
Pensione anticipata per chi raggiunge la quota 100: come funziona, chi ne ha diritto, quali requisiti, che cosa succede nel 2019.
Per pensione quota 100 si intende una pensione anticipata che il cittadino può raggiungere quando la somma dell’età e degli anni di contributi accreditati è almeno pari a 100. Ad oggi, la pensione quota 100 non è ancora operativa, ma lo sarà da aprile 2019, in quanto l’intervento è previsto all’interno del cosiddetto “pacchetto previdenza”.
Non basta, però, la sola quota 100 per pensionarsi, ma devono essere rispettati requisiti di età e di contribuzione minimi; altre proposte prevedevano che questo trattamento potesse essere raggiunto soltanto da limitate categorie di lavoratori, come gli esuberi, ma, in base a quanto riportato nella legge di Bilancio 2019, sono state scartate. In ogni caso, la quota 100 non è vantaggiosa per tutti: conviene sicuramente a chi vanta diversi anni di contributi, mentre non è risolutiva per chi di anni di contribuzione ne possiede pochi: affiancherebbe, in ogni caso, la pensione di vecchiaia, quindi per coloro che possiedono, ad esempio, 20 anni di contributi, non ci sarebbe alcun rischio di doversi pensionare ad 80 anni (in quanto per arrivare alla quota 100 con 20 anni di contributi sarebbe necessario un minimo di 80 anni di età).
Chi possiede molti anni di contributi potrebbe invece continuare a beneficiare della pensione anticipata, che al 2020 dovrebbe poter essere maturata, in base a quanto reso noto sinora, con 41 anni e 6 mesi di contributi (ad oggi si può raggiungere con 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, dal 2019 la decorrenza è spostata in avanti di 3 mesi, con l’applicazione delle finestre).
Ma procediamo per ordine e vediamo nel dettaglio come funziona la pensione quota 100.
Quando si raggiunge la quota 100?
La pensione quota 100 si raggiunge quando la quota dell’interessato è pari o superiore a 100. La quota è il risultato della somma dell’età pensionabile del lavoratore e degli anni di contributi posseduti: non si tratta di una novità assoluta, in quanto, prima che entrasse in vigore la legge Fornero, era possibile ottenere la pensione di anzianità (ora abolita e sostituita dalla pensione anticipata) con le quote.
Ad oggi sopravvivono alcune tipologie di pensione di anzianità con le quote: si tratta delle pensioni degli addetti ai lavori usuranti, delle pensioni dei beneficiari delle salvaguardie e del cosiddetto salvacondotto.
Come si calcola la quota?
Quando l’età o le annualità di contribuzione non corrispondono a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi:
- ad esempio, se il lavoratore raggiunge 63 anni e 6 mesi di età, ai fini del calcolo della quota deve indicare 63,5;
- può ottenere la pensione quota 100 se possiede almeno 36 anni e 6 mesi di contributi (perché 100-63,5= 36,5, ossia 36 anni e 6 mesi).
Tuttavia, in base a quanto descritto nella legge di Bilancio 2019, per pensionarsi con la quota 100 è stabilita un’età minima e un requisito contributivo minimo.
Quali sono l’età e gli anni di contributi minimi per la quota 100?
La pensione anticipata quota 100 richiede, per pensionarsi, un’età minima di 62 anni, ed una contribuzione minima pari a 38 anni. In buona sostanza, anche se si raggiunge la quota 100, non ci si potrà pensionare se l’età non sarà almeno pari a 62 anni e gli anni di contributi almeno pari a 38. In questo modo, la quota 100 diventa quota 101 per chi ha 63 anni, quota 102 per chi ne ha 64, quota 103 per chi ne ha 65 e quota 104 per chi ne ha 66.
Altre proposte invece fissavano l’età minima a 64 anni e la contribuzione minima a 36 anni, ma sono state scartate
Per la pensione quota 100 saranno previste le finestre?
La pensione quota 100 inizierà ad essere corrisposta da aprile 2019. Per evitare l’esodo di massa dei lavoratori con l’uscita anticipata quota 100, saranno reintrodotte le finestre di attesa, che sposteranno la decorrenza della pensione. In particolare, saranno previste 4 finestre fisse ogni anno, per scaglionare i pensionamenti. Per gli statali, le finestre previste saranno due, e saranno richiesti 9 mesi di preavviso; una sola finestra è prevista per il personale del comparto scuola.
In buona sostanza, chi si pensiona con la quota 100 non potrà ricevere il trattamento subito, ma dovrà attendere un arco di tempo, la finestra appunto, tra la maturazione dei requisiti e la liquidazione della pensione.
Nel nostro approfondimento, facciamo il punto della situazione sulla pensione quota 100 con finestre: che cosa sono le finestre, come funzionano le finestre che sono ancora in vigore, come potrebbero funzionare le nuove finestre per la quota 100. Per approfondire: Quota 100 con finestre fisse.
