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Reati tributari: come funziona la confisca

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Obbligatoria la confisca per tutte le tipologie di reato tributario, compreso l’occultamento delle scritture contabili.

Nessuna salvezza dalla possibilità di confisca diretta o per equivalente: la legge prevede l’obbligatorietà di tale misura per una serie di illeciti tributari, tra cui l’occultamento e la distruzione di scritture contabili. Inoltre, recentemente, è stata estesa, anche ai reati tributari, la cosiddetta confisca per sproporzione.

Lo scopo dell’inasprimento della normativa consiste nell’evitare che l’impiego economico dei beni o del loro equivalente in denaro, costituenti frutto, prezzo o profitto del reato, possa offrire al colpevole lo stesso vantaggio al quale mirava il disegno criminoso.

Vediamo ora, in materia di reati tributari, come funziona la confisca e la misura che la precede, cioè il sequestro preventivo, e come si conciliano con i reati di distruzione e occultamento delle scritture contabili [1].

Confisca dei beni: cos’è

La confisca dei beni è una misura che viene disposta automaticamente dal giudice in caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti; per la commissione di un delitto in materia tributaria, la riforma stabilisce che la confisca debba sempre essere ordinata sui beni che costituiscono il profitto o il prezzo del reato, salvo che appartengano ad una persona estranea al reato, anche nelle ipotesi per le quali in precedenza non era prospettabile (come la distruzione e l’occultamento di scritture contabili). Tale misura è dunque da considerarsi obbligatoria in ogni caso.

Confisca per equivalente: cos’è

Quando la confisca dei beni non è possibile (perché non è possibile agire direttamente sui beni che costituiscono prezzo, prodotto o profitto del reato), si procede a confiscare un valore corrispondente al prezzo o al profitto del crimine, nella disponibilità del contribuente. La confisca non opera per la parte che il contribuente s’impegna a versare, pertanto non è applicabile nella misura in cui il debito tributario sia pagato a rate, anche successivamente alla chiusura delle indagini preliminari; in caso di mancato versamento, è comunque disposta automaticamente.

Confisca per sproporzione: cos’è 

La confisca in casi particolari, detta anche confisca per sproporzione, è la confisca del denaro, dei beni o delle altre utilità di cui il condannato non può giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito, dichiarato ai fini delle imposte sul reddito, o alla propria attività economica.

A decorrere dal 2019 [2], la confisca per sproporzione è stata prevista anche per i reati tributari, in ipotesi specificamente individuate dal legislatore [3].

Sequestro preventivo: cos’è

Il sequestro preventivo costituisce la misura preordinata alla confisca, che viene applicata nella fase delle indagini preliminari, o nel dibattimento di primo grado, per evitare che il reo possa disporre dei beni.

Anche il sequestro può essere diretto (sul prezzo, sul prodotto o sul profitto del reato), oppure per equivalente (in denaro).

La misura è disposta dal giudice per le indagini preliminari (GIP) su richiesta motivata del pubblico ministero.

Prezzo, prodotto e profitto del reato: definizioni

Il prezzo del reato è il compenso ottenuto da chi mette in atto la condotta punibile penalmente (il reo), come corrispettivo dell’azione criminosa.

Il prodotto del reato consiste nel risultato della violazione, cioè nei beni o valori creati, modificati o acquistati durante il reato.

Il profitto del reato è invece il vantaggio economico ricavato direttamente dall’illecito.

Occultamento e distruzione delle scritture contabili: quando si applica la confisca

Le misure della confisca e del sequestro, in precedenza, non erano contemplate dalla normativa come applicabili ai reati di occultamento e distruzione delle scritture contabili: questo, per le difficoltà nel quantificare l’imposta evasa e l’ammontare da sottoporre a vincolo.

In effetti, sia il reato di occultamento che quello di distruzione delle scritture non implicano di per sé l’evasione fiscale, ma solo un ostacolo all’accertamento tributario.

Nella pratica, la problematica è comunque risolta dall’accertamento induttivo effettuato dal fisco, fatto, poi, proprio dal giudice per quantificare l’imposta evasa.

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