
Concorsi, ritorna lo scorrimento degli elenchi degli idonei, possibile attingere dalle graduatorie di altri enti.
Dal 2020 si ritorna al passato, nell’ambito dei concorsi pubblici: è stata fatta marcia indietro, difatti, sulle nuove regole che imponevano il blocco allo scorrimento delle graduatorie per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Ma di che cosa si tratta?
Quando viene bandito un concorso per l’assunzione di personale in un ente pubblico, non tutti i candidati, ovviamente, possono risultare vincitori: spesso accade che numerosi candidati risultino idonei, cioè superino le prove, ma senza diritto all’assunzione, in quanto i posti disponibili sono assegnati a coloro che hanno conseguito i punteggi più alti.
Gli idonei, tuttavia, possono essere chiamati successivamente, attraverso lo scorrimento delle graduatorie, da parte dello stesso ente che ha bandito il concorso, o da parte di un ente diverso, tramite convenzione. Questa possibilità era stata negata dalla legge di Bilancio 2019 [1], ma sarà ripristinata nel 2020.
Nel dettaglio, per quanto riguarda bandi e concorsi, come cambiano le regole da quest’anno?
In base a quanto annunciato dal ministro per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, in una risposta nel corso del question time ieri alla camera dei deputati, nel 2020 ci sarà una marcia indietro sul divieto di scorrimento delle graduatorie, quindi di avvalersi degli idonei per le assunzioni preso gli enti pubblici. Ricordiamo che questo divieto riguarda i bandi pubblicati dal 2019, ed è stato introdotto per iniziativa del precedente ministro per la pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.
Con le nuove misure, che saranno attuate con legge di bilancio 2020, torna invece la possibilità di chiamare in servizio gli idonei tramite scorrimento delle graduatorie. Le nuove disposizioni, nello specifico, non cambiano la durata di validità delle graduatorie, ma consentono alle amministrazioni di procedere allo scorrimento delle graduatorie approvate nel 2019, per un ulteriore 30% dei posti banditi: si superano, dunque, gli attuali limiti numerici, accogliendo peraltro le richieste giunte dalle rappresentanze degli idonei e dalle amministrazioni, che hanno necessità di sostituire i dipendenti cessati per pensionamento e di sopperire alle gravissime carenze di organico che si protraggono da anni. Ma come mai era stato in precedenza deciso di bloccare le assunzioni degli idonei?
Nuove misure sui concorsi
Le disposizioni che prevedono il blocco allo scorrimento delle graduatorie erano state introdotte un anno fa con la legge di bilancio 2018, in previsione dell’operatività, entro il 2019, di nuove misure di semplificazione e velocizzazione dei concorsi. Le nuove misure introdotte, tra le quali il concorsone unico nazionale, che sarebbe servito a programmare le assunzioni della Pa, vincolandole ad un piano dei fabbisogni con cadenza triennale, non sono però state attuate.
Il concorsone unico, in particolare, avrebbe dovuto consistere in un bando unico triennale per le nuove assunzioni, indetto soltanto dalle amministrazioni centrali, come ministeri, Inps ed Inail.
Il personale assunto col concorsone unico sarebbe poi stato assegnato, in conformità alle previsioni del piano dei fabbisogni triennale, alle amministrazioni con una maggiore necessità di aumentare l’organico. Tuttavia, questa ed ulteriori disposizioni, che avrebbero dovuto semplificare e velocizzare le assunzioni pubbliche, sono ad oggi bloccate.
Concorsi e assunzioni: nuove regole 2020
Occorrono dunque delle misure efficaci per consentire l’immediato turn over dei dipendenti pubblici, che dal 2019 stanno cessando in massa dal servizio: sono previste, sino al 2022, oltre 450mila cessazioni, e nell’immediato c’è la necessità di sostituire almeno 100mila lavoratori del pubblico impiego.
Per questo motivo, è previsto il ritorno allo scorrimento delle graduatorie, per almeno il 30% degli idonei: l’intervento sarà attuato con la legge di bilancio 2020.
Saranno inoltre definite procedure di assunzione più snelle ed efficaci, che permetteranno alle amministrazioni, specialmente agli enti più piccoli, di reclutare dipendenti pubblici anche attingendo da graduatorie già approvate e valide. In questo modo, gli enti più piccoli non dovranno sostenere gli oneri finanziari e organizzativi derivanti dalle procedure di concorso.
Si dovrà comunque trovare un equilibrio tra la durata della validità delle graduatorie ed il loro utilizzo da parte degli enti pubblici, in modo sia da rispondere alle esigenze delle amministrazioni, che hanno necessità di sbloccare il turnover, sia alle esigenze dei numerosi giovani che vorrebbero essere inseriti in un ente pubblico.