Pensione quota 100: solo per il 2019?
Quota 100 sarebbe rivolta solo a chi riuscirà ad “acchiappare” una delle finestre fisse di uscita previste nel 2019, a partire da aprile: è quanto emerge dalle considerazioni dell’agenzia di rating Moody’s, in occasione del declassamento dell’Italia. In particolare, riferisce l’agenzia «L’opzione per il pensionamento anticipato è apparentemente una misura one-off, disponibile solo il prossimo anno». Come mai la quota 100 dovrebbe essere valida soltanto nel 2019?
A detta dell’agenzia, il motivo della breve durata della misura è da ricercarsi nei costi elevati che il pensionamento quota 100 comporta, costi destinati a crescere negli anni: inizialmente, difatti, l’impatto della quota 100 sarà ridotto grazie alle finestre, in quanto i pensionati non percepiranno gli assegni dall’Inps per l’annualità intera. La spesa diverrà piena, col diritto alle 13 mensilità di pensione per tutti coloro che usciranno con quota 100 nel 2019, soltanto dal 2020. Considerando, poi, i nuovi pensionamenti del 2020 e degli anni successivi, difficilmente, a detta di Moody’s, il sistema pensionistico italiano reggerà, in modo permanente, l’aumento di spesa che quota 100 dovrebbe comportare: l’impatto dei nuovi costi potrebbe essere sostenibile, invece, nel caso in cui la quota 100 possa essere ottenuta soltanto nel 2019.
Certamente, l’agenzia Moody’s non ha alcun potere legislativo; bisogna anche ricordare che le parti politiche hanno presentato la quota 100 come una misura strutturale, e non destinata a durare soltanto un anno.
Tuttavia, quanto affermato da Moody’s deve essere collegato alla recente risposta del Governo a Bruxelles in merito alla manovra: il Governo, infatti, si è impegnato ad adottare tutte le necessarie misure per non sforare ulteriormente i livelli di deficit del programma.
Quale destino, dunque, per la pensione quota 100: sarà solo per il 2019? Chi è incerto sulla convenienza del pensionamento potrà attendere il 2020 e gli anni successivi? Oppure è meglio cogliere la palla al balzo e “lanciarsi” nella prima finestra disponibile?
Pensionarsi non è uno scherzo, ma è una scelta definitiva: anche se la quota 100 non prevede tagli della pensione, bisogna considerare che chi esce dal lavoro prima perde sempre qualcosa, soprattutto nella quota contributiva della pensione, con riguardo ai contributi non versati ed al coefficiente di trasformazione, la cifra che trasforma i contributi in pensione e che cresce con l’età. Ci si può fare un’idea di quanto si perde leggendo il nostro approfondimento: Quanto si perde con la quota 100?
Bisogna però considerare anche il proprio stato di salute, i problemi familiari, la precarietà del lavoro…Per molti, vale sicuramente il detto: “meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Anche perché la gallina, domani, potrebbe non arrivare comunque.
Aggiornamento: a fugare ogni dubbio ci ha pensato il Governo che, nella presentazione della legge di Bilancio 2019, ribadisce che la quota 100 è una misura strutturale, cioè permanente.
Quota 100 a numero chiuso?
Dopo che l’Unione Europea ha chiesto di modificare la manovra, è molto probabile che ci sarà un ridimensionamento delle risorse destinate alla quota 100. Tra le varie ipotesi allo studio, potrebbe essere prevista una quota 100 non solo con 4 finestre fisse annuali, in modo da dilazionare le uscite dal lavoro, ma anche con una sorta di numero chiuso.
In pratica, le domande di pensione potrebbero essere accolte nei limiti della capienza delle risorse stanziate, pari a 6,7 miliardi di euro nel 2019 ed a 7 miliardi nel 2020. Nel caso in cui fondi avanzino, le risorse residue potrebbero essere convogliate nell’anno successivo e così via, con il passaggio a regime della quota 100.
Ad ogni modo, come appena esposto, nella presentazione della legge di Bilancio il governo ha ribadito che, nonostante le indicazioni dell’agenzia Moody’s, che ha classificato la quota 100 come una misura temporanea, il pensionamento con quota 100 è una misura strutturale e permanente, che non scadrà dopo un anno. Nella legge di Builancio il numero chiuso non è menzionato.
Quanto si perde con quota 100: campagna informativa Inps per scoraggiare i pensionamenti
Nel frattempo, il presidente dell’Inps Tito Boeri, per scoraggiare un’uscita dal lavoro di massa con la quota 100, sta preparando una campagna informativa destinata agli aspiranti pensionati, con le proiezioni di quanto si andrebbe a perdere anticipando la pensione. Ma quanto si perde anticipando la pensione con quota 100?
