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Pensione minima 2019

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Pensione da 780 euro al mese: che cos’è, come funziona, chi ne ha diritto, quali requisiti, come si richiede.

Una pensione minima per tutti, pari a 780 euro al mese, grazie al reddito di cittadinanza: la misura, della quale si è discusso parecchio negli ultimi mesi,  sarà attuata col cosiddetto pacchetto previdenza, che dovrebbe essere inserito nella  legge di bilancio, e diventerà operativa dal 2019. Il reddito di cittadinanza, difatti, non sarà soltanto una misura temporanea per i disoccupati e gli inoccupati, ma rappresenterà anche una sorta d’integrazione della pensione per chi possiede un trattamento basso.

I disoccupati, per ottenere il reddito di cittadinanza, dovranno impegnarsi, supportati dai centri per l’impiego (che saranno riformati) nella ricerca attiva di lavoro, nella frequenza di corsi di formazione e dovranno lavorare per 8 ore alla settimana a favore del Comune di residenza. Non si sa, invece, se gli stessi impegni saranno previsti per coloro che lavorano, ma hanno un reddito basso integrato dal reddito di cittadinanza, mentre è certo che nessun obbligo sarà previsto per ottenere la pensione minima di cittadinanza.

Il reddito di cittadinanza dovrebbe in pratica diventare una pensione minima permanente per i pensionati che possiedono un trattamento basso, sia che si tratti di una prestazione previdenziale, come la pensione di vecchiaia o anticipata, sia che si tratti di una prestazione di assistenza, come l’assegno sociale.La pensione di cittadinanza dovrebbe dunque assorbire sia l’integrazione al trattamento minimo, che dal 2019 ammonterà a 513 euro al mese, che le maggiorazioni sulla pensione, come la maggiorazione sociale e l’incremento al milione: la misura dovrebbe essere permanente e non condizionata all’impegno in percorsi di politica attiva del lavoro, in quanto ovviamente non sarebbe concepibile obbligare i pensionati a cercare un’occupazione per integrare l’assegno mensile.

In ogni caso, considerando che ad oggi la pensione minima, comprensiva di integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale e incremento al milione, può arrivare a circa 650 euro mensili, la differenza con la pensione minima derivante dal reddito di cittadinanza non sarebbe enorme.

Bisogna poi considerare che la pensione minima di cittadinanza non sarà per tutti i pensionati, in quanto si dovrà rispettare una soglia di reddito Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente, in pratica l’indice che misura la ricchezza delle famiglie) e non si potrà possedere un patrimonio mobiliare e immobiliare superiore a un determinato valore.

Ma procediamo per ordine e facciamo il punto sulla pensione minima 2019 che si otterrà grazie al reddito di cittadinanza.

Che cos’è la pensione minima di cittadinanza?

Grazie alla pensione minima di cittadinanza, ciascun cittadino potrà contare su una pensione minima mensile. Nel dettaglio, la pensione minima di cittadinanza, in base a quanto emerge dal pacchetto previdenza, consiste in una prestazione economica che si riceverà ogni mese, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono una pensione sotto la soglia di povertà.

È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini della pensione di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente: questa è la soglia di povertà definita da Eurostat nel 2014. In base ai dati 2016, la soglia di povertà è passata a 812 euro, ma le proposte presentate sinora parlano di un reddito di cittadinanza e di una pensione di cittadinanza non superiori a 780 euro mensili e non parlano di adeguamenti.

A quanto ammonta la pensione minima di cittadinanza?

La pensione di cittadinanza, così come il reddito di cittadinanza, dovrebbe ammontare a 780 euro per ogni persona adulta e disoccupata; per chi ha un reddito sotto soglia, pensione compresa, il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza integreranno gli importi percepiti sino ad arrivare a 780 euro al mese.

L’assegno crescerà, poi, in base al numero di figli. Il Governo, nel determinare l’importo dei sussidi, vorrebbe partire da una scala Ocse modificata e ricalibrata, in modo da ottenere lo 0,4 in più per ogni adulto e lo 0,2 per ogni minore. In base a quanto reso noto, non si potranno superare i 18mila euro annui, in caso di nucleo familiare numeroso.

L’importo sarà diminuito, per chi non paga l’affitto, di circa 300 euro mensili.

Il reddito e la pensione di cittadinanza, che dovrebbero interessare una platea di 9 milioni di italiani, saranno esentasse e non pignorabile.

Chi ha diritto alla pensione minima di cittadinanza?

Potranno chiedere la pensione di cittadinanza coloro che percepiscono una pensione inferiore alla soglia di povertà, pari, come abbiamo osservato, a 780 euro mensili.

