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A cosa ha diritto un disoccupato

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Naspi, Dis-coll, reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, indennità: tutti i benefici per chi non sta lavorando.

A causa dell’emergenza occupazione, acuita dall’epidemia di Coronavirus, la crisi del mercato del lavoro non solo non vede miglioramenti, ma risulta nettamente peggiorata, con un numero sempre crescente di disoccupati. Il divieto di licenziamento per motivi economici, difatti, non può essere applicato se l’azienda chiude, né può rimediare alle mancate assunzioni, comprese quelle a carattere stagionale.

Fortunatamente, il nostro ordinamento prevede diversi strumenti a tutela del reddito per chi si ritrova privo di occupazione: ma a cosa ha diritto un disoccupato?

Bisogna innanzitutto distinguere tra chi è disoccupato in quanto ha appena perso il proprio impiego e chi invece si trova senza lavoro da tempo, o non ha mai lavorato. Inoltre, i benefici sono diversi per chi ha perso un impiego subordinato, rispetto a chi ha cessato l’attività di lavoro parasubordinato oppure a chi ha chiuso l’attività in proprio. Ma procediamo con ordine.

Indennità di disoccupazione Naspi

Se sei un lavoratore dipendente e sei appena stato licenziato, potresti aver diritto all’indennità di disoccupazione Naspi. Questa indennità ti spetta, in particolare, se:

  • ti trovi in stato di disoccupazione perché hai perso l’impiego involontariamente, quindi se è cessato il tuo contratto a termine, sei stato licenziato, anche per giusta causa, oppure ti sei dimesso per giusta causa o durante il periodo tutelato per maternità o, ancora, hai firmato una risoluzione consensuale col datore di lavoro in casistiche specifiche (a seguito di conciliazione successiva al licenziamento oppure per trasferimento ad altra sede della stessa azienda distante oltre 50 km dalla tua residenza o mediamente raggiungibile in oltre 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblico);
  • hai lavorato per almeno 30 giornate nell’anno;
  • hai alle spalle almeno 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni.

Se possiedi questi requisiti, puoi ottenere l’indennità di disoccupazione Naspi, che ammonta normalmente al 75% del reddito medio mensile degli ultimi quattro anni, con un tetto massimo di poco superiore ai 1300 euro mensili.

La Naspi ti spetta per un periodo massimo pari alla metà delle settimane contribuite degli ultimi quattro anni, tolte le settimane che hanno già dato luogo ad un’indennità di disoccupazione. Ad esempio, se hai lavorato continuativamente negli ultimi quattro anni e non hai mai percepito un sussidio di disoccupazione, l’indennità ti spetta sino un massimo di 24 mesi.

Ricorda che l’ammontare dell’indennità cala del 3% a partire dal quarto mese di fruizione. Inoltre, se trovi un nuovo lavoro potresti subire il taglio dell’indennità o la decadenza, in base alla durata dell’occupazione ed alla retribuzione o al reddito che ne deriva.

Ricorda anche che per aver diritto all’indennità devi aver sottoscritto la Did, la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, e devi firmare il patto di servizio, un particolare programma predisposto per te dagli operatori del centro per l’impiego. Devi inoltre svolgere le attività di politica attiva del lavoro previste per te: corsi di formazione, convocazioni presso il centro per l’impiego, attività di ricerca attiva di lavoro, incontri di orientamento. Se non svolgi queste attività, puoi subire dei tagli all’indennità o addirittura perderla definitivamente.

Non hai diritto alla Naspi se sei un dipendente pubblico con contratto a tempo indeterminato. Se sei un operaio agricolo e soddisfi determinate condizioni, puoi aver diritto alla disoccupazione agricola (qui trovi la Guida all’indennità di disoccupazione agricola).

Indennità di disoccupazione Dis-coll

Se sei un lavoratore parasubordinato ed hai un contratto di collaborazione (più precisamente di collaborazione coordinata e continuativa, co.co.co), oppure se svolgi un dottorato di ricerca-sei un assegnista, al termine del contratto non hai diritto alla Naspi ma ad un’altra indennità di disoccupazione, che si chiama Dis-coll.

Per aver diritto all’indennità, devi aver contribuito alla gestione Separata Inps per almeno un mese a partire dall’anno precedente la cessazione dell’impiego sino alla data della cessazione stessa. Attenzione: devi risultare iscritto presso la gestione Separata in via esclusiva, non devi essere iscritto presso altre gestioni di previdenza obbligatoria.

La Dis-coll spetta per un periodo pari alla metà del periodo contribuito utile, sino ad un massimo di 6 mesi. Anche per questa indennità devi rispettare gli stessi obblighi previsti per la Naspi: sottoscrizione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e svolgimento delle attività di politica attiva.

Non puoi percepire la Dis-coll se hai una partita Iva aperta, anche se dall’attività non percepisci alcun reddito. Qui trovi la Guida alla disoccupazione collaboratori.

