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Pensione quota 100

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Pensione anticipata per chi raggiunge la quota 100: come funziona, chi ne ha diritto, quali requisiti, che cosa succede nel 2021.

Per pensione quota 100 si intende una tipologia di pensione anticipata, erogata dall’Inps, che il cittadino può raggiungere quando la somma dell’età e degli anni di contributi accreditati è almeno pari a 100. La liquidazione delle pensioni quota 100 è iniziata da aprile 2019, mentre i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2021; l’intervento è stato disposto dal cosiddetto “pacchetto previdenza”, il decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di pensioni e reddito di cittadinanza [1], recentemente convertito in legge.

Non basta, però,  la sola quota 100 per pensionarsi, ma devono essere rispettati requisiti di età e di contribuzione minimi; in particolare, bisogna aver compiuto 62 anni di età e possedere almeno 38 anni di contributi. In ogni caso, la pensione quota 100 non è vantaggiosa per tutti: conviene sicuramente a chi vanta diversi anni di contributi, mentre non è risolutiva per chi di anni di contribuzione ne possiede pochi; affianca e non sostituisce, in ogni caso, la pensione di vecchiaia, quindi per coloro che possiedono, ad esempio, 20 anni di contributi, non è assolutamente obbligatorio attendere il compimento degli 80 anni di età per pensionarsi (in quanto per arrivare alla quota 100 con 20 anni di contributi sarebbe, per assurdo, necessario un minimo di 80 anni di età).

Chi possiede molti anni di contributi può invece continuare a beneficiare della pensione anticipata, che ad oggi si può raggiungere con 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, più 3 mesi di finestra; i lavoratori precoci appartenenti a determinate categorie tutelate possono raggiungere la pensione anticipata sin da ora con 41 anni di contributi.

Ma procediamo per ordine e vediamo nel dettaglio come funziona la pensione quota 100, ricordando che non si tratta di una misura strutturale, ma sperimentale: il trattamento potrà essere raggiunto da chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2021.

Chi matura i requisiti successivamente, dal 1° gennaio 2022 in poi, non ottiene più questa tipologia di pensione: sono comunque allo studio degli interventi per evitare il cosiddetto “scalone”, ossia l’attesa di 5 anni per il diritto a un trattamento pensionistico.

Quando si raggiunge la quota 100?

La pensione quota 100 si raggiunge quando la quota dell’interessato è pari o superiore a 100, ma con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi. La quota è il risultato della somma dell’età pensionabile del lavoratore e degli anni di contributi posseduti: non si tratta di una novità assoluta, in quanto, prima che entrasse in vigore la legge Fornero, era possibile ottenere la pensione di anzianità (ora abolita e sostituita dalla pensione anticipata, salvo limitate eccezioni) con le quote.

Ad oggi sopravvivono alcune tipologie di pensione di anzianità con le quote: si tratta delle pensioni degli addetti ai lavori usuranti, delle pensioni dei beneficiari delle salvaguardie e del cosiddetto salvacondotto.

Come si calcola la quota?

Quando l’età o le annualità di contribuzione non corrispondono a una cifra esatta, per calcolare la quota i mesi devono essere trasformati in decimi:

  • ad esempio, se il lavoratore raggiunge 63 anni e 6 mesi di età, ai fini del calcolo della quota deve indicare 63,5;
  • se il lavoratore possiede 38 anni e 6 mesi di contributi, ai fini della quota il “punteggio” da indicare è 38,5.

In base a quanto stabilito nel decreto pensioni, per pensionarsi con la quota 100 è stabilita un’età minima e un requisito contributivo minimo.

Quali sono l’età e gli anni di contributi minimi per la quota 100?

La pensione anticipata quota 100 richiede, per pensionarsi, un’età minima di 62 anni, ed una contribuzione minima pari a 38 anni. In buona sostanza, anche se si raggiunge la quota 100, non ci si può pensionare se l’età non è almeno pari a 62 anni e gli anni di contributi almeno pari a 38. In questo modo, la quota 100 diventa quota 101 per chi ha 63 anni, quota 102 per chi ne ha 64, quota 103 per chi ne ha 65 e quota 104 per chi ne ha 66.

