
Che cos’è la pensione quota 100 e chi ne ha diritto: requisiti, vantaggi e svantaggi, data di uscita dal lavoro.
Sono state davvero numerose, in materia di uscita agevolata e flessibile dal lavoro, le discussioni sulla cosiddetta pensione quota 100: questa nuova tipologia di trattamento, divenuta legge col decreto pensioni, offre, in pratica, la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con un requisito minimo di età e contribuzione.
La quota 100 è sicuramente conveniente per chi possiede diversi anni di contributi, mentre non è risolutiva per chi di anni di contribuzione ne possiede pochi: affianca, in ogni caso, la pensione di vecchiaia, quindi per coloro che possiedono, ad esempio, 20 anni di contributi, non sussiste alcun rischio di doversi pensionare ad 80 anni (in quanto per arrivare alla quota 100 con 20 anni di contributi sarebbe necessario un minimo di 80 anni di età).
Chi possiede molti anni di contributi può invece continuare a utilizzare la pensione anticipata, che sino al 31 dicembre 2026 si può raggiungere con 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne (dal 2019, la decorrenza è stata però spostata in avanti di 3 mesi, con l’applicazione delle finestre). Ma procediamo per ordine e vediamo nel dettaglio, in merito alla pensione anticipata, come funziona la quota 100.
Attenzione, il nome “quota”, che sta a significare la somma dell’età pensionabile e degli anni di contributi posseduti, non deve ingannare: non tutti coloro che possiedono una quota pari a 100, difatti, possono pensionarsi, ma solamente in presenza di un requisito anagrafico e contributivo minimo.
Inoltre, non tutti i contributi posseduti possono essere valorizzati per la pensione quota 100: non contano, ad esempio, i versamenti accreditati presso le gestioni previdenziali dei liberi professionisti.
Nel corso del triennio sperimentale in cui è possibile raggiungere la quota 100, più volte è stata proposta l’abrogazione anticipata della misura. Avevamo parlato delle possibili modifiche in: Quota 100, nuove regole.
Ad oggi, in ogni caso, un’abolizione anticipata è assai improbabile, dato che la naturale scadenza della misura è fissata il 31 dicembre 2021.
Come si calcola la quota 100
La quota è il risultato della somma dell’età pensionabile dell’interessato e degli anni di contributi posseduti: non si tratta di una novità assoluta, in quanto, prima che entrasse in vigore la legge Fornero, era possibile ottenere la pensione di anzianità (ora abolita per la generalità dei lavoratori e sostituita dalla pensione anticipata) con le quote.
Ad oggi sopravvivono alcune tipologie residuali di pensione di anzianità con le quote: si tratta delle pensioni degli addetti ai lavori usuranti, delle pensioni dei beneficiari delle salvaguardie e del cosiddetto salvacondotto.
Quando l’età o le annualità di contribuzione non corrispondono a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi:
- ad esempio, se il lavoratore ha raggiunto 63 anni e 6 mesi di età, ai fini del calcolo della quota deve indicare 63,5;
- se il lavoratore ha raggiunto 38 anni e 6 mesi di contributi, ai fini della quota deve indicare 38,5.
In base a quanto stabilito dal decreto pensioni, per uscire dal lavoro con la quota 100 è stabilita un’età minima e un requisito contributivo minimo.
Età e anni di contributi minimi per la quota 100
La pensione anticipata quota 100 può essere ottenuta con un’età minima di 62 anni ed una contribuzione minima pari a 38 anni. In buona sostanza, anche se si raggiunge la quota 100, non ci si può pensionare se l’età non risulta almeno pari a 62 anni ed i contributi non risultano almeno pari a 38 anni. Per chi ha 63 anni, dunque, la quota diventa 101, in quanto resta fermo il requisito contributivo dei 38 anni, per chi ne ha 64 la quota è 102, per chi ne ha 65 è 103, e così via…
Precedenti proposte invece fissavano l’età minima a 64 anni ed la contribuzione minima a 36 anni, ma sono state scartate.