Reddito di cittadinanza

Che tu sia disoccupato in quanto hai perso da poco l’impiego o che tu non lavori da molto, o addirittura non abbia mai lavorato, non rileva ai fini del diritto al reddito di cittadinanza. Questo è un sussidio che spetta, difatti, a prescindere dal versamento di contributi previdenziali, in quanto si tratta di una prestazione di assistenza e non di previdenza, come la Naspi e la Dis-coll.

Fai attenzione però: il reddito di cittadinanza non spetta soltanto a te, ma a tutto il tuo nucleo familiare. È dunque necessario che la tua famiglia rispetti, nel suo complesso, determinati requisiti di reddito e relativi al patrimonio mobiliare ed immobiliare, nonché ulteriori requisiti personali previsti dalla legge (il sussidio non spetta, ad esempio, ai lavoratori dimissionari ed ai detenuti). È indispensabile che vi sia una dichiarazione Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente, in pratica l’indice che misura la ricchezza della famiglia) in corso di validità per percepire il sussidio.

L’importo del reddito di cittadinanza dipende dalla composizione del tuo nucleo familiare e dall’eventuale percezione di redditi da parte tua o di un tuo familiare, comunque non può essere superiore a 1.380 euro mensili o inferiore a 40 euro al mese. Il sussidio è accreditato in una carta prepagata, la carta Rdc. È erogato per 18 mesi, successivamente può essere rinnovato.

Come per la Naspi e per la Dis-coll, anche per il reddito di cittadinanza sei tenuto a rispettare gli obblighi connessi alle attività di politica attiva del lavoro; devi firmare il patto per il lavoro, contenente il programma delle attività previste per te dagli operatori per l’impiego.

Qui trovi la Guida completa al reddito di cittadinanza.

Reddito di emergenza

Incompatibile col reddito di cittadinanza, il reddito di emergenza è un nuovo sussidio, temporaneo, che spetta ai nuclei familiari che si trovano nelle seguenti condizioni:

  • residenza del richiedente in Italia;
  • un valore del reddito familiare, nel mese di aprile 2020, inferiore ad una soglia pari all’ammontare del reddito di emergenza stesso, moltiplicato per la scala di equivalenza utilizzata per il reddito di cittadinanza;
  • un valore del patrimonio mobiliare (conti, carte, libretti, depositi…) familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a 10 mila euro, accresciuta di 5mila euro per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di 20mila euro; il massimale è incrementato di 5mila euro in caso di presenza nel nucleo familiare di un componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini Isee;
  • un valore dell’Isee inferiore a 15mila euro.

Il beneficio è erogato in due quote, ciascuna pari a 400 euro, da moltiplicare per la scala di equivalenza, sino a un massimo di 800 euro, 840 euro in caso di disabili gravi o non autosufficienti nel nucleo avente scala di equivalenza massima.

Indennità Covid lavoratori stagionali

In base alle previsioni del decreto Cura Italia [1], l’Inps riconosce un’indennità ai lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato il rapporto di lavoro nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 2019 alla data del 17 marzo 2020.

Ai fini dell’accesso all’indennità i lavoratori non devono essere titolari di pensione o altre forme di previdenza obbligatoria, e non devono essere titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.

L’indennità è compatibile e cumulabile con l’indennità di disoccupazione Naspi ed è pari a 600 euro per il mese di marzo ed a 600 euro per il mese di aprile.

Altre indennità per disoccupati

Per aprile e maggio2020 viene poi riconosciuta un’indennità di 600 euro per ciascun mese, per alcune tipologie di disoccupati non titolari di rapporto di lavoro e di pensione:

  • stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e hanno lavorato per almeno trenta giornate nel medesimo periodo;
  • intermittenti che hanno lavorato per almeno trenta giornate nel periodo tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020;
  • autonomi senza partita Iva, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 siano stati titolari di contratti di lavoro autonomo occasionale e non abbiano un contratto in essere al 23 febbraio 2020, a patto che siano già iscritti alla medesima data alla Gestione separata con accredito nello stesso arco temporale di almeno un contributo mensile;
  • incaricati alle vendite a domicilio con reddito annuo 2019 superiore a 5mila euro, titolari di partita Iva attiva e iscritti alla gestione Separata e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

Per i lavoratori dello spettacolo con determinati requisiti è erogata un’indennità di 600 euro per ciascuno dei mesi di aprile e maggio, qualora non siano titolari di rapporto di lavoro dipendente o di pensione alla data di entrata in vigore del decreto Rilancio.

Tutte queste indennità non concorrono alla formazione del reddito e sono erogate dall’Inps in unica soluzione, rispettando i limiti di spesa previsti dalla legge. Le indennità possono essere integrate con il beneficio del reddito di cittadinanza.


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