Requisito contributivo per la quota 100

Il requisito di 38 anni di contributi per la quota 100:

  • non subisce gli adeguamenti alla speranza di vita;
  • deve comprendere almeno 35 anni di contributi utili per il diritto alla pensione di anzianità (sono esclusi i contributi figurativi per malattia e disoccupazione), se richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidata la pensione (l’assicurazione generale obbligatoria Inps, ad esempio, richiede questo requisito);
  • è verificato tenendo conto delle regole della gestione previdenziale che liquida il trattamento;
  • può essere raggiunto anche attraverso il cumulo gratuito dei versamenti accreditati presso le gestioni amministrate dall’Inps; per gli iscritti all’ex Enpals (gestione spettacolo e sport), è possibile cumulare i versamenti accreditati presso la gestione con i contributi accreditati presso l’Inps, secondo le disposizioni vigenti [2];
  • può essere raggiunto anche considerando i contributi accreditati per lavoro all’estero, presso un paese UE o convenzionato con l’Italia in materia di sicurezza sociale.

È possibile accedere alla pensione quota 100 anche avvalendosi dell’opzione contributiva [3]o della facoltà di computo dei versamenti nella gestione separata.

Per la pensione quota 100 sono previste le finestre?

La prima finestra utile per la quota 100 risulta il 1° aprile 2019, per i lavoratori del settore privato, e il 1° agosto 2019 per i dipendenti pubblici Per evitare l’esodo di massa dei lavoratori con l’uscita anticipata quota 100, sono state reintrodotte le finestre mobili, che spostano la decorrenza della pensione. In particolare:

  • i lavoratori del settore privato che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2018, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione il 1° aprile 2019;
  • i lavoratori del settore privato che maturano i requisiti dal 1° gennaio 2019, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi;
  • i dipendenti pubblici che maturano i requisiti entro l’entrata in vigore del decreto pensioni, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione il 1° agosto 2019;
  • i dipendenti pubblici che maturano i requisiti dal giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi 6 mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi;
  • la domanda di collocamento a riposo, per i dipendenti pubblici, deve essere presentata all’amministrazione di appartenenza con un preavviso di sei mesi;
  • per i dipendenti del comparto scuola si applica la finestra unica di uscita.

In base a quanto esposto nel decreto, dunque, escluse le finestre per i dipendenti della scuola, nonché la finestra del 1° aprile e del 1° agosto, rispettivamente dedicate ai lavoratori del settore privato e pubblico, le ulteriori finestre sono mobili, e non finestre fisse.

Se il trattamento pensionistico è liquidato a carico di una gestione esclusiva dell’assicurazione generale obbligatoria (Ago), la prima decorrenza utile della pensione è fissata al primo giorno successivo alla chiusura della finestra.

Se, invece, il trattamento è liquidato a carico di una gestione diversa da quella esclusiva dell’assicurazione generale obbligatoria, la prima decorrenza utile della pensione è fissata al primo giorno del mese successivo alla chiusura della finestra.

Prepensionamento quota 100: staffetta generazionale

I lavoratori che raggiungono la pensione quota 100 entro il 31 dicembre 2021, se appartenenti a un’azienda che aderisce ad un ente bilaterale e che ha sottoscritto appositi accordi sindacali, possono accedere a un nuovo prepensionamento, la cosiddetta staffetta generazionale.

Con la staffetta si ottiene non una vera e propria pensione, ma un assegno di prepensionamento, molto simile agli attuali isopensione e assegno straordinario: in pratica, si tratta di una prestazione di accompagnamento alla pensione, d’importo pari, o molto vicino, al futuro trattamento spettante. Il prepensionamento può essere riconosciuto, comunque, soltanto ai lavoratori che perfezionano la quota 100 entro il 31 dicembre 2021 (l’intervento ha dunque consentito di ottenere la quota 100 3 anni prima, per coloro che sono stati cessati all’inizio del 2019).

