
A quali trattamenti pensionistici ed a quali agevolazioni hanno diritto i lavoratori domestici anziani immigrati in Italia?
Sei una colf o una badante straniera e lavori in Italia da un po’ di tempo? Vorresti andare in pensione e sapere se, rimpatriando, puoi aver diritto a un trattamento con requisiti agevolati?
Devi sapere che i lavoratori extracomunitari rimpatriati che non hanno anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, cioè assunti dopo il 1° gennaio 1996, possono ottenere la pensione di vecchiaia con condizioni più leggere rispetto a quelle previste per la generalità dei lavoratori.
Ma la pensione colf badanti stranieri con requisiti agevolati vale per tutti coloro che non sono di nazionalità italiana? No, il beneficio pensionistico vale soltanto per gli extracomunitari con contratto di lavoro stagionale, aventi diritto al calcolo interamente contributivo della pensione, in caso di rimpatrio definitivo.
In tutte le altre ipotesi, anche se si è stranieri, per ottenere la pensione valgono le stesse condizioni previste per gli italiani. Devi comunque sapere che, se non possiedi contributi accreditati presso l’Inps prima del 1996, puoi ottenere una particolare pensione di vecchiaia per la quale ti sono sufficienti 5 anni di contributi. Ma procediamo con ordine e facciamo chiarezza.
Sono straniero: a quali pensioni ho diritto?
Se sei un lavoratore straniero extracomunitario, puoi ottenere le stesse pensioni previste per la generalità dei lavoratori italiani o stranieri comunitari.
Puoi dunque aver diritto, ad esempio:
- alla pensione di vecchiaia, con 67 anni di età (sino al biennio 2021- 2022) e 20 anni di contributi (e un assegno almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale, se non possiedi versamenti anteriori al 1996); se hai un’invalidità pensionabile almeno pari all’80%, puoi ottenere la pensione di vecchiaia a 61 anni, se sei un uomo, o a 56 anni se sei una donna, previa attesa di un periodo di 12 mesi per la decorrenza della pensione (finestra);
- alla pensione anticipata, con 42 anni e 10 mesi di contributi se sei un uomo, o 41 anni e 10 mesi di contributi, se sei una donna, con 41 anni di contributi se sei un lavoratore precoce appartenente a specifiche categorie tutelate; dal 2019, è necessario attendere una finestra di accesso per la decorrenza della pensione pari a 3 mesi;
- alla pensione quota 100, sino al 2021, con 62 anni di età e 38 di contributi;
- alla pensione con opzione donna, se entro il 31 dicembre 2019 hai compiuto 58 anni di età (59 se possiedi anche dei contributi come lavoratrice autonoma) e alla stessa data possiedi 35 anni di contributi; è applicata una finestra di 12 mesi (18 mesi se possiedi anche dei contributi come lavoratrice autonoma);
- se non possiedi contributi accreditati prima del 1996, puoi anche ottenere la pensione anticipata con 64 anni di età e 20 anni di contributi (se hai maturato un trattamento almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale), oppure la pensione di vecchiaia con 71 anni di età e soltanto 5 anni di contributi.
Voglio rimpatriare: la pensione mi spetta lo stesso?
Non perdi il diritto alla pensione se ritorni al tuo Paese d’origine, anche se questo si trova al di fuori dell’Unione Europea: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata, difatti, sono dei trattamenti previdenziali diretti, e non delle prestazioni di assistenza.
In pratica, dato che queste prestazioni ti spettano perché hai versato dei contributi, hai diritto a percepirle anche se te ne vai dall’Italia. Questo invece non succede se hai diritto all’assegno sociale, che è una prestazione non esportabile in quanto è un trattamento di assistenza, riconosciuto ai residenti.
Pensione d’invalidità colf badanti straniere
Se ti è stata riconosciuta un’invalidità civile in misura almeno pari al 74%, puoi aver diritto alla all’assegno di assistenza per invalidi civili parziali, o pensione d’invalidità civile; per invalidità del 100% ti spetta la pensione d’inabilità civile o pensione per invalidi civili totali. Queste prestazioni non ti spettano, però, se rimpatri.
