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Aiuto economico per anziani

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Agevolazioni per persone anziane: assegno sociale, pensione di cittadinanza, assegno di accompagnamento, detrazione spese di assistenza, di colf e badanti e mediche, benefici Inps.

La normativa italiana prevede diversi tipi di sussidi per i cittadini anziani: alcuni sono erogati sulla base dell’età avanzata e della situazione di bisogno economico, altri sono erogati se, oltre alla situazione di bisogno economico, sono verificate particolari condizioni di salute (handicap, invalidità o non autosufficienza), altri ancora sono riconosciuti sulla sola base delle condizioni di salute.

L’assegno sociale, ad esempio, è riconosciuto sulla base del requisito di età (67 anni), di ulteriori requisiti personali (cittadinanza, residenza) e di requisiti di reddito: non è richiesto il riconoscimento d’invalidità, non autosufficienza o handicap. Tuttavia, se l’anziano è invalido e possiede particolari requisiti, può aver diritto a una particolare tipologia di assegno sociale, l’assegno sociale sostitutivo.

Anche per la pensione di cittadinanza non è richiesto il riconoscimento d’invalidità, ma solo un requisito di età almeno pari a 67 anni, assieme a una condizione di bisogno economico. Tuttavia, se l’interessato è disabile grave o non autosufficiente (o è presente una persona nelle stesse condizioni nel nucleo familiare), l’importo della pensione di cittadinanza aumenta.

Vediamo allora quali sono le tipologie di aiuto economico per anziani, sia quelli spettanti in base alle condizioni di bisogno economico, che quelli spettanti sia in base alla situazione economica che a quella di salute.

A proposito delle condizioni di salute, ricordiamo che l’invalidità consiste nella riduzione della capacità lavorativa della persona, generica o specifica, derivante da un’infermità o da una menomazione; se la persona non è in età lavorativa (minorenni, over 67), per valutare l’invalidità non ci si riferisce alla capacità lavorativa, ma alla capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.

L’handicap invece è lo svantaggio sociale derivante da un’infermità o una menomazione; nello specifico, è considerato portatore di handicap chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa;

La non autosufficienza, infine, consiste nell’impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza permanente, o nell’impossibilità permanente di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore. Non tutti i benefici consistono in un sussidio economico diretto: gli anziani non autosufficienti possono beneficiare anche di agevolazioni fiscali, come le detrazioni per particolari spese, che abbassano le imposte dovute.

Assegno sociale

L’assegno sociale, che dal 1996 ha sostituito la pensione sociale, è una prestazione economica di assistenza riconosciuta dall’Inps: a differenza delle pensioni (di vecchiaia, anticipata, di anzianità…), che spettano in base ai contributi versati, le prestazioni assistenziali, come l’assegno e la pensione sociale, sono riconosciute a chi si trova in stato di bisogno.

In particolare, l’assegno sociale spetta ai cittadini più anziani, dai 67 anni di età (si tratta dell’età per la pensione di vecchiaia ordinaria prevista nel biennio 2019- 2020), che hanno un reddito al di sotto di un certo limite e che non hanno diritto (eccetto alcune particolari situazioni) alla pensione diretta, cioè di vecchiaia anticipata, di anzianità o ad altri trattamenti di previdenza.

Il trattamento, nel 2020, in base agli adeguamenti è pari a 459,83 euro ed è erogato, come la pensione, per 13 mensilità: pertanto, la sua misura annuale è pari a 5.977,79 euro. Possono essere riconosciute delle maggiorazioni.

Per approfondire: Assegno sociale 2020.

Assegno sociale sostitutivo per anziani invalidi

Le persone con invalidità riconosciuta prima del compimento del 67° anno di età, che già percepiscono la pensione d’inabilità civile o l’assegno mensile di assistenza (pensione d’invalidità civile), hanno diritto alla conversione dei trattamenti in assegno sociale al compimento di 67 anni.

Il trattamento in cui la pensione d’inabilità o invalidità civile sono trasformate si chiama assegno sociale sostitutivo.

L’importo dell’assegno sociale sostitutivo per il 2020 è pari a:

  • 374,48 euro per gli invalidi civili parziali, con un limite di reddito personale annuo pari a 4.868,24 euro; a determinate condizioni di reddito è possibile ottenere l’aumento del sussidio, pari a 85,35 euro mensili, che può far arrivare l’assegno sino a 459,83 euro mensili;
  • 374,48 euro mensili per gli invalidi civili totali, con un limite di reddito personale pari a 16.824,46 euro all’anno; a determinate condizioni di reddito è possibile ottenere l’aumento del sussidio, pari a 85,35 euro mensili, che può far arrivare l’assegno sino a 459,83 euro mensili.

Per approfondire: Assegno sociale sostitutivo.

Pensione di cittadinanza

La pensione di cittadinanza [1] consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore dei nuclei familiari composti esclusivamente da persone che hanno compiuto l’età pensionabile (sino al 2022, pari a 67 anni): è una misura di contrasto alla povertà per gli anziani, rivolta ai nuclei composti da over 67 e disabili gravi o non autosufficienti.