Il pensionamento anticipato può essere finanziato sia dall’azienda che dal fondo bilaterale a cui aderisce, eventualmente con l’ausilio dei fondi interprofessionali. Ad ogni prepensionamento, poi, deve seguire un’assunzione incentivata: per questo motivo, il provvedimento è stato ribattezzato “staffetta generazionale”.

Risulta possibile prepensionare i lavoratori senza assumerne di nuovi, comunque, per le aziende in crisi.

In definitiva, la staffetta generazionale, anche se consente un ulteriore anticipo rispetto alla quota 100, non impatta sui conti pubblici, in quanto interamente finanziata dalle aziende e dai fondi di solidarietà.

Quota 100 per la scuola

Le novità in materia di pensioni interessano anche il personale del comparto scuola: sia la nuova pensione anticipata con quota 100, che la pensione anticipata ordinaria con i requisiti bloccati e la proroga dell’opzione donna, sono però assoggettate alla finestra unica di uscita.

Per i dipendenti delle istituzioni scolastiche, difatti, la cessazione dal servizio e la decorrenza della pensione hanno effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico, nel caso in cui la maturazione dei requisiti per il pensionamento sia prevista entro il 31 dicembre dell’anno.

Questa particolare disciplina è dovuta al fatto che il personale della scuola deve assicurare la continuità didattica, pertanto l’uscita dal lavoro è basata sul calendario scolastico.

Considerando che la pensione con Quota 100, il blocco dei requisiti per la pensione anticipata e la proroga dell’opzione donna sono entrate in vigore in ritardo, il personale a tempo indeterminato della scuola ha potuto presentare eccezionalmente, entro il 28 febbraio 2019, domanda di cessazione dal servizio con effetti dall’inizio dell’anno scolastico o accademico.

Per il personale delle istituzioni scolastiche ci sono altre buone notizie: lo stesso decreto istitutivo della quota 100 ha previstato, difatti, la possibilità di incassare il Tfs o il Tfr (cioè il trattamento di fine servizio ed il trattamento di fine rapporto) immediatamente, con un finanziamento bancario i cui interessi saranno a carico dello Stato.

Per saperne di più: Quota 100 scuola.

Pensione quota 100: sino a quando?

Il decreto in materia di pensioni stabilisce che la possibilità di maturare la quota 100 è prevista sino al 31 dicembre 2021.

Nello specifico, la quota 100, in base alle disposizioni del decreto, è una misura provvisoria e non strutturale. In pratica, la sua durata risulta pari a 3 anni, cioè può essere conseguita da chi matura i requisiti sino al 31 dicembre 2021; successivamente, avrebbe dovuto cedere il passo alla pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti, o quota 41. Questa misura però non è stata confermata: allo stato attuale, ancora non si sa quali misure agevolative saranno adottate dopo quota 100.

Chi matura i requisiti per la quota 100 entro il 31 dicembre 2021, comunque, potrà accedere alla pensione quando vuole, in base alla cristallizzazione dei requisiti.

Più volte è stata discussa una chiusura anticipata della quota 100: tuttavia, è stato chiarito che l’abolizione della quota 100 prima della sua naturale scadenza al 31 dicembre 2021 non è in programma ed è stato confermato l’impegno preso un impegno come misura triennale.

Chi non si pensiona subito rischia di perdere la quota 100?

In molti si domandano, a causa dell’attuale clima di incertezza politica, se la pensione quota 100 sarà a breve cancellata. In merito alla possibilità di perdere la Quota 100, il decreto pensioni (come chiarito dalle circolari Inps sull’argomento) prevede che i lavoratori che perfezionano i prescritti requisiti nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021 possano conseguire il trattamento pensionistico in qualsiasi momento successivo all’apertura della finestra: prevede, cioè, la cristallizzazione dei requisiti per la pensione (un principio generale dell’ordinamento previdenziale pubblico).