Requisito contributivo quota 100
Il requisito di 38 anni di contributi per la quota 100:
- non subisce gli adeguamenti alla speranza di vita;
- deve comprendere almeno 35 anni di contributi utili per il diritto alla pensione di anzianità (sono esclusi i contributi figurativi per malattia e disoccupazione), se richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidata la pensione;
- è verificato tenendo conto delle regole della gestione previdenziale che liquida il trattamento;
- può essere raggiunto anche attraverso il cumulo gratuito dei versamenti accreditati presso le gestioni amministrate dall’Inps; per gli iscritti all’ex Enpals (gestione spettacolo e sport), è possibile cumulare i versamenti accreditati presso la gestione con i contributi accreditati presso l’Inps, secondo le disposizioni vigenti [3];
- può essere raggiunto anche sommando la contribuzione accreditata all’estero, in Paesi europei o convenzionati con l’Italia in materia di sicurezza sociale, purché non abbiano già dato luogo alla liquidazione di un’altra pensione in Italia; può chiedere la quota 100 anche chi è titolare di una pensione all’estero, o chi si avvale del cumulo gratuito tra diverse gestioni di previdenza obbligatoria italiane.
È possibile accedere alla pensione quota 100 anche avvalendosi dell’opzione contributiva [4]o della facoltà di computo dei versamenti nella gestione separata.
Pensione quota 100 con cumulo dei contributi
La pensione anticipata quota 100, in base a quanto emerso dal decreto pensioni, può essere raggiunta anche col cumulo dei contributi, cioè sommando gratuitamente la contribuzione accreditata in casse diverse, ad esclusione delle casse dei liberi professionisti.
I contributi potranno essere sommati sia ai fini del raggiungimento del requisito della quota, sia ai fini del raggiungimento del requisito contributivo, cioè dei 38 anni di contributi.
La quota 100 con cumulo dei contributi favorisce l’uscita dal lavoro di tutti coloro che hanno avuto una carriera discontinua, con versamenti in casse diverse. In caso contrario, non potrebbero fruire del pensionamento tutti i lavoratori che hanno versamenti in fondi differenti, a meno che non raggiungano, in almeno un fondo, la quota 100 ed un minimo di 38 anni di contributi, non potendo sommare la contribuzione accreditata in altre gestioni.
Possono essere valorizzate anche le settimane di contribuzione accreditate nei Paesi Ue o convenzionati con l’Italia.
Per saperne di più: Quota 100 con cumulo.
Pensione quota 100: nuovi requisiti in arrivo
In base alle ultime proposte, che potrebbero essere attuate nel 2022, la quota 100 potrebbe vedere il requisito di età elevato a 64 anni, o adeguato alla speranza di vita. Per saperne di più: Quota 100, nuove regole. In sostanza, sarebbe attivata una nuova tipologia di pensione, intermedia tra la quota 100 ed il pensionamento ordinario, per evitare lo “scalone” che inevitabilmente si andrebbe a creare al termine del triennio di sperimentazione.
Pensione quota 100 3 anni prima: quota 94 o staffetta generazionale
Pensionarsi a partire dalla quota 94, ossia con soli 59 anni di età e 35 anni di contributi: questa costituiva una interessante possibilità, prevista dalla normativa, per i cessati dal lavoro all’inizio del 2019.
La possibilità, chiamata staffetta generazionale, esiste a tutt’oggi e riguarda i lavoratori che maturano i requisiti per quota 100 entro il 31 dicembre 2021.
Con la staffetta si ottiene non una vera e propria pensione, ma un assegno di prepensionamento, molto simile agli attuali isopensione e assegno straordinario: in pratica, si tratta di una prestazione di accompagnamento alla pensione, d’importo pari, o molto vicino, al futuro trattamento spettante.
Il nuovo assegno di prepensionamento, nello specifico, può essere richiesto dai lavoratori raggiungono i requisiti per la pensione quota 100 entro il 31 dicembre 2021, se appartenenti a un’azienda che aderisce ad un ente bilaterale e che ha sottoscritto appositi accordi sindacali.
Il pensionamento anticipato è finanziato sia dall’azienda che dal fondo di solidarietà bilaterale a cui aderisce, anche con l’intervento dei fondi interprofessionali: alcuni di questi fondi, attualmente destinati alla formazione continua dei dipendenti, possono essere, in tutto o in parte, destinati agli anticipi pensionistici finalizzati al ricambio generazionale. Ad ogni prepensionamento, difatti, deve seguire un’assunzione incentivata: proprio per questo, il provvedimento della pensione quota 100 sino a 3 anni prima è stato ribattezzato “staffetta generazionale”.
Risulta possibile prepensionare i lavoratori senza assumerne di nuovi, comunque, per le aziende in crisi.
