
Beneficiari della carta Rdc che lavorano e sono benestanti: si possono denunciare, come e a chi inviare le segnalazioni?
Non ci sono solo i casi estremi del finto indigente che parcheggia l’auto da 100mila euro e va a fare la spesa con la carta Rdc, o dello spacciatore che ha 3 ville con piscina ma ogni mese incassa il reddito di cittadinanza. Sono, difatti, numerosi i cosiddetti “furbetti del reddito di cittadinanza”: persone che lavorano in nero, percependo compensi più che dignitosi, ma, risultando prive di reddito, oltre a non pagare tasse intascano ogni mese il reddito di cittadinanza. C’è anche chi non è impiegato in nero, ma, d’accordo col datore di lavoro, percepisce lauti compensi fuori busta, conseguendo così il diritto al sussidio.
Ma il comune cittadino che viene a conoscenza di simili situazioni può far qualcosa per denunciare il beneficiario del Rdc disonesto? Come segnalare furbetti reddito di cittadinanza?
Fortunatamente, la possibilità di segnalare chi beneficia indebitamente del reddito di cittadinanza c’è. Prima di vedere come procedere per effettuare la segnalazione, comunque, bisogna capire quali sono gli obblighi per i beneficiari del Rdc- Procediamo dunque con ordine.
Come si comunicano le condizioni economiche e lavorative per il diritto al Rdc?
Il reddito di cittadinanza è erogato solo se si rispettano precisi requisiti di reddito, patrimonio e personali: le condizioni devono essere verificate con riferimento all’intero nucleo familiare.
Per conoscere tutti i requisiti necessari: Guida al reddito di cittadinanza.
La generalità delle condizioni può essere verificata dall’Inps attraverso la dichiarazione Isee, indispensabile per presentare la domanda Rdc. Nella dichiarazione deve essere indicata una notevole quantità di dati: dalle auto ai conti corrente, dalle carte di credito agli immobili, ogni componente del nucleo familiare è monitorato, attraverso la presentazione di questo modello, a 360 gradi. Tutti i dati riportati nell’Isee, peraltro, sono soggetti a dei rigorosi controlli incrociati, grazie alle banche dati dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate.
Per quanto riguarda i redditi ed il patrimonio relativo ai componenti del nucleo familiare, l’Isee fa riferimento al secondo anno precedente.
Se uno o più componenti del nucleo hanno avviato, prima della presentazione della domanda di sussidio, attività di lavoro subordinato, autonomo o d’impresa (anche in forma di partecipazione), e il reddito derivante dall’attività non è incluso nell’Isee sulla cui base si calcola il Rdc, il modello di domanda del reddito o della pensione di cittadinanza deve essere integrato.
Per questo motivo, deve essere presentato, assieme al modello di domanda di reddito di cittadinanza SR180, il modello RdC/Pdc Com Ridotto (SR182), che serve a comunicare lo svolgimento di attività di lavoro subordinato, autonomo o d’impresa.
Ma che cosa succede se non viene comunicato lo svolgimento dell’attività lavorativa al momento della domanda?
Reddito di cittadinanza e lavoro nero: rischi
Se il beneficiario del reddito di cittadinanza, nel momento della richiesta del sussidio, lavora in nero e non dichiara lo svolgimento dell’attività, rischia sino a 6 anni di reclusione. Come mai? Perché risulta aver utilizzato, per ottenere o mantenere il beneficio, dichiarazioni e documenti falsi o attestanti cose non vere, o aver omesso informazioni dovute.
In questi casi, chi consegue indebitamente il reddito di cittadinanza è punito:
- con la reclusione da 2 a 6 anni;
- con la revoca retroattiva del sussidio;
- con l’impossibilità di chiedere il reddito di cittadinanza prima che siano decorsi 10 anni dalla condanna.
Reddito di cittadinanza e lavoro grigio: rischi
Il rischio è lo stesso se chi richiede il reddito lavora “in grigio”, cioè percepisce somme aggiuntive non dichiarate in busta paga, pur figurando assunto dall’azienda (in parole semplici, “prende soldi in nero”). Come mai?
Le conseguenze sono le stesse, rispetto a chi lavora in nero, perché l’interessato risulta comunque aver utilizzato, nella richiesta del sussidio, dichiarazioni e documenti falsi o attestanti cose non vere, o aver omesso informazioni dovute. Si rischiano dunque sino a 6 anni di reclusione.
