Possibilità di scomputare dal reddito imponibile professionale i contributi previdenziali versati alla Cassa Forense.
L’iscrizione alla Cassa Forense è obbligatoria per gli avvocati iscritti agli Albi professionali forensi e per gli iscritti agli Albi forensi che svolgono funzioni di giudice di pace, di giudice onorario di tribunale e di sostituto procuratore onorario di udienza; è facoltativa per gli iscritti nel Registro dei praticanti. Ma la deduzione contributi avvocati dal reddito è possibile? In altri termini, ci si domanda se sia consentito scomputare dal reddito imponibile la contribuzione previdenziale versata alla Cassa forense.
A questo proposito, è importante tener presente che l’avvocato iscritto a Cassa forense è obbligato a versare, innanzitutto, un contributo soggettivo di base, commisurato al reddito professionale e determinato sulla base di scaglioni reddituali, con una misura minima predeterminata.
È inoltre obbligato a versare un contributo integrativo, corrispondente a una maggiorazione percentuale (normalmente pari al 4%) su tutti i corrispettivi rientranti nel volume annuale d’affari ai fini dell’Iva, nonché un contributo per maternità.
Il professionista può infine versare la contribuzione facoltativa, per ottenere un’integrazione della pensione liquidata da Cassa forense.
Quali contributi si possono dedurre dal reddito?
L’avvocato può scomputare dal reddito imponibile Irpef, come oneri deducibili:
- i contributi soggettivi versati a Cassa Forense, calcolati in percentuale sul reddito professionale netto dichiarato ai fini Irpef;
- il contributo obbligatorio di maternità;
- tutti gli eventuali contributi modulari versati volontariamente;
- la contribuzione versata per il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare;
- i versamenti effettuati quale onere di ricongiunzione;
- i contributi dovuti a seguito di retrodatazione.
Non è previsto un limite massimo di deducibilità dei contributi, che possono quindi essere scomputati sino all’ammontare del reddito imponibile ai fini Irpef.
Si applica il regime di cassa: possono cioè essere dedotti i versamenti effettuati nell’anno considerato.
Si possono dedurre i contributi integrativi?
Non è possibile dedurre dal reddito il contributo integrativo, in quanto si tratta di un onere addebitato in fattura al cliente o al committente, che viene poi versato alla Cassa Forense.
Questo contributo non concorre alla formazione del reddito imponibile Irpef dell’avvocato; quindi, non può essere dedotto dal reddito complessivo.
Quali contributi possono dedurre gli avvocati aderenti al regime forfettario?
Se il professionista ha aderito al cosiddetto regime fiscale forfettario, o flat tax [2], le regole in merito alla deduzione dei contributi previdenziali sono differenti.
È difatti possibile dedurre soltanto la contribuzione previdenziale obbligatoria, mentre non è possibile sottrarre dal reddito professionale:
- i contributi modulari volontari;
- la contribuzione da riscatto;
- gli oneri di ricongiunzione.
La legge che disciplina il regime forfettario [2] non comprende dunque tra i contributi deducibili quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza, inclusi quelli per la ricongiunzione di periodi assicurativi.
In ogni caso, qualora l’importo dei contributi obbligatori del professionista in regime forfettario risulti superiore al reddito che ha dichiarato, è possibile dedurli nei limiti del reddito professionale stesso, assoggettato alla tassazione del 5% (forfettario super agevolato) o del 15%; l’eccedenza può essere dedotta, eventualmente e sussistendo ulteriori redditi non sottoposti all’imposizione forfettaria, nel quadro Rp del modello Redditi (oneri deducibili), rigo RP21.
In mancanza di reddito imponibile Irpef, l’eventuale eccedenza non può essere dedotta.
In altri termini, per quanto riguarda i professionisti aderenti al regime forfettario:
- è possibile dedurre solo i contributi previdenziali obbligatori;
- la deduzione deve essere effettuata, prioritariamente, dal reddito d’impresa o di lavoro autonomo;
- solo per la parte che non trova capienza nel reddito derivante dall’attività professionale, è possibile procedere con la deduzione dal reddito complessivo.
Come si deducono i contributi previdenziali?
In base a quanto osservato, in merito alla deduzione dei contributi versati alla Cassa Forense:
- se l’avvocato aderisce al regime fiscale ordinario- semplificato, i contributi previdenziali obbligatori e facoltativi si deducono dal reddito complessivo ai fini Irpef, nel quadro Rp del modello Redditi persone fisiche, rigo Rp21;
- se l’avvocato aderisce al regime forfettario, i soli contributi previdenziali obbligatori si deducono, in dichiarazione dei redditi, dal reddito professionale da assoggettare a imposta sostitutiva, ottenuto applicando ai ricavi la percentuale di decurtazione; nel caso in cui il reddito non sia sufficiente alla deduzione e risulti un’eccedenza, è possibile dedurli dal reddito complessivo ai fini Irpef, se sussistente, nel quadro Rp del modello Rpf, rigo Rp21;
Tiziano, libero professionista aderente al forfettario, ha guadagnato 30mila euro nell’anno ed ha versato 5mila euro di contribuzione obbligatoria. Dal reddito imponibile, pari a 23.400 euro (in quanto si applica la percentuale forfettaria di decurtazione del 22%), può dunque dedurre 5.000 euro. Il reddito da tassare con imposta sostitutiva risulterà dunque pari a 18400 euro.
Per saperne di più, leggi: Forfettario, dichiarazione dei redditi.
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