In definitiva, la staffetta generazionale, anche se consente un ulteriore anticipo rispetto alla quota 100, non impatta sui conti pubblici, in quanto interamente finanziata dalle aziende e dai fondi interprofessionali.
Prima decorrenza per la quota 100
La prima decorrenza per la quota 100 risulta:
- il 1° aprile 2019, per i lavoratori del settore privato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018;
- il 1° agosto 2019, per i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 28 gennaio 2019.
Per la pensione quota 100 sono previste le finestre?
Sono state reintrodotte le finestre, per l’uscita anticipata con quota 100, finalizzate ad evitare l’esodo di massa dei lavoratori. In particolare, sono state previste inizialmente delle finestre fisse, poi delle finestre mobili, per scaglionare i pensionamenti. In buona sostanza, chi si pensiona con la quota 100 deve attendere un arco di tempo, la finestra appunto, tra la maturazione dei requisiti e la liquidazione della pensione.
Le finestre previste per gli statali sono pari a sei mesi; si applica la finestra unica al personale della scuola.
Finestre per la pensione quota 100
La prima data utile alla pensione quota 100 risulta il 1° aprile 2019, il 1° agosto 2019 per i dipendenti pubblici. Per evitare l’esodo di massa dei lavoratori con l’uscita anticipata quota 100, sono state poi reintrodotte le finestre mobili di attesa, che spostano la decorrenza della pensione. In particolare:
- i lavoratori del settore privato che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2018, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione il 1° aprile 2019;
- i lavoratori del settore privato che maturano i requisiti dal 1° gennaio 2019, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi;
- i dipendenti pubblici che maturano i requisiti entro l’entrata in vigore del decreto pensioni, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione il 1° agosto 2019;
- i dipendenti pubblici che maturano i requisiti dal giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi 6 mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi;
- la domanda di collocamento a riposo, per i dipendenti pubblici, deve essere presentata all’amministrazione di appartenenza con un preavviso di sei mesi;
- per i dipendenti del comparto scuola si applica la finestra unica di uscita.
In base a quanto esposto nel decreto, dunque, escluse le finestre per i dipendenti della scuola, e la finestra del 1° aprile e del 1° agosto, rispettivamente dedicate ai lavoratori del settore privato e pubblico, le ulteriori finestre sono mobili, e non finestre fisse.
Se il trattamento pensionistico è liquidato a carico di una gestione esclusiva dell’assicurazione generale obbligatoria (Ago), la prima decorrenza utile della pensione è fissata al primo giorno successivo all’apertura della finestra.
Se, invece, il trattamento è liquidato a carico di una gestione diversa da quella esclusiva dell’assicurazione generale obbligatoria, la prima decorrenza utile della pensione è fissata al primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.
Pensione quota 100: numero chiuso?
In base a quanto emerso dal decreto pensioni, non è previsto un numero chiuso per la quota 100, ma la misura dura per 3 anni, sino al 31 dicembre 2021, ed è subordinata alle finestre di attesa. Nulla è cambiato nella conversione in legge del decreto pensioni.
Quanto si perde con quota 100: campagna informativa Inps per scoraggiare i pensionamenti
Nel 2018, l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri, per scoraggiare un’uscita dal lavoro di massa con la quota 100, aveva preparato una campagna informativa destinata agli aspiranti pensionati, con le proiezioni di quanto si andrebbe a perdere anticipando la pensione. Ma quanto si perde anticipando la pensione con quota 100?
In base alle proiezioni degli esperti, non esiste una risposta uguale per tutti, ma dipende:
- da quanti sono gli anni di anticipo del pensionamento (Boeri confrontava il pensionamento a 62 anni col pensionamento a 67 anni, quindi con ben 5 anni di differenza; c’è chi, però, potrebbe comunque pensionarsi prima dei 67 anni, con la pensione anticipata ordinaria Fornero: in questi casi lo scarto sarebbe minore del 21% circa ipotizzato da Boeri);
- dall’ammontare delle ultime retribuzioni o redditi: Boeri aveva ipotizzato una crescita costante, ma le retribuzioni, a fine carriera, potrebbero anche crollare, ad esempio per la richiesta di un part time; in queste ipotesi, chi resta al lavoro vede addirittura diminuire, e non aumentare, la quota retributiva di pensione;
- per quanto riguarda la quota di pensione da calcolare col sistema contributivo, una penalizzazione, nell’anticipo dell’uscita, sussiste sempre, in quanto chi prima esce versa meno contributi, ottiene minori rivalutazioni ed un coefficiente di trasformazione (la cifra che trasforma la somma dei contributi in assegno di pensione, che cresce all’aumentare dell’età) più basso; la penalizzazione, in termini di “mancato guadagno”, dipende dall’età al momento del pensionamento e dall’ammontare dei redditi, o stipendi.
