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Scuse per non andare al lavoro

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Come assentarsi dal lavoro nel rispetto della legge e dei contratti collettivi, le giustificazioni più inflazionate, le scuse più credibili e quelle più incredibili.

«Voglia di lavorare saltami addosso»: se questo modo di dire coincide col tuo stato d’animo al momento, perché hai un disperato bisogno di riposo, starai sicuramente pensando a qualche scusa per assentarti dal lavoro.

A questo proposito, devi sapere che è normale che in determinate giornate ci si senta più stanchi del solito: l’attività lavorativa svolta in modo continuativo, specie quando le mansioni sono usuranti, gravose, monotone o ripetitive, o quando si è costantemente oberati di incarichi, necessita di interruzioni. Proprio per consentire il recupero psicofisico, la legge prevede il diritto, per tutti i lavoratori dipendenti, a 4 settimane di ferie l’anno; i contratti collettivi possono inoltre prevedere ferie aggiuntive, permessi e pause giornaliere.

Pertanto, prima di cercare delle scuse per non andare al lavoro, devi tener presente il tuo diritto a fruire delle ferie e dei permessi. Purtroppo, è anche vero che il dipendente non ha la possibilità di godere di ferie e permessi a suo piacimento, ma deve necessariamente concordare le assenze col datore di lavoro (ne abbiamo parlato in: Chi decide le ferie?).

Il tuo datore di lavoro non ti concede le ferie da tanto tempo? Nonostante sia sanzionabile (delle 4 settimane di ferie maturate ogni anno, è obbligato per legge [1] a concedere almeno 2 settimane durante l’anno di maturazione, e le ulteriori 2 settimane, salvo eccezioni, entro i successivi 18 mesi), non sei comunque autorizzato ad assentarti dal lavoro senza aver prima concordato con lui le giornate di interruzione dell’attività.

Se, però, il tuo stato di salute non è ottimale, a causa del prolungarsi dell’attività lavorativa senza beneficiare di interruzioni, puoi assentarti per malattia: il medico dovrà verificare che le tue condizioni sono tali da determinare un’incapacità lavorativa temporanea, cioè tali da non permetterti di lavorare per un determinato periodo, e dovrà dunque assegnarti le giornate di assenza necessarie alla guarigione. Senza certificato medico, l’assenza per malattia è ingiustificata.

Ma il lavoratore ha modo di assentarsi solo in caso di malattia e nell’ipotesi in cui abbia concordato la fruizione di ferie o permessi? Può assentarsi se capita un imprevisto?

Assenza dal lavoro per imprevisto

Gli imprevisti, o cause di forza maggiore, possono capitare a chiunque: un incidente domestico, un guasto all’auto, un blocco dei mezzi pubblici, a seconda della gravità, possono causare un forte ritardo o, addirittura, obbligare il dipendente ad assentarsi dal lavoro per l’intera giornata.

In questi casi, il lavoratore può essere sanzionato per assenza ingiustificata? Se l’imprevisto coincide con una delle cause di sospensione del rapporto lavorativo previste dalla legge, dai contratti collettivi (anche territoriali e aziendali), oppure dal contratto individuale di lavoro, il dipendente non può essere sanzionato.

È opportuno, per giustificare l’assenza, che il lavoratore avverta tempestivamente l’azienda, o l’amministrazione, e che conservi eventuali prove dell’imprevisto.

Se l’imprevisto non coincide con una delle ragioni giustificative previste dalla legge, dalla contrattazione collettiva o dal contratto individuale, o se il lavoratore non riesce a provarlo, l’assenza del dipendente è ingiustificata e lo espone a un possibile procedimento disciplinare.

Assenza per malattia non diagnosticabile oggettivamente

Mal di testa, sciatalgia, dolori, crisi di panico: si tratta di patologie difficilmente accertabili in modo oggettivo, sia dal medico curante che emette il certificato di malattia, che dal medico dell’Inps che effettua la visita fiscale.

