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Pensione di cittadinanza: integrazione dell’assegno contributivo

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Grazie alla nuova pensione di cittadinanza, anche chi ha diritto a un trattamento previdenziale assoggettato al calcolo contributivo potrà ottenere l’integrazione al minimo.

Hai iniziato a lavorare dopo il 1995, oppure ti sei avvalso dell’opzione contributiva? In questi casi, sai che il tuo trattamento di pensione è calcolato col sistema contributivo. Si tratta di un metodo di calcolo solitamente penalizzante: rispetto al sistema retributivo, infatti, il calcolo contributivo dà luogo a un assegno più basso perché si basa non sugli ultimi stipendi o redditi, ma sui versamenti accreditati.

Inoltre, quando la pensione è calcolata con il sistema contributivo non è integrabile al trattamento minimo, che attualmente è pari a 507,42 euro al mese: insomma, non solo hai diritto a un assegno normalmente più basso, ma l’importo dell’assegno non può nemmeno essere integrato.

Per fortuna, però, sta per entrare in vigore una nuova misura, la pensione di cittadinanza: questo nuovo strumento consentirà di integrare tutte le pensioni, anche quelle calcolate col sistema contributivo, sino a un massimo di 780 euro mensili. Si tratta di una cifra più importante dell’integrazione al trattamento minimo, cifra che supera anche la combinazione dell’integrazione al trattamento minimo con le ulteriori maggiorazioni sulla pensione.

Non tutti, però, potranno beneficiare della nuova pensione di cittadinanza, ma il diritto alla nuova prestazione dipenderà sia del reddito del nucleo familiare che dal patrimonio di tutti i componenti della famiglia.

Facciamo allora il punto della situazione  pensione di cittadinanza: integrazione dell’assegno contributivo, come funziona la misura, a quanto ammonta, chi ne ha diritto.

Come funzionerà la pensione di cittadinanza?

La misura della pensione di cittadinanza non è ancora diventata legge, e non se ne conoscono a fondo i dettagli.

La sua funzione, ad ogni modo, è quella di integrare il reddito delle persone al di sotto della soglia di povertà. Ai fini della pensione di cittadinanza, si considera sotto la soglia di povertà chi ha un reddito personale inferiore ai 780 euro mensili (questo parametro è valido per i nuclei familiari con un solo componente): in pratica, la pensione di cittadinanza integrerà la pensione percepita sino ad arrivare a 780 euro al mese.

Ad esempio, se la pensione percepita con il sistema contributivo, quindi non integrabile al minimo, è pari a 400 euro al mese, la pensione di cittadinanza aggiungerà altri 380 euro reddito mensile.

Attenzione, però: non tutti avranno diritto all’integrazione piena sino ai 780 euro mensili di reddito, ma qualcosa verrà tolto a chi non paga l’affitto. Inoltre, ulteriori riduzioni dipenderanno  dal reddito e dal patrimonio del nucleo familiare.

Come funzionerà la pensione di cittadinanza per chi ha la casa?

Chi non è in affitto, ma è proprietario della prima casa, non avrà diritto all’integrazione piena della pensione di cittadinanza, ma questa integrazione sarà ridotta di un importo pari al cosiddetto affitto imputato, che corrisponde a circa 400 euro mensili: in pratica, si riconosce una cifra minore a chi non paga l’affitto, in quanto ha un minor bisogno di ricevere il sussidio,  che è finalizzato anche a pagare il canone di locazione dell’abitazione principale.

Se si possiede una seconda casa, non si è esclusi a priori dalla misura della pensione di cittadinanza: il valore del secondo immobile, però (che potrebbe essere anche un terreno o un box), non può superare i 30mila euro.

Qual è la soglia Isee per ricevere la pensione di cittadinanza?

Per la pensione di cittadinanza sarà inoltre previsto, oltre al reddito mensile, un ulteriore parametro, cioè l’indicatore Isee (indicatore della situazione economica equivalente) del nucleo familiare.

Ancora non sono stati resi noti i parametri Isee necessari per aver diritto al sussidio: entrano nell’indicatore, ad ogni modo, non soltanto tutti redditi di tutti componenti della famiglia, ma anche il loro patrimonio immobiliare e mobiliare (ad esempio libretti, conti corrente, carte prepagate, titoli…).

Come avviene per il Rei, l’attuale reddito d’inclusione, potranno poi essere previsti ulteriori parametri legati al possesso di determinati beni (ad esempio si potrebbe stabilire che non ha diritto al sussidio chi possiede auto nuove superiori a una determinata cilindrata, imbarcazioni, etc.).

Come sarà erogata la pensione di cittadinanza?

La pensione di cittadinanza, probabilmente, sarà erogata su una social card, cioè su una carta acquisti, come previsto per il reddito di cittadinanza.

Non sarà possibile utilizzare il sussidio per acquisti non di prima necessità, ad esempio per il gioco d’azzardo. In ogni caso, le modalità di erogazione della pensione di cittadinanza devono ancora essere definite dall’apposita normativa, della quale a breve si conosceranno tutti i dettagli.


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