In base alle proiezioni dei nostri esperti, non esiste una risposta uguale per tutti, ma dipende:
- da quanti sono gli anni di anticipo del pensionamento (Boeri confronta il pensionamento a 62 anni col pensionamento a 67 anni, quindi con ben 5 anni di differenza; c’è chi, però, potrebbe comunque pensionarsi prima dei 67 anni, con la pensione anticipata ordinaria Fornero: in questi casi lo scarto sarebbe minore del 21% circa ipotizzato da Boeri);
- dall’ammontare delle ultime retribuzioni o redditi: Boeri ha ipotizzato una crescita costante, ma le retribuzioni, a fine carriera, potrebbero anche crollare, ad esempio per la richiesta di un part time; in queste ipotesi, chi resta al lavoro vede addirittura diminuire, e non aumentare, la quota retributiva di pensione;
- per quanto riguarda la quota di pensione da calcolare col sistema contributivo, una penalizzazione, nell’anticipo dell’uscita, sussiste sempre, in quanto chi prima esce versa meno contributi, ottiene minori rivalutazioni ed un coefficiente di trasformazione (la cifra che trasforma la somma dei contributi in assegno di pensione, che cresce all’aumentare dell’età) più basso; la penalizzazione, in termini di “mancato guadagno”, dipende dall’età al momento del pensionamento e dall’ammontare dei redditi, o stipendi.
Per saperne di più: Quanto si perde con la quota 100?
Quota 100: le stime ufficiali
L’ultima stima proposta sulle eventuali perdite con quota 100 è al momento quella dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, basata su un campione statistico approssimativo.
Scegliere quota 100 può costare, in termini di minore pensione, dal 5,6% nel caso in cui l’uscita dal lavoro si anticipi di un anno, fino al 34,7% in caso di uscita 6 anni prima.
Bisogna però considerare che con quota 100 la pensione viene intascata per qualche anno in più rispetto agli altri pensionati che restano al lavoro per più tempo, sino all’età per la pensione di vecchiaia: andare in pensione prima significa dunque “prendere di più” dall’Inps.
In parole semplici, la perdita reale, considerando anche le somme percepite in più, va dallo 0,22% di chi si pensiona nel 2019 anziché aspettare il 2020, sino all’8,65% per chi nel 2019 anticipa di 6 anni la pensione.
Quota 100 per gli esuberi
Un’altra recente proposta, in merito alla quota 100, prevedeva invece l’accesso alla pensione senza limiti minimi di età e anzianità contributiva, ma riservato soltanto a determinate categorie di lavoratori: si trattava della cosiddetta quota 100 per gli esuberi. La misura sarebbe stata dedicata, prioritariamente, ai lavoratori in esubero, per la precisione ai dipendenti più anziani che rischiano il licenziamento per riduzione del personale, o che sono già stati licenziati.
In base a quanto reso noto sinora, la quota 100 per gli esuberi sarebbe stata sostituita dalla proroga dell’Ape sociale.
Resteranno in piedi, comunque, l’assegno straordinario, l’isopensione e l’Ape aziendale, l’anticipo pensionistico volontario pagato dalle aziende.
Non ci saranno, ad ogni modo, penalità per i lavoratori: quanto eventualmente perso, in termini di assegno mensile, a causa dell’uscita dal lavoro prima della maturazione della pensione di vecchiaia dovrebbe essere recuperato grazie a versamenti aggiuntivi dell’azienda, che accrediterebbero, in questo modo, i contributi dovuti sino all’età pensionabile.
La pensione quota 100 è adeguata alla speranza di vita?
Non è chiaro se la pensione anticipata quota 100 sarà, una volta a regime, soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita. Le parti che vorrebbero introdurre questa tipologia di pensione, ad ogni modo, vorrebbero bloccare gli adeguamenti alla speranza di vita, quindi i requisiti per la pensione potrebbero non aumentare per alcun trattamento.
Ad oggi, si sa che gli adeguamenti alla speranza di vita sono stati bloccati per la pensione anticipata, ma la sua decorrenza è stata spostata di 3 mesi con l’applicazione delle finestre.
La pensione quota 100 conviene più dell’attuale pensione anticipata?
La pensione quota 100, nella generalità dei casi, dal punto di vista dei requisiti richiesti appare più conveniente della pensione anticipata, per la quale attualmente sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Dal 2019, la decorrenza della pensione anticipata è spostata in avanti di 3 mesi, con l’applicazione delle finestre di attesa.
Per chi ha iniziato a lavorare precocemente, invece, potrebbe risultare più conveniente l’attuale pensione anticipata.
La pensione quota 100 si può ottenere con cumulo dei contributi?
La pensione anticipata quota 100, in base ai più recenti aggiornamenti, dovrebbe essere raggiunta anche col cumulo dei contributi, cioè sommando gratuitamente la contribuzione accreditata in casse diverse.