Per saperne di più: Quanto si perde con la quota 100?
Quota 100 per la scuola
Le novità in materia di pensioni hanno interessato anche il personale del comparto scuola: sia la nuova pensione anticipata con quota 100, che la pensione anticipata ordinaria con i requisiti bloccati e la proroga dell’opzione donna, sono state assoggettate alla finestra unica di uscita.
Per i dipendenti delle istituzioni scolastiche, difatti, la cessazione dal servizio e la decorrenza della pensione hanno effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico, nel caso in cui la maturazione dei requisiti per il pensionamento sia prevista entro il 31 dicembre dell’anno.
Questa particolare disciplina è dovuta al fatto che il personale della scuola deve assicurare la continuità didattica, pertanto l’uscita dal lavoro è basata sul calendario scolastico.
Considerando che la pensione con Quota 100, il blocco dei requisiti per la pensione anticipata e la proroga dell’opzione donna sono entrate in vigore in ritardo, il personale a tempo indeterminato della scuola poteva presentare, entro il 28 febbraio 2019, domanda di cessazione dal servizio con effetti dall’inizio dell’anno scolastico o accademico.
Per il personale delle istituzioni scolastiche ci sono altre buone notizie:è prevista, difatti, la possibilità di incassare il Tfs o il Tfr (cioè il trattamento di fine servizio ed il trattamento di fine rapporto) immediatamente, con un finanziamento bancario i cui interessi saranno a carico dello Stato.
Per saperne di più: Quota 100 scuola.
Quota 100 per gli esuberi
Un’altra recente proposta, in merito alla quota 100, prevedeva invece l’accesso alla pensione senza limiti minimi di età e anzianità contributiva, ma riservato soltanto a determinate categorie di lavoratori: si trattava della cosiddetta quota 100 per gli esuberi. La misura sarebbe stata dedicata, prioritariamente, ai lavoratori in esubero, per la precisione ai dipendenti più anziani che rischiano il licenziamento per riduzione del personale, o che sono già stati licenziati.
In base a quanto disposto nel decreto pensioni, la quota 100 per gli esuberi è stata sostituita dalla cosiddetta staffetta generazionale, e dalla proroga dell’Ape sociale
Resteranno in piedi, comunque, l’assegno straordinario, l’isopensione e l’Ape aziendale, l’anticipo pensionistico volontario pagato dalle aziende. Chi percepisce l’isopensione non potrà cambiare la misura con la quota 100.
Non ci saranno, ad ogni modo, penalità per i lavoratori: quanto eventualmente perso, in termini di assegno mensile, a causa dell’uscita dal lavoro prima della maturazione della pensione di vecchiaia dovrebbe essere recuperato grazie a versamenti aggiuntivi dell’azienda, che accrediterebbero, in questo modo, i contributi dovuti sino all’età pensionabile.
La pensione quota 100 è soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita?
La pensione anticipata quota 100 non è soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita, ma solo allo spostamento della decorrenza, attraverso l’applicazione delle finestre.
La pensione quota 100 conviene più dell’attuale pensione anticipata?
La pensione quota 100, nella generalità dei casi, dal punto di vista dei requisiti prescritti appare più conveniente della pensione anticipata, per la quale attualmente sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Dipende, tuttavia, dall’età dell’interessato e dalla carriera personale: per i lavoratori precoci con una carriera continuativa, considerando lo sbarramento dei 62 anni di età, potrebbe risultare più conveniente la pensione anticipata ordinaria.
Con la pensione quota 100 ci sono penalità?
Per arginare il grande numero di lavoratori che potrebbero pensionarsi con la quota 100 e rendere sostenibile questa nuova possibilità, era stato ipotizzato sia il ricalcolo contributivo delle annualità di pensione dal 1996 in poi (in pratica, il calcolo misto anche per chi avrebbe diritto al calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011), sia il ricalcolo contributivo integrale. Erano state ipotizzate anche penalizzazioni percentuali, per ogni anno mancante all’età pensionabile.