Mario matura i requisiti per la quota 100 entro il 31 dicembre 2021. Mario può pensionarsi quando vuole, anche nel 2023, anche se la quota 100 non c’è più.

In sostanza, chi matura i requisiti (non la decorrenza) per la quota 100 entro il 31 dicembre 2021, acquisisce per sempre il diritto a questa tipologia di pensione, che potrà richiedere in qualsiasi successivo momento, purché sia già trascorso chiaramente il periodo di finestra, pur essendo terminato il triennio di sperimentazione.
Ma veniamo ora all’ipotesi in cui intervenga una nuova norma che cancelli la quota 100 tra qualche mese (sicuramente si tratterebbe di un provvedimento ormai insensato, dal momento che siamo vicini alla naturale scadenza del triennio sperimentale).

In questo caso, chi avesse già maturato, con la quota 100 ancora vigente, sia il requisito di età che il requisito contributivo per questa pensione, sarebbe comunque  “salvo”, anche senza aver presentato domanda di pensione, o di cessazione dal servizio, o le dimissioni, in quanto il rassegnare le dimissioni, il presentare la domanda e l’attesa della finestra non costituiscono dei requisiti per la pensione, ma sono condizioni inerenti la decorrenza del trattamento.

Mario ha maturato tutti i requisiti per la quota 100 il 1° agosto 2019, ma non ha presentato domanda di pensione o rassegnato le dimissioni. Nel marzo 2021 interviene una nuova legge che cancella la quota 100. Mario può comunque presentare la domanda di quota 100 quando vuole.

In sostanza, in base alla normativa e alle circolari Inps, chi ha già maturato il requisito di età e gli anni di contributi ha già “messo in sicurezza” la possibilità di accedere alla quota 100.
Un’eventuale futura norma che cancelli la possibilità di richiedere la quota 100 in successivi momenti sarebbe una norma che andrebbe a cancellare un diritto acquisito.

Quanto si perde con quota 100: campagna informativa Inps per scoraggiare i pensionamenti

Un po’ di tempo addietro, l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri, per scoraggiare un’uscita dal lavoro di massa con la quota 100, aveva preparato una campagna informativa destinata agli aspiranti pensionati, con le proiezioni di quanto si andrebbe a perdere anticipando la pensione. Ma quanto si perde realmente anticipando la pensione con quota 100?

In base alle proiezioni dei nostri esperti, non esiste una risposta uguale per tutti, ma la valutazione dipende:

  • da quanti sono gli anni di anticipo rispetto al pensionamento ordinario (lo studio confrontava il pensionamento a 62 anni col pensionamento a 67 anni, quindi con ben 5 anni di differenza; c’è chi, però, potrebbe comunque pensionarsi prima dei 67 anni, con la pensione anticipata ordinaria Fornero: in questi casi lo scarto sarebbe minore del 21% circa ipotizzato dallo studio);
  • dall’ammontare delle ultime retribuzioni o redditi: lo studio aveva ipotizzato una crescita costante, ma le retribuzioni, a fine carriera, potrebbero anche crollare, ad esempio per la richiesta di un part time; in queste ipotesi, chi resta al lavoro vede addirittura diminuire, e non aumentare, la quota retributiva di pensione;
  • per quanto riguarda la quota di pensione da calcolare col sistema contributivo, una penalizzazione, nell’anticipo dell’uscita, sussiste sempre, in quanto chi prima esce versa meno contributi, ottiene minori rivalutazioni ed un coefficiente di trasformazione (la cifra che trasforma la somma dei contributi in assegno di pensione, che cresce all’aumentare dell’età) più basso; la penalizzazione, in termini di “mancato guadagno”, dipende dall’età al momento del pensionamento e dall’ammontare dei redditi, o stipendi.

Per saperne di più: Quanto si perde con la quota 100?

Quota 100: le stime ufficiali

L’ultima stima proposta sulle eventuali perdite con quota 100 è al momento quella dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, basata su un campione statistico approssimativo.