Proprio per questo, sono spesso utilizzate come scuse per non andare al lavoro. Naturalmente, chi si assenta dal lavoro lamentando una falsa patologia commette un illecito, ancorché in possesso del certificato medico, e se scoperto rischia il licenziamento per giusta causa.

Il rischio è tanto più elevato, quanto più frequenti risultano le assenze, specie se a ridosso di ponti o giornate festive o non lavorative.

Scuse più credibili per assentarsi dal lavoro

Abbiamo osservato quali sono le ipotesi in cui le assenze dal lavoro sono consentite, senza esporre il dipendente al rischio di sanzioni disciplinari.

Gli «amanti del rischio» ed i lavoratori scarsamente informati, però, non si preoccupano di verificare se l’assenza sia in concreto giustificabile in base a quanto prevedono la legge e le disposizioni degli accordi collettivi e del contratto individuale: si limitano, invece, ad addurre giustificazioni credibili, confidando nell’elasticità del datore di lavoro, nella speranza che si limiti a decurtare le ore di assenza dai permessi retribuiti spettanti.

Posto, dunque, che al di fuori delle ipotesi consentite dalla legge e dalla contrattazione l’assenza è sanzionabile, e che nulla garantisce che il datore di lavoro si limiti a decurtare le ore di permesso retribuito, quali sono le scuse più credibili per mancare dal lavoro?

Tra le più plausibili, ci sono le scuse legate agli incidenti domestici: un tubo rotto che alla il bagno, il vento che rompe una finestra, la porta d’ingresso scardinata. Queste scuse possono funzionare soltanto se utilizzate con criterio, ossia molto raramente: nessuno crederà che si sia abbattuta una maledizione sulla tua casa!

Sono plausibili anche le scuse legate ai figli: la babysitter in malattia, l’indisponibilità del familiare che di solito si incarica di ritirare i bambini da scuola…Anche queste scuse devono essere utilizzate con criterio: se gli imprevisti sono reali e capitano di frequente, il datore di lavoro non ti giustificherà ma ti considererà soltanto disorganizzato.

Lo stesso vale per le cosiddette «scuse mediche»: se devi recarti a fare una visita, delle terapie o degli esami, devi avvertire il datore di lavoro con congruo anticipo. In alcune ipotesi, le assenze per cure possono essere assimilate alle assenze per malattia. Inoltre, alcuni contratti collettivi prevedono degli appositi permessi per visite mediche.

Le scuse più incredibili per assentarsi dal lavoro

Ed ecco, invece, una rassegna delle scuse più assurde in assoluto, che ti consiglio di non utilizzare mai. Queste scuse sono state riportate nel Carrer Builder’s Annual Study (una ricerca condotta ogni anno da una società americana specializzata nella risoluzione di problemi nella gestione del personale):

  • dopo l’ennesimo litigio con il coniuge, ho dovuto recuperare tutti i vestiti e gli oggetti finiti nella spazzatura;
  • ho dovuto fare una passeggiata in spiaggia per fare incetta di vitamina D come consigliato dal medico;
  • non ho biancheria intima da indossare;
  • l’universo mi ha suggerito una pausa;
  • per sbaglio ho dato fuoco alla divisa mettendola ad asciugare;
  • ho appena messo qualcosa da stufare in forno;
  • mi si sono addormentate le gambe;
  • ho dei calcoli biliari che voglio guarire con la medicina olistica;
  • mi sono svegliato di buon umore e non voglio rovinarlo.

Scuse per non andare al lavoro: chi rischia di più?

Tra chi si assenta dal lavoro con una scusa, rischia di più ovviamente chi presenta una giustificazione assurda: in questi casi, possiamo affermare che la sanzione sia «assicurata».

Chi si assenta con una scusa plausibile rischia comunque, soprattutto se ha l’abitudine di «postare» ogni momento della propria giornata sui social media: sono sempre più frequenti i licenziamenti causati dalle «foto spia» su Facebook, Instagram e altri social.


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