In base a quanto disposto dal decreto pensioni, la quota 100 è calcolata come qualsiasi altro trattamento pensionistico, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto o il ricalcolo integralmente contributivo.
Il calcolo della pensione è dunque:
- retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
- integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.
Per saperne di più: Quota 100 senza penalità
Per capire meglio le differenze di calcolo della pensione: Come si calcola la pensione.
Quota 100: le stime ufficiali su quanto si perde
L’ultima stima proposta sulle eventuali perdite con quota 100 è al momento quella dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, basata su un campione statistico approssimativo.
Scegliere quota 100 può costare, in termini di minore pensione, dal 5,6% nel caso in cui l’uscita dal lavoro si anticipi di un anno, fino al 34,7% in caso di uscita 6 anni prima.
Bisogna però considerare che con quota 100 la pensione viene intascata per qualche anno in più rispetto agli altri pensionati che restano al lavoro per più tempo, sino all’età per la pensione di vecchiaia: andare in pensione prima significa dunque “prendere di più” dall’Inps.
Secondo gli esperti, la perdita reale, considerando anche le somme percepite in più, va dallo 0,22% di chi si pensiona con un anno di anticipo, sino all’8,65% per chi anticipa di 5 anni e mezzo la pensione.
Domanda pensione quota 100
La domanda di pensione quota 100 può essere presentata:
- tramite sito web dell’Inps;
- tramite call center Inps (numero 803.164 o 06.164.164 per chi chiama dal cellulare);
- tramite il sito internet dell’Inps.
Per presentare la domanda attraverso il portale web dell’istituto, bisogna seguire la stessa procedura valida per la pensione anticipata, cercando il servizio: “Domanda di prestazioni pensionistiche: Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”.
Bisogna poi selezionare: “Pensione anticipata- requisito quota 100”.
Vuoi sapere come si presenta la domanda di pensione con la quota 100, passo dopo passo? Leggi la nostra guida alla Domanda di pensione quota 100.
Fai attenzione, però, a non confondere la domanda di pensione quota 100 con la domanda di cessazione dal servizio (che è un’altra pratica, alla quale sono obbligati i dipendenti pubblici, con la procedura “Istanze online” sul sito del MIUR).
Con la quota 100 si può lavorare?
La pensione quota 100, oltre ai limiti di età e contribuzione, comporterà anche il divieto di lavorare, ma solo sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Il divieto di lavorare, inoltre, non sarà assoluto, ma si potranno conseguire redditi da lavoro autonomo occasionale.
In pratica, si ripristinerà il divieto parziale di cumulo tra lavoro e pensione, soltanto sino al compimento dei 67 anni; ricordiamo che questo divieto è stato abolito, per la maggior parte delle pensioni dirette, dal 2008.
Come appena esposto, il divieto di cumulo non sarà assoluto, come avviene oggi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, ma relativo, come avviene per l’assegno ordinario d’invalidità e per alcune pensioni d’inabilità, con un limite di reddito derivante da attività lavorativa autonoma occasionale.
Nello specifico, non si possono percepire redditi di lavoro autonomo e dipendente, ma solo redditi di lavoro autonomo occasionale sino a 5mila euro annui.
Quali redditi sono cumulabili con la Quota 100?
In base a quanto recentemente chiarito dall’Inps [6], la pensione Quota 100 si può cumulare coi seguenti redditi:
- indennità per cariche pubbliche elettive;
- redditi di impresa non connessi ad attività di lavoro;
- partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione senza apporto di lavoro;
- compensi percepiti per l’esercizio della funzione sacerdotale;
- indennità percepite per l’esercizio della funzione di giudice di pace;
- indennità percepite dai giudici onorari aggregati per l’esercizio delle proprie funzioni o per l’esercizio della funzione di giudice tributario;
- indennità sostitutiva del preavviso;
- redditi derivanti da attività socialmente utili svolte nell’ambito di programmi di reinserimento degli anziani;
- indennità percepite per le trasferte e missioni fuori del territorio comunale;
- rimborsi per spese di viaggio e di trasporto;
- spese di alloggio;
- spese di vitto che non concorrono a formare il reddito fiscalmente imponibile;
- indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.
Quota 100 è compatibile con la pensione integrativa anticipata?