Il sussidio può spettare agli anziani che non hanno reddito, oppure può integrare la pensione, o l’assegno sociale, o la diversa prestazione spettante. Attenzione però: la pensione di cittadinanza non integra direttamente l’eventuale prestazione spettante, ma viene riconosciuta con una carta acquisti, la carta Rdc/Pdc, o attraverso differenti modalità (accredito in banca o alle poste, ad esempio).

L’importo della pensione di cittadinanza è determinato da due quote:

  • la prima quota, a integrazione del reddito familiare, ammonta a una soglia massima pari a 7560 euro annui, 630 euro al mese, per il nucleo familiare con un singolo componente; in presenza di più componenti si può arrivare al massimo a 1.323 euro al mese, 15.876 euro annui; per le famiglie con disabili gravi o non autosufficienti, è previsto un incremento dell’importo massimo della quota base di pensione di cittadinanza erogabile (in presenza di almeno quattro componenti del nucleo familiare) da 1.323 euro a 1.386 euro mensili;
  • la seconda quota, a integrazione del reddito familiare, è riconosciuta ai nuclei che pagano l’affitto dell’abitazione, ed è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto, sino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui;
  • la seconda quota è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui, nel caso di nuclei familiari residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato stipulato un contratto di mutuo da un componente della famiglia.

Per l’erogazione della pensione di cittadinanza sono previsti specifici requisiti, sia in capo al richiedente che ai componenti del nucleo familiare. Per conoscerli tutti: Guida alla pensione di cittadinanza.

Indennità di accompagnamento

A favore delle persone anziane non autosufficienti è previsto il diritto all’indennità di accompagnamento, o accompagno. Per quanto riguarda il requisito della non autosufficienza, in generale questo è riconosciuto quando l’interessato ha un’invalidità pari al 100% e persistenti difficoltà nello svolgere le attività quotidiane della vita senza assistenza, o a camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.

Se l’anziano assistito ha scarsa capacità di svolgere compiti e funzioni quotidiane senza assistenza, è dunque consigliabile inviare all’Inps, dopo aver fatto predisporre dal medico curante apposita certificazione, la domanda di riconoscimento dell’invalidità, utile anche per ottenere l’assegno di accompagnamento. È possibile, con la stessa procedura, richiedere anche la certificazione di handicap: numerosi vantaggi sono collegati, dalla Legge 104, al possesso di handicap in situazione di gravità.

Nel caso in cui, a seguito degli accertamenti sanitari, sia riconosciuto all’anziano assistito il possesso del 100% d’invalidità, assieme alle persistenti difficoltà nello svolgere gli atti quotidiani della vita o nel deambulare, potrà ottenere l’assegno di accompagnamento, che ammonta a 520,29 euro al mese, non è tassato e non è soggetto a limiti di reddito.

Detrazione delle spese di assistenza

Per l’anziano non autosufficiente o per il familiare che lo assiste è anche possibile fruire di una detrazione fiscale per le spese di assistenza. Si possono cioè detrarre i costi sostenuti per l’assistenza dalle imposte (sia da parte dell’interessato, che dei familiari che lo hanno a carico), sino a 2.100 euro l’anno, se il reddito non supera 40mila euro. La detrazione è pari al 19% dei costi e deve essere indicata nel modello 730 o Redditi.

Ai fini dell’agevolazione fiscale può essere considerata non autosufficiente anche una persona che necessita di sorveglianza continuativa; lo stato di non autosufficienza, per ottenere il beneficio fiscale, deve risultare da un’apposita certificazione medica, ma non è necessario effettuare l’iter per il riconoscimento dell’invalidità.

Deduzione dei contributi di colf e badanti

Se l’anziano fruisce dell’aiuto di una colf o di una badante, si possono inoltre dedurre dai redditi ai fini fiscali i contributi previdenziali versati per la collaboratrice, in quanto lavoratrice domestica, a prescindere dai requisiti della persona assistita, sino a un massimo di 1549,37 euro annui.

Deduzione spese mediche e di assistenza specifica

Se l’anziano è assistito ed è stato dichiarato invalido al 100% o portatore di handicap (anche non grave), è possibile dedurre dal suo reddito, o dal reddito del familiare che lo assiste, le spese mediche e di assistenza specifica sostenute per suo conto, anche se l’anziano non risulta fiscalmente a carico di chi lo assiste.

Le spese di assistenza specifica che possono essere dedotte dal reddito sono:

  • l’assistenza infermieristica e riabilitativa resa da personale paramedico in possesso di una qualifica professionale specialistica;
  • le prestazioni rese dal personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale, se dedicato esclusivamente all’assistenza diretta della persona;
  • le prestazioni fornite dal personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo, dal personale con la qualifica di educatore professionale, dal personale qualificato addetto ad attività di animazione e di terapia occupazionale.

Detrazione spese mediche

Gli anziani disabili portatori di handicap, o i familiari che li hanno a carico, beneficiano anche di una detrazione del 19% dall’Irpef che riguarda:

  • le spese mediche specialistiche sostenute per il disabile;
  • l’acquisto di mezzi d’ausilio alla deambulazione;
  • l’acquisto di poltrone per inabili e minorati, di apparecchi correttivi e di ulteriori ausili specifici.

