
Nuovo ampliamento della platea delle lavoratrici destinatarie di opzione donna con la legge di bilancio 2020.
In base a quanto reso noto nella Nadef, la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), e successivamente disposto nel disegno di legge di Bilancio, la pensione con opzione donna beneficerà di una nuova proroga. I termini nei quali questa pensione di anzianità agevolata sarà estesa sono appena stati annunciati: il beneficio potrà essere fruito dalle nate sino al 1961, se dipendenti, o sino al 1960, se lavoratrici autonome.
La data entro la quale maturare il requisito contributivo necessario al trattamento, pari a 35 anni di contributi, è stata spostata al 31 dicembre 2019.
Ma procediamo per ordine, e cerchiamo di fare chiarezza sulla nuova opzione donna: proroga 2020, come funziona, chi può beneficiarne, convenienza del trattamento.
Le proroghe dell’opzione donna, negli anni, sono state diverse: ad oggi, possono richiedere il trattamento le nate sino al 1960, se dipendenti, o sino al 1959, se lavoratrici autonome, purché abbiano maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2018.
Ma una nuova estensione del beneficio è sostenibile dalle casse pubbliche? La risposta è positiva, relativamente al lungo periodo: il trattamento, infatti, è integralmente calcolato col sistema contributivo, sistema di calcolo della pensione che risulta normalmente penalizzante.
Chi può pensionarsi oggi con opzione donna?
Allo stato attuale, hanno diritto alla pensione con opzione donna le lavoratrici dipendenti che abbiano compiuto almeno 58 anni di età, e le lavoratrici autonome che abbiano compiuto almeno 59 anni di età entro il 31 dicembre 2018. Queste lavoratrici, alla stessa data, quindi entro il 2018, devono anche avere alle spalle almeno 35 anni di contributi.
In sostanza, con l’opzione donna si pensionano:
- le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato che hanno compiuto 58 anni entro il 31 dicembre 2018, quindi nate entro il 31 dicembre 1960; queste lavoratrici devono inoltre possedere 35 anni di contribuzione effettiva entro il 31 dicembre 2018;
- le lavoratrici dipendenti del comparto scuola che hanno compiuto 58 anni di età al 31 dicembre 2018, quindi nate entro il 31 dicembre 1960, che abbiano alle spalle, ugualmente, 35 anni di contribuzione effettiva al 31 dicembre 2018;
- le lavoratrici autonome, o con contributi misti (derivanti sia da lavoro autonomo che da lavoro dipendente), che abbiano compiuto 59 anni di età al 31 dicembre 2018, quindi nate entro il 31 dicembre 1959, e che abbiano maturato 35 anni di contribuzione effettiva il 31 dicembre 2018.
Al requisito anagrafico non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita.
Chi potrà pensionarsi con opzione donna nel 2020?
In base a quanto disposto nel Ddl bilancio, avranno diritto alla nuova pensione con opzione donna le lavoratrici dipendenti che abbiano compiuto almeno 58 anni di età, e le lavoratrici autonome che abbiano compiuto almeno 59 anni di età entro il 31 dicembre 2019. Queste lavoratrici, alla stessa data, quindi entro il 31 dicembre 2019, dovranno anche avere alle spalle almeno 35 anni di contributi.
In sostanza, con la proroga opzione donna 2020 si pensioneranno:
- le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato che avranno compiuto 58 anni entro il 31 dicembre 2019, quindi nate entro il 31 dicembre 1961; queste lavoratrici dovranno inoltre possedere 35 anni di contribuzione effettiva entro il 31 dicembre 2019;
- le lavoratrici dipendenti del comparto scuola che avranno compiuto 58 anni di età al 31 dicembre 2019, quindi nate entro il 31 dicembre 1961, che dovranno avere alle spalle, ugualmente, 35 anni di contribuzione effettiva al 31 dicembre 2019;
- le lavoratrici autonome, o con contributi misti (derivanti sia da lavoro autonomo che da lavoro dipendente), che avranno compiuto 59 anni di età al 31 dicembre 2019, quindi nate entro il 31 dicembre 1960, e che avranno maturato 35 anni di contribuzione effettiva il 31 dicembre 2019.
