributiva, ma riservato soltanto a determinate categorie di lavoratori: si trattava della cosiddetta quota 100 per gli esuberi. La misura sarebbe stata dedicata, prioritariamente, ai lavoratori in esubero, per la precisione ai dipendenti più anziani che rischiano il licenziamento per riduzione del personale, o che sono già stati licenziati.
In base a quanto reso noto sinora, la quota 100 per gli esuberi sarebbe stata sostituita dalla proroga dell’Ape sociale
Resteranno in piedi, comunque, l’assegno straordinario, l’isopensione e l’Ape aziendale, l’anticipo pensionistico volontario pagato dalle aziende. Chi percepisce l’isopensione non potrà cambiare la misura con la quota 100.
Non ci saranno, ad ogni modo, penalità per i lavoratori: quanto eventualmente perso, in termini di assegno mensile, a causa dell’uscita dal lavoro prima della maturazione della pensione di vecchiaia dovrebbe essere recuperato grazie a versamenti aggiuntivi dell’azienda, che accrediterebbero, in questo modo, i contributi dovuti sino all’età pensionabile.
La pensione quota 100 è soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita?
La pensione anticipata quota 100 non sarà soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita, almeno sino al 2023, ma solo allo spostamento della decorrenza, attraverso l’applicazione delle finestre.
La pensione quota 100 conviene più dell’attuale pensione anticipata?
La pensione quota 100, nella generalità dei casi, dal punto di vista dei requisiti prescritti appare più conveniente della pensione anticipata, per la quale attualmente sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Dipende, tuttavia, dall’età dell’interessato e dalla carriera personale: per i lavoratori precoci con una carriera continuativa, considerando lo sbarramento dei 62 anni di età, potrebbe risultare più conveniente la pensione anticipata ordinaria.
Con la pensione quota 100 ci sono penalizzazioni?
Per arginare il grande numero di lavoratori che potrebbero pensionarsi con la quota 100 e rendere sostenibile questa nuova possibilità, era stato ipotizzato sia il ricalcolo contributivo delle annualità di pensione dal 1996 in poi (in pratica, il calcolo misto anche per chi avrebbe diritto al calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011), sia il ricalcolo contributivo integrale. Erano state ipotizzate anche penalizzazioni percentuali, per ogni anno mancante all’età pensionabile.
In base a quanto reso noto dal sottosegretario al Lavoro Durigon, e riportato nella nota di aggiornamento al Def, la quota 100 sarà calcolata come qualsiasi altro trattamento pensionistico, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto o il ricalcolo integralmente contributivo.
Il calcolo della pensione sarà dunque:
- retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.
Per saperne di più: Quota 100 senza penalità
Per capire meglio le differenze di calcolo della pensione: Come si calcola la pensione.
Quota 100: le stime ufficiali su quanto si perde
L’ultima stima proposta sulle eventuali perdite con quota 100 è al momento quella dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, basata su un campione statistico approssimativo.
Scegliere quota 100 può costare, in termini di minore pensione, dal 5,6% nel caso in cui l’uscita dal lavoro si anticipi di un anno, fino al 34,7% in caso di uscita 6 anni prima.
Bisogna però considerare che con quota 100 la pensione viene intascata per qualche anno in più rispetto agli altri pensionati che restano al lavoro per più tempo, sino all’età per la pensione di vecchiaia: andare in pensione prima significa dunque “prendere di più” dall’Inps.
In parole semplici, la perdita reale, considerando anche le somme percepite in più, va dallo 0,22% di chi si pensiona nel 2019 anziché aspettare il 2020, sino all’8,65% per chi nel 2019 anticipa di 6 anni la pensione.
Con la quota 100 si può lavorare?
La pensione quota 100, oltre ai limiti di età e contribuzione, comporterà anche il parziale divieto di lavorare, ma solo per 2 anni.
In pratica, si ripristinerà il divieto di cumulo tra lavoro e pensione, ma solo per 24 mesi; ricordiamo che questo divieto è stato abolito, per la maggior parte delle pensioni dirette, dal 2008.
Il divieto di cumulo non sarà assoluto, come avviene oggi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, ma relativo, come avviene per l’assegno ordinario d’invalidità e per alcune pensioni d’inabilità.
Nel dettaglio, per i primi 2 anni dal pensionamento i redditi da lavoro potranno essere cumulati con la pensione quota 100, ma sino a un massimo di 5mila euro.
Secondo una recente proposta, il divieto parziale di cumulo tra lavoro e pensione dovrebbe durare 3 anni.
Quali sono le altre proposte per la pensione?
Oltre alla quota 100, sono state ipotizzate altre tipologie di pensioni agevolate; quelle di cui si parla più spesso sono:
- la pensione quota 41 e 6 mesi (il termine quota qui è usato impropriamente, in quanto indica solo gli anni di contributi): questa pensione attualmente esiste già, ma è riservata ai soli lavoratori precoci appartenenti a determinate categorie tutelate, che la possono raggiungere con 41 anni di contributi; dovrebbe essere estesa in futuro almeno a tutti lavoratori appartenenti alle categorie svantaggiate; la partenza dell’intervento non sarà, però, prima del 2020;
- la pensione quota 42: si tratta di una riformulazione della quota 41, per la quale sono previsti 42 anni di contributi, che dovrebbe partire dal 2020 e coinvolgere tutti i lavoratori;
- la proroga dell’opzione donna, con la possibilità, per le lavoratrici, di pensionarsi a 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi; la proroga è stata recentemente confermata dal ministro Di Maio
- la nona salvaguardia, che darebbe la possibilità, ai cosiddetti lavoratori salvaguardati, di pensionarsi con le regole precedenti alla Legge Fornero.