Trattamento pensionistico integrato al minimo, incremento al milione, pensione di cittadinanza ed assegno sociale.
In materia di previdenza, si sa, la confusione regna sovrana, complici una moltitudine di gestioni e di regole differenti. Così, si parla spesso di pensione minima, ma ognuno dà un significato diverso a questo termine. La pensione minima a chi spetta?
C’è chi, per pensione minima, intende l’integrazione al trattamento minimo, cioè l’aumento della pensione sino all’importo minimo previsto presso il fondo pensione dei lavoratori dipendenti Fpld. C’è invece chi, con il termine pensione minima, intende l’incremento al milione del trattamento pensionistico, cioè l’aumento della pensione ad opera delle maggiorazioni sociali.
Altre persone con il termine pensione minima indicano l’assegno sociale o la pensione sociale: si tratta però non di pensioni vere e proprie, ma di prestazioni di assistenza erogata dall’Inps a tutti i cittadini anziani in stato di bisogno, a prescindere dal versamento dei contributi.
Da pochi anni, si è poi aggiunta la pensione di cittadinanza: anche in questo caso, non parliamo di trattamento pensionistico ma di assistenza, spettante peraltro non con riferimento al singolo beneficiario, ma ad un intero nucleo familiare.
Riassumiamo allora le caratteristiche di queste quattro prestazioni, per comprendere in modo completo quali sono i diritti, sia previdenziali che assistenziali, dei cittadini anziani in stato di bisogno.
Pensione integrata al minimo
L’integrazione al trattamento minimo è una prestazione economica che l’Inps riconosce a chi ha una pensione molto bassa, al di sotto del cosiddetto minimo vitale, pari, nel 2021, a 515,58 euro mensili. In sostanza, l’integrazione al minimo determina un innalzamento dell’importo della pensione, sino al valore esposto.
Carla percepisce una pensione piuttosto bassa, pari a 400 euro mensili e non ha altri redditi. Grazie all’integrazione al minimo, la sua pensione diventa pari a 515,58 euro.
È importante osservare che non tutte le pensioni sotto la soglia minima possono beneficiare dell’incremento: le pensioni calcolate con sistema interamente contributivo (esclusa l’opzione donna), ad esempio, non sono integrabili al minimo; inoltre, per aver diritto all’incremento al minimo in misura piena è necessario rispettare precisi requisiti di reddito.
Nello specifico:
- i non coniugati hanno diritto all’integrazione al minimo:
- in misura piena, con un reddito annuo non superiore a 6.702,54 euro, cioè al trattamento minimo;
- in misura parziale, con un reddito annuo superiore a 6.702,54 euro, sino a 13.405,08 euro (cioè sino a due volte il trattamento minimo annuo); se il reddito supera la soglia di 13.405,08 euro, non si ha diritto ad alcuna integrazione;
- i coniugati hanno diritto all’integrazione al minimo:
- in misura piena, con reddito annuo complessivo proprio e del coniuge entro 20.107,62 euro e reddito del pensionato entro 6.702,54 euro;
- in misura parziale, con reddito annuo complessivo proprio e del coniuge oltre 20.107,62 euro, ma entro 26.810,16 euro (cioè sino a quattro volte il trattamento minimo annuo), e reddito del pensionato entro 13.405,08 euro (deve essere applicato un doppio confronto, tra reddito personale e reddito della coppia: l’integrazione applicata è pari all’importo minore risultante dal doppio confronto); se il reddito personale e del coniuge supera i 26.810,16 euro, o se il solo reddito personale supera la soglia di 13.405,08 euro, non si ha diritto ad alcuna integrazione.
Per approfondire leggi: Integrazione al minimo.
Pensione con incremento al milione
Chi percepisce una pensione dall’Inps, l’assegno sociale o una prestazione per inabilità, può beneficiare, a specifiche condizioni, dell’incremento al milione, se over 70 (il requisito anagrafico può essere accorciato di un anno ogni 5 anni di contributi posseduti; ai beneficiari di pensione d’inabilità basta essere maggiorenni).
L’importo dell’incremento al milione, comprensivo dell’eventuale maggiorazione sociale, non può superare l’importo mensile determinato dalla differenza fra l’importo di 652,02 euro– l’ammontare massimo a cui può arrivare la prestazione Inps incrementata, per il 2021- e l’ammontare del trattamento stesso.
Anche le pensioni calcolate con sistema interamente contributivo sono incrementabili al milione.
Assegno sociale
L’assegno sociale è un importante sostegno economico per le persone che hanno compiuto 67 anni e si trovano in stato di bisogno: si tratta infatti di un sussidio dell’importo di 460,28 euro al mese, incrementabile sino a 652 euro, spettante se il reddito personale e dell’eventuale coniuge non superano specifiche soglie, aggiornate annualmente. In particolare, il reddito non deve essere superiore a:
- 5.983,64 euro annui, con riferimento al reddito personale (valore 2021);
- 11.967,28 euro annui (valore 2021), se il richiedente è coniugato (si considera il reddito personale assieme al reddito del coniuge).
Tra i redditi rilevanti per il diritto all’assegno sociale, la pensione calcolata con sistema interamente contributivo rientra solo in parte: un terzo del suo importo, difatti (sino a un ammontare massimo non superiore a 1/3 dell’assegno sociale) può essere escluso dai redditi rilevanti nella soglia massima per il diritto all’assegno. La generalità delle pensioni è invece incompatibile con l’assegno sociale e non può essere integrata da questa prestazione.
Ricordiamo che l’assegno sociale, dal 1996, sostituisce la pensione sociale. Per saperne di più leggi: Guida all’assegno sociale.
Pensione di cittadinanza
La pensione di cittadinanza è una prestazione di assistenza che spetta a tutti i nuclei familiari in situazione di bisogno, se composti solo da over 67 o disabili gravi.
L’importo della pensione di cittadinanza, che può anche integrare una pensione d’importo basso, è pari a 630 euro mensili, se nel nucleo c’è una sola persona ed è:
- aumentato in base alla scala di equivalenza (ogni componente adulto del nucleo vale 0,4 punti ed ogni minorenne 0,2, sino a un massimo di 2,1- 2,2 se ci sono componenti disabili gravi), sino a un massimo di 386 euro mensili;
- diminuito del reddito complessivo prodotto da tutti i membri della famiglia, nel quale rientrano anche le pensioni eventualmente percepite.
Inoltre, la pensione di cittadinanza può essere incrementata sino a ulteriori 150 euro mensili, se la famiglia è in affitto o se è in pagamento un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale.
Per approfondire leggi la nostra guida alla pensione di cittadinanza.
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