Scegliere quota 100 può costare, in termini di minore pensione, dal 5,6% nel caso in cui l’uscita dal lavoro si anticipi di un anno, fino al 34,7% in caso di uscita 5 o 6 anni prima.

Bisogna però considerare che con quota 100 la pensione è incassata per qualche anno in più, rispetto alla situazione dei lavoratori che restano in servizio per più tempo, sino all’età per la pensione di vecchiaia: andare in pensione prima significa dunque “prendere di più” dall’Inps.

In parole semplici, la perdita reale, considerando anche le somme percepite in più, va dallo 0,22% di chi si pensiona con un anno di anticipo, sino all’8,65% per chi anticipa di 5 anni e mezzo la pensione.

Quota 100 per gli esuberi

In base alla conversione in legge del decreto in materia di reddito di cittadinanza e pensioni, i lavoratori in esubero possono accedere al cosiddetto prepensionamento Quota 100, cioè possono ricevere un assegno straordinario per il sostegno al reddito. I beneficiari sono i lavoratori che raggiungono i requisiti previsti per l’accesso alla pensione quota 100 entro il 31 dicembre 2021.
In buona sostanza, per accedere al beneficio, entro il 31 dicembre 2021 bisogna aver compiuto 62 anni di età ed aver maturato 38 anni di contributi.
L’assegno, in ogni caso, può essere erogato solo in presenza di accordi collettivi di livello aziendale o territoriale, sottoscritti con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale; negli accordi deve essere stabilito, a garanzia dei livelli occupazionali, il numero di lavoratori da assumere in sostituzione dei lavoratori che accedono al prepensionamento.

La quota 100 per gli esuberi è comunque affiancata dalla proroga dell’Ape sociale , dall’isopensione e dall’Ape aziendale, l’anticipo pensionistico volontario pagato dalle aziende.

Non ci saranno, ad ogni modo, penalità per i lavoratori: quanto eventualmente perso, in termini di assegno mensile, a causa dell’uscita dal lavoro prima della maturazione della pensione di vecchiaia dovrà essere recuperato grazie a versamenti aggiuntivi dell’azienda, che accrediteranno, in questo modo, i contributi dovuti sino all’età pensionabile.

La pensione quota 100 è adeguata alla speranza di vita?

La pensione anticipata quota 100 non è soggetta agli adeguamenti alla speranza di vita. Tuttavia, come osservato, risulta possibile raggiungere la quota 100 solo sino al 31 dicembre 2021.

La pensione quota 100 conviene più dell’attuale pensione anticipata?

La pensione quota 100, nella generalità dei casi, dal punto di vista dei requisiti contributivi richiesti appare più conveniente della pensione anticipata, per la quale attualmente sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Dal 2019, la decorrenza della pensione anticipata è spostata in avanti di 3 mesi, con l’applicazione delle finestre di attesa.

Per chi ha iniziato a lavorare precocemente, invece, potrebbe risultare più conveniente l’attuale pensione anticipata.

La pensione quota 100 si può ottenere con cumulo dei contributi?

La pensione anticipata quota 100, in base a quanto disposto dal decreto, può essere essere raggiunta anche col cumulo dei contributi, cioè sommando gratuitamente la contribuzione accreditata in casse diverse.

I contributi possono essere sommati sia ai fini del raggiungimento del requisito della quota, sia ai fini del raggiungimento del requisito contributivo, cioè dei 38 anni di contributi. Sono esclusi i versamenti effettuati nelle casse dei liberi professionisti. Risulta possibile, anche per coloro che si avvalgono del cumulo, utilizzare i contributi accreditati per lavoro all’estero, in Paesi europei o convenzionati con l’Italia, purchè la contribuzione non abbia già dato luogo a una pensione italiana. Ok alla quota 100 anche per chi già riceve una pensione estera.

La quota 100 con cumulo dei contributi favorisce l’uscita dal lavoro di tutti coloro che hanno avuto una carriera discontinua, con versamenti in casse diverse. In caso contrario, non potrebbero fruire del pensionamento tutti i lavoratori che hanno versamenti in fondi differenti, a meno che non raggiungano, in almeno un fondo, la quota 100 ed un minimo di 38 anni di contributi, non potendo sommare la contribuzione accreditata in altre gestioni.