Home care premium Inps

L’anziano disabile pensionato pubblico o il dipendente pubblico che assiste un anziano disabile possono beneficiare di particolari agevolazioni economiche, erogate dall’Inps attraverso un particolare programma.

Il programma Inps Home Care premium consente di beneficiare di oltre mille euro al mese per l’assistenza di familiari disabili, oltreché di numerosi servizi e aiuti integrativi: il programma, avviato già da diversi anni, è rivolto ai dipendenti ed ai pensionati pubblici, ed è finalizzato ad offrire assistenza e servizi aggiuntivi a favore dei non autosufficienti.

I beneficiari dei contributi, sino a 1050 euro al mese, o sino a 1.250 euro mensili (per chi rientra nella sperimentazione) sono gli iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (dipendenti pubblici) ed alla gestione magistrale, assieme ai pensionati della gestione dipendenti pubblici.

In particolare, può richiedere i contributi:

  • il titolare della posizione assicurativa, cioè il lavoratore o il pensionato: questi può richiedere il beneficio per sé stesso, per il coniuge (non separato), per il partner dell’unione civile, per il convivente di fatto o per un familiare di 1° grado, anche non convivente;
  • il familiare di 1° grado del titolare: per sé stesso, per il titolare, per un familiare di 1° grado del titolare, per il coniuge del titolare;
  • il genitore richiedente superstite: per il figlio minore orfano del titolare;
  • il tutore: per il figlio minore del titolare;
  • l’amministratore di sostegno del soggetto beneficiario: per il beneficiario;
  • il suocero, la suocera; i fratelli e le sorelle germani unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali del beneficiario.

Le prestazioni offerte dall’Inps sono degli interventi di assistenza e prestazioni integrative a favore delle persone disabili (in possesso di disabilità media, grave o gravissima, come esposto nella tabella), che possono arrivare al valore massimo mensile di 1.250 euro, per chi è in possesso di disabilità gravissima, se l’Isee sociosanitario del nucleo familiare non supera 8mila euro.

Nello specifico, le prestazioni riconosciute dall’Inps possono consistere in:

  • un contributo economico mensile erogato in favore del beneficiario, per coprire le spese dell’assistenza familiare, sino a 1050 euro, o a 1250 euro nei casi in cui si rientra nella sperimentazione (Isee massimo pari a 8mila euro, disabilità gravissima);
  • servizi professionali domiciliari resi da operatori sociosanitari ed educatori professionali;
  • altri servizi professionali di assistenza domiciliare, resi da psicologi, come supporto alla famiglia, da fisioterapisti, logopedisti;
  • servizi a carattere extra domiciliare: interventi integrativi e complementari non sanitari, per la crescita delle capacità di relazione o cognitive, il potenziamento delle abilità, la prevenzione e il rallentamento della degenerazione che aumenta il livello di non autosufficienza; questi servizi devono svolgersi presso centri socioeducativi riabilitativi diurni per disabili, centri diurni per anziani, centri di aggregazione giovanile, centri per l’infanzia;
  • prestazioni di sollievo: si tratta di interventi a favore del nucleo familiare, per il recupero delle energie psicofisiche necessarie all’assistenza del beneficiario, e di interventi di sollievo domiciliare, diurno, extra domiciliare o residenziale, prestati se le necessità legate all’incapacità funzionale non sono integralmente soddisfatte dai “servizi pubblici”, ma sono integrate da uno o più familiari conviventi o non conviventi attraverso le cosiddette “cure familiari”;
  • trasferimento assistito: si tratta di servizi di accompagnamento, trasporto o trasferimento assistito per specifiche e particolari necessità (visite mediche, accesso al centro diurno etc.), articolate in trasporto collettivo/individuale senza assistenza, con assistenza, con assistenza carrozzato e trasporto barellato;
  • pasto: si tratta del servizio di consegna a domicilio dei pasti, ad esclusione della fornitura;
  • supporti: rientrano nella categoria dei supporti la fornitura e l’installazione a domicilio di dotazioni e attrezzature (ausili) o strumenti tecnologici di domotica, non finanziati da altre leggi nazionali o regionali vigenti, per la mobilità e l’autonomia, per la gestione dell’ambiente domestico e delle comunicazioni, tali da ridurre il grado di non autosufficienza, il livello di bisogno assistenziale o il rischio di degenerazione ulteriore.

Per approfondire e per sapere quali disabili possono beneficiare delle agevolazioni: Inps Home Care Premium HCP.

Agevolazioni Legge 104

Altre agevolazioni [2] che possono spettare a favore degli anziani con problemi di salute e di chi li assiste sono collegate al possesso di handicap grave e possono essere di tipo lavorativo, previdenziale, o relative all’acquisto di veicoli, all’abbattimento di barriere architettoniche, alla possibilità di ottenere protesi e ausili, sussidi tecnici e informatici ed un trattamento di vantaggio per l’imposta sulle successioni e le donazioni a favore del disabile.

Per approfondire: Legge 104, guida alle agevolazioni.


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