Quota 100 è pienamente cumulabile con la Rita, la rendita integrativa anticipata erogata dal fondo di previdenza complementare, a partire dai 57 o dai 62 anni di età, in quanto non si tratta di un reddito derivante dall’attività lavorativa. Lo ha chiarito la Covip, con la nota 4209/2020.
Speciale coronavirus: medici, infermieri e personale sanitario possono lavorare
Il decreto per il potenziamento del sistema sanitario nazionale per l’emergenza epidemiologica Covid-19 [8] ha disposto che per gli incarichi conferiti al personale medico e a quello infermieristico in pensione non trova applicazione, qualora siano titolari di trattamento pensionistico quota 100, l’incumulabilità tra redditi da lavoro autonomo e trattamento pensionistico.
In sede di conversione del decreto è stato poi previsto che, fino al 31 luglio 2020, le regioni e le provincie autonome possono conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, con durata non superiore a sei mesi, e comunque entro il termine dello stato di emergenza, a dirigenti medici, veterinari e sanitari nonché al personale del ruolo sanitario del comparto sanità, collocati in quiescenza ed agli operatori socio-sanitari collocati in quiescenza. A questi incarichi non si applica l’incumulabilità tra redditi da lavoro autonomo e trattamento pensionistico quota 100.
Che cosa succede se si lavora con la pensione Quota 100?
Una volta liquidato l’assegno di pensione, questo non è cumulabile, in base a quanto disposto dal decreto, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui, e dei redditi cumulabili, tassativamente elencati dalla citata circolare Inps [6].
L’impossibilità di cumulare la pensione coi redditi di lavoro opera sino alla maturazione del requisito di età per la pensione di vecchiaia (pari, nella generalità delle gestioni amministrate dall’Inps, a 67 anni dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2020; il requisito è adeguato alla speranza di vita media).
Se si lavora mentre si percepisce la pensione con quota 100, e non è stata ancora compiuta l’età pensionabile, la prestazione è sospesa per tutto l’anno di produzione del reddito.
La pensione è sospesa per parte dell’annualità se l’interessato compie, nell’anno, l’età per la pensione di vecchiaia.
Se il reddito prodotto è di lavoro autonomo occasionale, la pensione è sospesa soltanto se il reddito supera i 5mila euro annui.
L’Inps, con la pubblicazione del modello AP139 (dichiarazione reddituale per beneficiari di pensione quota 100) [6], ha comunque specificato che, perché si verifichi la sospensione della pensione quota 100 per contemporaneo svolgimento di attività lavorativa, sono necessarie due condizioni:
- il pensionato deve svolgere un’attività lavorativa;
- il pensionato deve incassare redditi incumulabili con la pensione derivanti dall’attività.
In ogni caso, l’interessato deve comunicare immediatamente all’Inps, col nuovo modello Quota 100:
- lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, diversa da quella autonoma occasionale, dalla quale derivi un reddito anche inferiore a 5mila euro lordi annui;
- lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa autonoma occasionale, dalla quale derivi un reddito superiore a 5mila euro lordi annui.
In entrambi i casi, l’Inps provvede alla sospensione del trattamento pensionistico per l’intero anno di produzione del reddito (per parte dell’anno, in caso di compimento dell’età pensionabile).
Le rate di pensione indebitamente corrisposte sono recuperate dall’Inps retroattivamente: per individuare i pensionati che percepiscono redditi non cumulabili con la quota 100, l’Inps ha avviato dei controlli incrociati servendosi delle banche dati dell’Agenzia delle Entrate.
Col modello Ap 139 si devono inoltre dichiarare i:
- redditi da lavoro espressamente previsti come cumulabili con la pensione;
- redditi derivanti da attività lavorative svolte prima della decorrenza della pensione quota 100: in questo caso, l’interessato deve indicare il periodo di svolgimento dell’attività lavorativa.
Dichiarazione reddituale all’Inps per chi lavora
L’Inps ha reso disponibile il nuovo modulo «AP139», attraverso il quale chi ha diritto alla pensione quota 100 deve comunicare all’istituto i redditi di lavoro percepiti.
La dichiarazione va trasmessa da chi percepisce redditi incumulabili con la pensione, ma anche, compilando delle sezioni specifiche, da chi ha prodotto redditi da lavoro espressamente previsti come non influenti ai fini del divieto di cumulo, oppure redditi derivanti da attività da lavoro svolte in periodi precedenti la decorrenza della Pensione.