Per saperne di più: Quota 100 con cumulo.

Con la pensione quota 100 ci sono penalizzazioni sull’assegno?

Per arginare il grande numero di lavoratori che potrebbero pensionarsi con la quota 100 e rendere sostenibile questa nuova possibilità, era stato ipotizzato sia il ricalcolo contributivo delle annualità di pensione dal 1996 in poi (in pratica, il calcolo misto anche per chi avrebbe diritto al calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011), sia il ricalcolo contributivo integrale. Erano state ipotizzate anche penalizzazioni percentuali, per ogni anno mancante all’età pensionabile.

In base a quanto emerge dal decreto pensioni la quota 100 è calcolata come qualsiasi altro trattamento pensionistico, senza penalizzazioni e senza il ricalcolo misto  o il ricalcolo integralmente contributivo.

Il calcolo della pensione risulta dunque:

  • retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.

Per saperne di più: Quota 100 senza penalità

Per capire meglio le differenze di calcolo della pensione: Come si calcola la pensione.

Come si fa la domanda di pensione quota 100?

Per presentare all’Inps, online presso il portale web dell’istituto, la domanda di pensione quota 100, bisogna seguire la stessa procedura valida per la pensione anticipata, ma selezionare: “Pensione anticipata- requisito quota 100“.

All’interno del portale web bisogna cercare il servizio: “Domanda di prestazioni pensionistiche: Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”.

Vuoi sapere come si presenta la domanda di pensione Quota 100, passo dopo passo? Leggi la nostra guida alla Domanda di pensione quota 100.

Fai attenzione, però, a non confondere la domanda di pensione quota 100 con la domanda di cessazione dal servizio (che è un’altra pratica, alla quale sono obbligati i dipendenti pubblici, con la procedura “Istanze online” sul sito del MIUR).

Con la quota 100 si può lavorare?

La pensione quota 100, oltre ai limiti di età e contribuzione, comporta anche il divieto di lavorare, ma solo sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaiaIl divieto di lavorare, inoltre, non è assoluto, ma si potranno conseguire redditi da lavoro autonomo occasionale.

In pratica, si ripristina il divieto parziale di cumulo tra lavoro e pensione, ma solo sino al compimento dei 67 anni; ricordiamo che questo divieto è stato abolito, per la maggior parte delle pensioni dirette, dal 2008.

Come appena esposto, il divieto di cumulo non è assoluto, come avviene oggi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, ma relativo, come avviene per l’assegno ordinario d’invalidità e per alcune pensioni d’inabilità, con un limite di reddito derivante da attività lavorativa autonoma occasionale.

Nello specifico, non si possono percepire redditi di lavoro autonomo e dipendente, ma solo redditi di lavoro autonomo occasionale sino a 5mila euro annui.

Con quali redditi è cumulabile la pensione quota 100?

Ai fini della cumulabilità dei redditi di lavoro con la pensione quota 100, non rilevano le seguenti voci, tassativamente elencate da una recente circolare Inps [5]:

  • le indennità connesse a cariche pubbliche elettive;
  • i redditi di impresa non collegati ad attività lavorative;
  •  le partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione senza apporto di lavoro;
  • i compensi percepiti per l’esercizio della funzione di sacerdote;
  •  le indennità percepite per l’esercizio della funzione di giudice di pace, giudice onorario aggregato o giudice tributario;
  • l’indennità sostitutiva del preavviso, in quanto ha natura risarcitoria e non retributiva;
  • i redditi derivanti da attività socialmente utili svolte nell’ambito di programmi di reinserimento degli anziani;
  • le indennità percepite per le trasferte e missioni fuori del territorio comunale;
  • i rimborsi per spese di viaggio e di trasporto;
  • le spese di alloggio;
  • le spese di vitto che non concorrono a formare il reddito fiscalmente imponibile;
  • l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

Quota 100 è compatibile con la rendita integrativa anticipata?