Nello specifico, pensione di cittadinanza e reddito di cittadinanza potranno essere richiesti dai cittadini maggiorenni che soddisfano una delle seguenti condizioni:

    • si trovano in stato di disoccupazione o risultano inoccupati (cioè hanno perso il posto o non hanno mai lavorato); questa condizione non è richiesta per la pensione di cittadinanza;
    • percepiscono un reddito inferiore alla soglia di povertà, cioè sotto i 780 euro mensili (soglia valida per una persona singola);
    • possiedono un Isee del nucleo familiare inferiore a 9.360 euro;
    • possiedono un patrimonio mobiliare del nucleo familiare non superiore a 10mila euro; il patrimonio mobiliare potrà essere incrementato di 5mila euro per i disabili;
    • possiedono al massimo due immobili, ma il secondo immobile non deve avere un valore superiore a 30mila euro.

    Sarà dunque essere richiesta la dichiarazione Isee per beneficiare del reddito di cittadinanza.

Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto alla pensione minima di cittadinanza?

pensionati che lavorano avranno diritto all’integrazione alla pensione minima di 780 euro soltanto se il reddito di pensione e il reddito di lavoro, sommati assieme (e assieme ad altri eventuali redditi), risulteranno inferiori a 780 euro mensili.

Quali pensionati hanno diritto alla pensione minima di cittadinanza?

Ad oggi, chi possiede una pensione bassa ha diritto all’integrazione al trattamento minimo, pari a 507,42 euro mensili (513 euro dal 2019), se possiede determinati requisiti di reddito personale e familiare. Inoltre, può aver diritto alla maggiorazione sociale della pensione e all’incremento al milione, sino ad arrivare a una pensione minima di circa 650 euro mensili.

Con l’entrata in vigore della pensione di cittadinanza, l’integrazione del reddito arriverà a 780 euro mensili, ma solo per chi possiede, oltre ai requisiti reddituali, anche quelli patrimoniali ed Isee relativi al nucleo familiare.

Chi riceve prestazioni di assistenza ha diritto alla pensione minima di cittadinanza?

Gli importi mensili del reddito e della pensione di cittadinanza, come avviene ora per il reddito d’inclusione Rei, saranno ridotti in corrispondenza al valore mensile di eventuali prestazioni di assistenza di cui fruiscono uno o più componenti del nucleo familiare. In particolare, le prestazioni saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili per ogni familiare del nucleo.

Ciò vuol dire, ad esempio, che se si percepisce l’assegno sociale si ha diritto non alla pensione minima di 780 euro, ma a un’integrazione dell’assegno sociale, sino ad arrivare a 780 euro mensili, comprensivi dell’assegno stesso (che ammonta, nel 2018, a 453 euro, e nel 2019 salirà a 457,98 euro). L’integrazione sarà più bassa se spettano le maggiorazioni sull’assegno sociale.

Per ottenere la pensione minima di cittadinanza si deve lavorare?

In base a quanto reso noto, per ottenere la pensione di cittadinanza non sarà necessario lavorare, fare del volontariato o impegnarsi in percorsi di politica attiva del lavoro. Il sussidio spetta soltanto in base al reddito posseduto, come avviene oggi per l’integrazione al minimo.

Per ottenere il reddito di cittadinanza si deve lavorare?

Al contrario, il reddito di cittadinanza obbligherà il beneficiario non solo a cercare assiduamente un lavoro ed a riqualificarsi, ma anche ad offrire 8 ore alla settimana di lavoro gratuito per il proprio Comune di residenza.

Chi si rifiuterà di lavorare perderà il sussidio.

Per quanto riguarda, poi, la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro previste per il beneficiario del reddito di cittadinanza, sarà obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):

  • iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
  • iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
  • offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (come abbiamo osservato, l’impegno lavorativo richiesto è di 8 ore settimanali);
  • frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
  • effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno;
  • comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
  • accettare uno dei primi tre lavori che verranno offerti (nell’ambito del proprio distretto territoriale).

Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, avrà comunque diritto all’integrazione del reddito, senza bisogno di partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro. Lo stesso vale, ovviamente, per i pensionati, che avranno diritto, come abbiamo osservato, alla pensione minima da 780 euro al mese. Purchè, in entrambi i casi, si possiedano i requisiti reddituali e patrimoniali prescritti.

Che cosa succede alla pensione minima di cittadinanza per chi rifiuta un lavoro?

Come abbiamo osservato, per ottenere la pensione minima di cittadinanza non è necessario lavorare, quindi si può ottenere il sussidio a prescindere dalla ricerca o dall’accettazione di un impiego.

Che cosa succede al reddito di cittadinanza per chi rifiuta un lavoro?

L’interessato che percepisce il reddito di cittadinanza, invece, potrà rifiutare al massimo tre proposte lavorative eque nell’arco di due anni. Avrà anche la possibilità di recedere dall’impiego per due volte nell’arco dell’anno solare. Superati questi limiti, perderà il sussidio.

Come si chiede la pensione minima di cittadinanza?

Ad oggi si sa ancora con quali modalità dovranno essere richiesti il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza: molto probabilmente, la procedura sarà simile a quella con la quale si richiede il reddito d’inclusione Rei, quindi ci si dovrà rivolgere al proprio Comune di residenza.

Il sussidio sarà infatti erogato attraverso una carta acquisti.


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