Nel caso nell’anno precedente siano stati percepiti redditi incumulabili che hanno dato luogo alla sospensione della pensione, deve essere presentata la «dichiarazione d’assenza di redditi nell’anno in corso». La dichiarazione di assenza di redditi permette di riattivare la pensione.
I pensionati che non prevedono di percepire né hanno percepito redditi non devono presentare alcuna dichiarazione all’Inps.
La dichiarazione va trasmessa con il servizio «Domanda di ricostituzione pensione» presente sul portale Inps o delegando un patronato.
La dichiarazione reddituale può anche essere trasmessa contestualmente alla domanda di pensione, attraverso il modello AP 140 (i dettagli sono indicati all’interno di un nuovo messaggio Inps [7]).
Con la quota 100 si perde la Naspi?
Se il lavoratore che percepisce la Naspi perfeziona i requisiti per la pensione quota 100, non decade dal diritto alla disoccupazione, ma continua a riceverla regolarmente: lo ha chiarito l’Inps, con una nuova circolare [5].
Il diritto all’indennità di disoccupazione Naspi si perde, invece, se il lavoratore richiede espressamente la pensione anticipata con opzione quota 100, ma soltanto al momento della liquidazione della prestazione, cioè nel momento in cui è effettivamente pagata, e non durante il periodo di finestra, durante il quale il trattamento non spetta. Per approfondire: Pensione quota 100 e Naspi.
Quali sono le altre possibilità di anticipare la pensione?
Oltre alla quota 100, nel decreto pensioni sono stati attuati i seguenti interventi:
- blocco requisiti della pensione anticipata;
- la proroga dell’opzione donna, con la possibilità, per le lavoratrici, di pensionarsi a 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi;
- la proroga dell’Ape sociale;
- il prepensionamento: Quota 100 sino a 3 anni di anticipo.
Chi non si pensiona subito rischia di perdere la quota 100?
In molti si domandano, a causa del clima di incertezza politica, se la pensione quota 100 sarà a breve cancellata. In merito alla possibilità di perdere la Quota 100, da un punto di vista normativo, il decreto pensioni (come confermato dalle circolari Inps sull’argomento) prevede che i lavoratori che perfezionano i prescritti requisiti nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021 possano conseguire il trattamento pensionistico in qualsiasi momento successivo all’apertura della finestra: prevede, cioè, la cristallizzazione dei requisiti (un principio generale dell’ordinamento previdenziale pubblico). In sostanza, chi matura i requisiti (non la decorrenza) per la quota 100 entro il 31 dicembre 2021, acquisisce per sempre il diritto a questa tipologia di pensione, che potrà richiedere in qualsiasi successivo momento, purché sia già trascorso chiaramente il periodo di finestra, pur essendo terminato il triennio di sperimentazione.
Ma veniamo ora all’ipotesi in cui intervenga una nuova norma che cancelli la quota 100 a breve (certo, sarebbe un provvedimento insensato, dal momento che è vicinissima la scadenza naturale della misura). Chi ha già maturato sia il requisito di età che il requisito contributivo per quota 100 sarebbe comunque “salvo”, in quanto il rassegnare le dimissioni e l’attesa della finestra non costituiscono dei requisiti per la pensione, ma sono condizioni inerenti la decorrenza.
In pratica, in base alla normativa e alle circolari Inps, chi ha già maturato il requisito di età e gli anni di contributi ha già “blindato” la possibilità di accedere alla quota 100.
Un’eventuale futura norma che cancelli la possibilità, per chi ha già perfezionato le condizioni, di richiedere la Quota 100 in successivi momenti sarebbe una norma che andrebbe a cancellare un diritto acquisito.
Come funziona la quota 102?
Dal 2022, finita la sperimentazione di quota 100, potrebbe essere introdotta una nuova pensione, detta quota 102, per la quale sono previsti i seguenti requisiti:
- 64 anni di età;
- 38 anni di contributi, con una riduzione di 8 mesi per ogni figlio, per le donne con figli.
La pensione sarebbe soggetta a ricalcolo contributivo, normalmente penalizzante. Si tratta, comunque, soltanto di una proposta, che potrebbe subire importanti modifiche, o non essere attuata in assoluto.
The post Pensione anticipata, come funziona la quota 100 first appeared on La Legge per tutti.