Quota 100 è pienamente cumulabile con la Rita, la pensione anticipata erogata dal fondo di previdenza complementare, a partire dai 57 o dai 62 anni di età,  in quanto non si tratta di un reddito derivante dall’attività lavorativa. Lo ha chiarito la Covip, con la nota 4209/2020.

Sospensione della pensione quota 100 per chi lavora

Una volta liquidato l’assegno di pensione, questo non è cumulabile, in base a quanto disposto dal decreto, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui (al netto dell’eventuale contribuzione previdenziale e assistenziale ma al lordo delle ritenute erariali).

L’impossibilità di cumulare la pensione coi redditi di lavoro opera sino alla maturazione del requisito di età per la pensione di vecchiaia (pari, nella generalità delle gestioni amministrate dall’Inps, a 67 anni dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2022; il requisito è adeguato alla speranza di vita media).

Se si lavora mentre si percepisce la pensione con quota 100, e non è stata ancora compiuta l’età pensionabile, la prestazione è sospesa per tutto l’anno di produzione del reddito. L’interessato deve comunicare l’incumulabilità all’Inps attraverso il nuovo modello Quota 100.

L’Inps, con la pubblicazione del modello, ha comunque specificato che, perché si verifichi la sospensione della pensione quota 100 per contemporaneo svolgimento di attività lavorativa, non basta la sola prestazione di lavoro. Sono invece necessarie due condizioni:

  • il pensionato deve svolgere un’attività lavorativa;
  • il pensionato deve incassare redditi incumulabili con la pensione derivanti dall’attività lavorativa svolta.

La pensione è sospesa per parte dell’annualità se l’interessato compie, nell’anno, l’età per la pensione di vecchiaia.

Se il reddito prodotto è di lavoro autonomo occasionale, la pensione è sospesa soltanto se il reddito supera i 5mila euro annui.

In ogni caso, l’interessato deve comunicare immediatamente all’Inps:

  • lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, diversa da quella autonoma occasionale, dalla quale derivi un reddito anche inferiore a 5mila euro lordi annui;
  • lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa autonoma occasionale, dalla quale derivi un reddito superiore a 5mila euro lordi annui.

In entrambi i casi, l’Inps provvede alla sospensione del trattamento pensionistico per l’intero anno di produzione del reddito (per parte dell’anno, in caso di compimento dell’età pensionabile).

Le rate di pensione indebitamente corrisposte sono recuperate dall’Inps retroattivamente: per scoprire chi percepisce redditi non cumulabili, l’istituto ha avviato di recente dei controlli incrociati, attraverso le banche dati e le informazioni delle Entrate.

Dichiarazione dei redditi all’Inps per chi ha diritto alla quota 100

L’Inps ha reso disponibile il nuovo modulo «AP139», attraverso il quale chi ha diritto alla pensione quota 100 deve comunicare all’istituto i redditi di lavoro percepiti.

La dichiarazione va trasmessa da chi percepisce redditi incumulabili con la pensione, ma anche, compilando delle sezioni specifiche, da chi ha prodotto redditi da lavoro espressamente previsti come non influenti ai fini del divieto di cumulo, oppure redditi derivanti da attività da lavoro svolte in periodi precedenti la decorrenza della Pensione.

Nel caso nell’anno precedente siano stati percepiti redditi incumulabili che hanno dato luogo alla sospensione della pensione, deve essere presentata la «dichiarazione d’assenza di redditi nell’anno in corso». La dichiarazione di assenza di redditi permette di riattivare la pensione.

I pensionati che non prevedono di percepire né hanno percepito redditi non devono presentare alcuna dichiarazione all’Inps.

La dichiarazione va trasmessa con il servizio «Domanda di ricostituzione pensione» presente sul portale Inps o delegando al compito un patronato.