Come si comunicano le variazioni di reddito?
Ogni variazione del reddito, rispetto a quanto dichiarato nella domanda di reddito di cittadinanza o nel modello integrativo, deve essere dichiarata entro 30 giorni, attraverso la presentazione del modello Rdc/Pdc Com Esteso (SR181).
Nel caso in cui si debba comunicare lo svolgimento di un’attività lavorativa parasubordinata o subordinata, deve essere indicato il reddito previsto per l’anno di avvio dell’attività (il reddito di lavoro concorre a rideterminare l’importo del sussidio nella misura dell’80%); se deve essere comunicato l’avvio di una nuova attività di lavoro autonomo o d’impresa, la comunicazione va rinnovata entro il 15 del mese successivo a ogni trimestre.
Non vanno dichiarati i redditi da tirocinio, da attività socialmente utili e da lavoro accessorio.
Nello specifico, il modello di variazione deve essere presentato per comunicare:
- lo svolgimento di attività di lavoro subordinato, autonomo o d’impresa avviate dopo aver presentato la domanda di Rdc/ Pdc;
- alcune particolari variazioni del nucleo familiare, avvenute dopo la presentazione della domanda;
- qualsiasi variazione del patrimonio immobiliare o di possesso di beni durevoli, intervenuta dopo rispetto alle variazioni eventualmente comunicate nella dichiarazione Isee, che comporti il venir meno dei requisiti.
Ma che cosa succede se il beneficiario del reddito di cittadinanza non dichiara le variazioni di reddito o di patrimonio?
Beneficiario del reddito di cittadinanza che non dichiara il nuovo lavoro
Se il beneficiario del reddito di cittadinanza, dopo la richiesta del sussidio, trova un nuovo lavoro e non lo dichiara, rischia sino a 3 anni di reclusione.
Le sanzioni vanno infatti da 1 a 3 anni di reclusione per chi non comunica qualsiasi variazione del reddito: rischia, comunque, sia chi lavora in nero, sia chi percepisce degli importi non dichiarati.
Rischia anche di chi, pur essendo già assunto, si accorda col datore di lavoro al fine di percepire delle somme aggiuntive in nero e chi acquisisce un incremento del patrimonio senza dichiararlo.
Come denunciare chi lavora in nero?
Come si denuncia il furbetto del reddito di cittadinanza che lavora in nero? La denuncia deve essere inviata all’Ispettorato del Lavoro, indicando:
- i dati identificativi del datore di lavoro;
- la posizione Inps ed Inail dell’azienda;
- un’esposizione breve e circostanziata della violazione che si ritiene sia stata commessa dal datore di lavoro: in questo caso, si deve indicare la circostanza che la prestazione di un lavoratore avvenga senza regolare assunzione;
- ogni altro elemento utile a consentire all’autorità la violazione commessa dall’azienda.
Nel momento in cui avverrà l’accesso ispettivo da parte degli ispettori del lavoro, il datore dovrà dimostrare l’assolvimento degli obblighi relativi all’assunzione, pena il pagamento di pesanti sanzioni.
Si può fare la denuncia anonima?
La denuncia all’Ispettorato può essere anonima? La denuncia può avvenire anche in forma anonima, mediante l’invio di una lettera raccomandata non firmata, ma in questo caso l’Ispettorato la prenderà in considerazione solo in presenza di indizi gravi, precisi e concordanti.
Molto importante è supportare la denuncia con testimoni e presentare quanto necessario a renderla più autorevole. Nel dettaglio, occorre comunicare:
- i dati relativi all’attività svolta sul posto di lavoro;
- la data di inizio e fine della prestazione lavorativa;
- gli orari di lavoro e la retribuzione percepita.
Segnalare i furbetti del Reddito di cittadinanza alla Guardia di finanza
Sui casi di abuso da parte dei percettori di Rdc può intervenire anche la Guardia di finanza.
Per denunciare la situazione alla Gdf è possibile:
- chiamare il numero gratuito di pubblica utilità 117, attivo 24 ore su 24;
- rivolgersi al reparto territoriale più vicino per presentare un esposto.
Nel caso specifico dei lavoratori in nero o in grigio, sul portale della Gdf, sezione “Servizi per il cittadino – Modulistica – Esposto denuncia e querela” è disponibile un modulo ad hoc per il lavoro nero da scaricare, compilare e consegnare al reparto così da velocizzare le pratiche amministrative.