Al requisito anagrafico non dovrebbero applicarsi gli adeguamenti alla speranza di vita.
Quali sono le finestre per ottenere l’opzione donna?
Dal momento della maturazione dei requisiti al momento della liquidazione della pensione, la lavoratrice deve attendere un periodo, detto finestra, pari a:
- 12 mesi, se lavoratrice subordinata;
- 18 mesi, se lavoratrice autonoma o con contribuzione mista;
- le lavoratrici della scuola devono attendere il 1° settembre di ogni anno (o il 1° novembre se appartenenti al comparto dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica AFAM), in quanto si applica una finestra fissa e unica di uscita annuale.
Le finestre per la proroga opzione donna 2020 dovrebbero restare le stesse.
Quanti contributi ci vogliono per l’opzione donna?
Come osservato, ad oggi per ottenere l’opzione donna è necessario aver maturato 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018, mentre per la nuova proroga, in base a quanto disposto nel Ddl di bilancio 2020, sarà necessario aver maturato 35 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2019.
Per perfezionare il requisito contributivo può essere valutata la contribuzione versata o accreditata a favore della lavoratrice a qualsiasi titolo: se la lavoratrice è iscritta all’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), è necessario possedere 35 anni di contributi al netto dei periodi di disoccupazione e malattia non integrata.
Non è possibile ottenere l’opzione donna sommando i contributi accreditati in casse diverse, quindi tramite cumulo o totalizzazione. Possono essere utilizzati, invece, i contributi ricongiunti in una cassa, cioè derivanti da un’operazione di ricongiunzione, che normalmente avviene a titolo oneroso.
Come si calcola la pensione con opzione donna?
La pensione con opzione donna è calcolata con il sistema integralmente contributivo: in parole semplici, ai fini del calcolo del trattamento si considerano soltanto i contributi accreditati nell’estratto conto previdenziale, rivalutati, assieme all’età pensionabile. L’età pensionabile influisce sull’assegno grazie ai cosiddetti coefficienti di trasformazione, dei valori espressi in percentuale che crescono all’aumentare dell’età e che servono a convertire il montante contributivo, cioè la somma dei contributi rivalutati, in pensione.
Per approfondire: Come funziona il calcolo contributivo?
Nonostante il ricalcolo interamente contributivo della pensione:
- le lavoratrici madri che scelgono l’opzione donna non hanno diritto alle maggiorazioni dei contributi spettanti in caso di pensione calcolata esclusivamente col sistema contributivo;
- spetta l’integrazione al trattamento minimo.
Quando posso chiedere la pensione opzione donna?
L’attuale pensione con opzione donna può essere domandata, una volta maturati i prescritti requisiti (entro la data del 31 dicembre 2018) quando si vuole. Grazie al principio di cristallizzazione dei requisiti, difatti, anche se successivamente la normativa cambia, il diritto acquisito alla pensione non si perde.
L’istanza può essere presentata attraverso il sito dell’Inps, se la lavoratrice è in possesso delle credenziali (Spid di secondo livello, Pin dispositivo, Cns), seguendo il percorso: Prestazioni e Servizi / Pensione “Opzione donna”/ Accedi al servizio.
Apparirà una pagina col seguente avvertimento: “stai presentando una domanda di pensione di anzianità con calcolo contributivo sperimentale lavoratrici D.L. 4/2019.”
Successivamente, si deve procedere alla compilazione dei dati anagrafici e degli ulteriori campi richiesti per la generalità delle domande di pensione. Per saperne di più: Come compilare la domanda di pensione.
Per quanto riguarda la nuova proroga opzione donna, le domande non possono ancora essere presentate: occorre innanzitutto un intervento legislativo che disponga la proroga, a seguito del quale l’Inps dovrà adeguare i propri servizi e confermarne l’operatività con una circolare.