Modello AP 140: dichiarazione reddituale contestuale alla domanda di pensione Quota 100

La dichiarazione riguardo alla presenza di redditi cumulabili o incumulabili con la quota 100 può essere presentata anche contestualmente alla domanda di pensione, col nuovo modello di dichiarazione reddituale AP 140. A chiarirlo è l’Inps, col messaggio 54/ 2020.

Per facilitare l’adempimento, sono stati resi disponibili, accedendo alla sezione “Prestazione e Servizi” > “Tutti i moduli” > “Assicurato Pensionato” del sito web dell’Inps, i moduli per effettuare la dichiarazione reddituale.

Nello specifico, coloro i quali richiedono l’accesso alla pensione Quota 100 devono dichiarare nella domanda, in via preventiva, l’assenza o meno di redditi incumulabili percepiti successivamente alla decorrenza della pensione, in relazione all’anno di decorrenza della stessa.

Analogamente, è necessario dichiarare in via preventiva anche:

  • l’importo di eventuali redditi che non rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione;
  • l’importo di eventuali redditi da percepire successivamente alla decorrenza della pensione derivanti da attività svolta precedentemente alla decorrenza stessa; in tali casi è necessario indicare anche il periodo temporale in cui l’attività è stata realizzata.

L’Istituto, in ogni caso, verifica l’eventuale percezione di redditi da lavoro dipendente e/o autonomo cumulabili e incumulabili con la pensione Quota 100 attraverso il confronto con i dati presenti negli archivi dell’Agenzia delle Entrate e nelle altre banche dati disponibili.

Pensione quota 100 coronavirus: medici e infermieri possono lavorare

Il decreto per il potenziamento del Ssn per l’emergenza epidemiologica Covid-19 [6] ha disposto che per gli incarichi conferiti al personale medico e a quello infermieristico collocato in quiescenza non trova applicazione, qualora siano titolari di trattamento pensionistico quota 100, l’incumulabilità tra redditi da lavoro autonomo e trattamento pensionistico.

In sede di conversione del decreto è stato poi previsto che, fino al 31 luglio 2020, le regioni e le provincie autonome possono conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, con durata non superiore a sei mesi, e comunque entro il termine dello stato di emergenza, a dirigenti medici, veterinari e sanitari nonché al personale del ruolo sanitario del comparto sanità, collocati in quiescenza ed agli operatori socio-sanitari collocati in quiescenza. A questi incarichi non si applica l’incumulabilità tra redditi da lavoro autonomo e trattamento pensionistico quota 100.

Pensione quota 100 e Naspi

Se il lavoratore che percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi perfeziona i requisiti per la pensione quota 100, non decade dal diritto al sussidio, ma continua a riceverlo regolarmente: lo ha chiarito l’Inps, con una nuova circolare [4].

Il diritto all’indennità Naspi si perde, invece, se il disoccupato richiede espressamente la pensione anticipata con opzione quota 100, ma soltanto al momento della decorrenza della prestazione, cioè nel momento in cui è liquidata, e non durante il periodo di finestra. Per approfondire: Pensione quota 100 e Naspi.

Quali sono le altre pensioni anticipate previste dal decreto quota 100?

Oltre alla quota 100, nel decreto pensioni sono stati attuati i seguenti interventi:

  • blocco requisiti della pensione anticipata;
  • la proroga dell’opzione donna, con la possibilità, per le lavoratrici, di pensionarsi a 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi;
  • la proroga dell’Ape sociale;
  • il prepensionamento: Quota 100 con 3 anni di anticipo.

Pensione quota 102

Finita la sperimentazione della quota 100, potrebbe essere introdotta la pensione quota 102, con 38 anni di contributi e 64 anni di età.

Le donne potrebbero beneficiare di una riduzione del requisito contributivo, pari a 8 mesi per ogni figlio. La nuova pensione sarebbe strutturale, cioè introdotta in via definitiva e non temporanea.

In cambio dell’anticipo, il trattamento sarebbe ricalcolato col sistema contributivo, solitamente penalizzante.

Si tratta solo di una proposta, comunque. L’operatività potrebbe partire dal 2022.

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