In generale, agli stranieri extracomunitari spettano le pensioni e le prestazioni d’invalidità civile se:
- sono legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato;
- sono titolari di permesso di soggiorno per asilo;
- sono titolari di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria.
Gli stranieri extracomunitari possono ottenere anche la pensione d’inabilità e l’assegno ordinario d’invalidità, che sono però delle prestazioni di previdenza, spettanti a chi possiede almeno 5 anni di contributi, di cui 3 accreditati nell’ultimo quinquennio. È inoltre richiesta un’invalidità pensionabile (al lavoro- specifica, non generica come l’invalidità civile) minima. Queste prestazioni non sono riconosciute a chi si trova in possesso di permesso di soggiorno per motivi stagionali.
Pensione di vecchiaia colf badanti straniere
Come abbiamo visto, colf, badanti, lavoratori domestici stranieri hanno diritto alla pensione, nella generalità dei casi, alle stesse condizioni previste per i lavoratori italiani, anche se rimpatriano.
Se, però, sei una colf o una badante extracomunitaria rimpatriata assoggettata al solo calcolo contributivo della pensione, cioè se sei stata assunta dal 1996 in poi e non hai contributi accreditati precedentemente presso le gestioni Inps, puoi andare in pensione di vecchiaia a 67 anni anche con meno di 5 anni contributi, e senza rispettare alcun vincolo relativo all’importo minimo dell’assegno di pensione [1].
In pratica, se sei un’extracomunitaria rimpatriata, o un extracomunitario rimpatriato, puoi ottenere la pensione di vecchiaia:
- a 67 anni;
- senza un minimo di anni di contributi, anche con meno di un anno di versamenti;
- purché tu non possieda contributi previdenziali accreditati prima del 1996, quindi la tua pensione sia assoggettata al calcolo contributivo;
- purché il tuo rimpatrio sia definitivo ed il contratto di lavoro per il quale ti trovi in Italia non sia stagionale.
L’Inps comunque non ti regala niente, la pensione viene calcolata col sistema contributivo, cioè sulla base dei tuoi versamenti, rivalutati anno per anno in base alla variazione del Pil (prodotto interno lordo), convertiti in pensione da un coefficiente che cresce con l’età (se vuoi capire di più, ti consiglio di leggere la Guida al calcolo contributivo della pensione).
Posso riavere indietro i contributi?
Se sei una straniera rimpatriata o uno straniero rimpatriato e non hai contributi anteriori al 1996, come abbiamo visto, puoi ottenere la pensione a 67 anni senza un minimo di versamenti.
Ma tu non vuoi la pensione, vuoi soltanto riavere indietro i contributi versati all’Inps: questo però non è più possibile. La legge che ha previsto le agevolazioni per la pensione degli extracomunitari rimpatriati [1] (cioè la legge Bossi-Fini) ha infatti abolito la facoltà di rimborso riconosciuta agli extracomunitari dalla legge Dini [3]. Ricordiamo che, in base alla legge Dini, l’extracomunitario rimpatriato senza avere raggiunto il diritto a pensione poteva chiedere la restituzione dei contributi versati all’Inps, compresa la quota a carico dell’azienda.
Domanda pensione colf badanti stranieri rimpatriati
Dopo aver lavorato come colf, o come badante, sei rimpatriata e il tuo Paese non fa parte dell’Unione europea? Devi presentare la domanda di pensione con il modello AP 50, da indirizzare alla Direzione provinciale Inps di Perugia. Il modello può essere trasmesso online o scaricato in formato Pdf e inviato direttamente o tramite un patronato.
Puoi inviare la domanda online se sei in possesso del codice Pin rilasciato dall’Inps, poi dovrai inviare la documentazione all’Inps tramite posta: devi però provvedere a far autenticare la documentazione presso il consolato italiano della località in cui risiedi. Al momento della compilazione della domanda telematica Inps, devi anche indicare i dati relativi all’attuale residenza.
Se non sei in possesso del Pin Inps o di altre credenziali di accesso al sito web dell’istituto, puoi presentare domanda tramite il consolato italiano del luogo in cui risiedi.
Queste procedure non ti riguardano se hai la cittadinanza di un Paese europeo, o con il quale vige una convenzione internazionale in materia di sicurezza sociale sottoscritta dall’Italia.