
Ricalcolo della pensione ed aumento del trattamento per chi continua a lavorare ed a versare contributi previdenziali.
Chi va in pensione non può più lavorare? Oppure, se lavora, non deve versare i contributi previdenziali? La risposta ad entrambe queste domande può essere positiva e negativa: dipende sia dalla tipologia di pensione conseguita che dalla gestione di previdenza che riconosce il trattamento.
Nella generalità dei casi, è possibile lavorare anche se si è in pensione, posto che per pensionarsi si deve cessare l’eventuale attività lavorativa subordinata (successivamente è possibile rioccuparsi).
Alcune tipologie di trattamento, però, non consentono il cumulo del reddito derivante dalla pensione con quello derivante dall’attività lavorativa:
- per un determinato periodo di tempo, come la pensione anticipata con quota 100, che non lo consente fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (è consentita la sola percezione di reddito di lavoro autonomo occasionale sino a m ila euro lordi annui), oppure come la pensione anticipata per i lavoratori precoci, che non lo consente sino alla maturazione “virtuale” del requisito per la pensione anticipata ordinaria;
- sino a un determinato limite di reddito: è il caso dell’assegno ordinario d’invalidità, della pensione per inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro.
La pensione per inabilità permanente ed assoluta a qualsiasi attività lavorativa non è cumulabile con alcuna tipologia di reddito di lavoro ed è incompatibile con l’iscrizione del beneficiario ad albi o elenchi.
Il pensionato che lavora è tenuto a versare la contribuzione allo stesso modo dei lavoratori non pensionati; fanno eccezione alcune gestioni di previdenza, come la gestione speciale Inps commercianti ed alcune casse professionali, i cui iscritti si possono avvalere di un dimezzamento della contribuzione dovuta.
Il pensionato lavoratore può però conseguire un vantaggio nel continuare a versare la contribuzione: può difatti ottenere il supplemento di pensione.
Da non confondere con la pensione supplementare, il supplemento di pensione è un’aggiunta al trattamento principale, non una prestazione differente. Il trattamento si consegue difatti se il pensionato lavoratore continua a versare i contributi presso la stessa forma assicurativa che eroga la pensione. Se, invece, il pensionato versa i contributi presso una forma assicurativa diversa, può conseguire una pensione aggiuntiva e diversa, la pensione supplementare.
Come funziona il supplemento di pensione?
Nel dettaglio, i contributi che il lavoratore versa dopo il pensionamento possono essere utilizzati per la liquidazione di un supplemento ed incrementano la pensione in base al loro ammontare.
Ma quando si ottiene il supplemento? Questa circostanza si verifica quando il pensionato, continuando l’attività precedente o iniziandone una nuova, è soggetto alla copertura contributiva presso la stessa gestione previdenziale o forma assicurativa, quindi ottiene l’accredito di contributi aggiuntivi, oltre a quelli che hanno dato luogo alla pensione liquidata.
I contributi versati dopo il pensionamento, sia nelle gestioni speciali Inps dei lavoratori autonomi che nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti Fpld, sono utilizzabili dopo cinque anni:
- dalla data di decorrenza della pensione;
- dalla data di decorrenza di un precedente supplemento.
Tuttavia, per una sola volta, il supplemento può essere chiesto dopo due anni dalla decorrenza della pensione o dal precedente supplemento, a condizione che il pensionato abbia già compiuto l’età pensionabile.
Il supplemento, concesso presentando apposita domanda, decorre dal primo giorno del mese successivo alla data della richiesta.
Supplemento di pensione per il dipendente che lavora anche in proprio
Se l’interessato è pensionato presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti, gli eventuali contributi versati nelle gestioni dei lavoratori autonomi prima o dopo la decorrenza della pensione liquidata a carico del Fpld risultano utili per un supplemento, purché l’interessato abbia compiuto l’età per la pensione di vecchiaia nella gestione.
Se l’interessato possiede contributi derivanti dallo svolgimento di un’attività autonoma, precedenti alla decorrenza della pensione o successivi, può ottenere il supplemento di pensione presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Se l’interessato ha già usufruito dopo due anni di un supplemento per contributi da dipendente, non può avvalersi della stessa facoltà per i contributi della gestione autonoma e deve attendere il decorso del normale periodo di cinque anni.
Come mai la contribuzione del lavoratore dipendente è “trattata allo stesso modo” della contribuzione presso le gestioni speciali dei lavoratori autonomi, ai fini del supplemento? Questo accade perché il Fondo pensioni lavoratori dipendenti e le gestioni speciali Inps dei lavoratori autonomi fanno parte di un’unica forma assicurativa, l’Assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, o Ago.
Come si calcola il supplemento?
Il calcolo del supplemento di pensione presso il Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti è effettuato con lo stesso sistema adottato per la pensione principale.
Sono però presi in considerazione, relativamente al calcolo retributivo, le retribuzioni e i periodi contribuiti che si collocano tra la data di decorrenza della pensione, o del precedente supplemento, e quella del supplemento da liquidare.
Il supplemento non subisce limitazioni di importo, in quanto sia le retribuzioni, sia i periodi contribuiti, sono considerati integralmente. Di conseguenza, l’importo del supplemento si somma comunque alla pensione calcolata col sistema retributivo, anche se questa è stata liquidata in base all’anzianità contributiva massima consentita di 40 anni di contribuzione.
Supplemento e integrazione al minimo
Non sempre però dal supplemento deriva un effettivo aumento della pensione, dato che questo emolumento si aggiunge all’importo della pensione non integrata al minimo.
Pertanto:
- se il supplemento è di importo inferiore all’integrazione al trattamento minimo, pari a 515,58 euro mensili per il 2020, ne viene interamente assorbito e la pensione rimane adeguata al trattamento minimo;
- se risulta di importo superiore, la pensione ha un incremento effettivo pari alla differenza tra il supplemento e l’integrazione al minimo.
Supplemento e pensione di reversibilità
In caso di morte del pensionato i contributi relativi ai periodi successivi alla decorrenza della pensione diretta incrementano la pensione ai superstiti, cioè vanno ad aumentare l’importo della reversibilità.