I contributi potranno essere sommati sia ai fini del raggiungimento del requisito della quota, sia ai fini del raggiungimento del requisito contributivo, cioè dei 38 anni di contributi. Sono esclusi i versamenti effettuati nelle casse dei liberi professionisti.
La quota 100 con cumulo dei contributi favorirà l’uscita dal lavoro di tutti coloro che hanno avuto una carriera discontinua, con versamenti in casse diverse. In caso contrario, non potrebbero fruire del pensionamento tutti i lavoratori che hanno versamenti in fondi differenti, a meno che non raggiungano, in almeno un fondo, la quota 100 ed un minimo di 38 anni di contributi, non potendo sommare la contribuzione accreditata in altre gestioni.
Per saperne di più: Quota 100 con cumulo.
Con la pensione quota 100 ci sono penalizzazioni sull’assegno?
Per arginare il grande numero di lavoratori che potrebbero pensionarsi con la quota 100 e rendere sostenibile questa nuova possibilità, era stato ipotizzato sia il ricalcolo contributivodelle annualità di pensione dal 1996 in poi (in pratica, il calcolo misto anche per chi avrebbe diritto al calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011), sia il ricalcolo contributivo integrale. Erano state ipotizzate anche penalizzazioni percentuali, per ogni anno mancante all’età pensionabile.
In base a quanto reso noto dal sottosegretario al Lavoro Durigon, e riportato nella nota di aggiornamento al Def, la quota 100 sarà calcolata come qualsiasi altro trattamento pensionistico, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto o il ricalcolo integralmente contributivo.
Il calcolo della pensione sarà dunque:
- retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.
Per saperne di più: Quota 100 senza penalità
Per capire meglio le differenze di calcolo della pensione: Come si calcola la pensione.
Con la quota 100 si può lavorare?
La pensione quota 100, oltre ai limiti di età e contribuzione, comporterà anche il divieto di lavorare, ma solo per 2 anni. Il divieto di lavorare, inoltre, non sarà assoluto, ma si potranno conseguire redditi da lavoro non superiori a 5mila euro annui.
In pratica, si ripristinerà il divieto parziale di cumulo tra lavoro e pensione, ma solo per 24 mesi; ricordiamo che questo divieto è stato abolito, per la maggior parte delle pensioni dirette, dal 2008.
Come appena esposto, il divieto di cumulo non sarà assoluto, come avviene oggi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, ma relativo, come avviene per l’assegno ordinario d’invalidità e per alcune pensioni d’inabilità, con un limite di reddito derivante da attività lavorativa pari a 5mila euro annui.
Una recente proposta propone di allungare il divieto di cumulo a 3 anni.
Pensione quota 100: tornano le finestre?
La pensione quota 100 inizierà ad essere corrisposta da aprile 2019. Nella legge di Bilancio è emersa la reintroduzione delle finestre, per l’uscita anticipata con quota 100, finalizzate ad evitare l’esodo di massa dei lavoratori. In particolare, saranno previste 4 finestre fisse ogni anno, per scaglionare i pensionamenti, per i lavoratori del settore privato, 2 finestre semestrali per gli statali, una finestra annuale per il personale della scuola.
In buona sostanza, chi si pensiona con la quota 100 non potrebbe ricevere il trattamento subito, ma dovrebbe attendere un arco di tempo, la finestra appunto, tra la maturazione dei requisiti e la liquidazione della pensione. Nel nostro approfondimento, facciamo il punto della situazione sulla pensione quota 100 2019 con finestre: che cosa sono le finestre, come funzionano le finestre che sono ancora in vigore, come potrebbero funzionare le nuove finestre per la quota 100. Per approfondire: Quota 100 con finestre fisse.
Quali sono le altre proposte per la pensione?
Oltre alla quota 100, sono state ipotizzate altre tipologie di pensioni agevolate; quelle di cui si parla più spesso sono:
- la pensione quota 41 e 6 mesi (il termine quota qui è usato impropriamente, in quanto indica solo gli anni di contributi): questa pensione attualmente esiste già, ma è riservata ai soli lavoratori precoci appartenenti a determinate categorie tutelate, che la possono raggiungere con 41 anni di contributi; dovrebbe essere estesa in futuro almeno a tutti lavoratori appartenenti alle categorie svantaggiate;
- la pensione quota 42: si tratta di una riformulazione della quota 41, per la quale sono previsti 42 anni di contributi, che dovrebbe partire dal 2020 e coinvolgere tutti i lavoratori;
- la proroga dell’opzione donna, con la possibilità, per le lavoratrici, di pensionarsi a 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi;
- la nona salvaguardia, che darebbe la possibilità, ai cosiddetti lavoratori salvaguardati, di pensionarsi con le regole precedenti alla Legge Fornero.