
Reddito di cittadinanza: quando arriva, carta acquisti, requisiti Isee, durata massima, offerte di lavoro.
Il reddito di cittadinanza non è un assegno da 780 euro al mese per i furbetti che hanno intenzione di poltrire sul divano, ma consiste in una sorta di social card con la quale si possono acquistare beni e servizi di base e pagare bollette, mutuo e affitto: chi bara sulle condizioni per il diritto al sussidio con false dichiarazioni rischia sino a 6 anni di galera. Non è possibile, per i beneficiari del reddito di cittadinanza, stare in casa a poltrire: le attività da svolgere obbligatoriamente per il proprio comune e le attività di formazione, riqualificazione e ricerca attiva del lavoro non ne danno il tempo. Sono queste le novità emerse dal decreto sul reddito di cittadinanza [1] in merito alla nuova misura, che, come confermato di recente, diventerà pienamente operativa da aprile 2019.
Peraltro, il sussidio è riconosciuto a due fasce di destinatari: per gli over 67, sotto forma di pensione minima di cittadinanza, cioè d’integrazione sino a 780 euro mensili di tutte le pensioni sotto la soglia di povertà, mentre a tutti coloro che si trovano sotto la soglia di povertà ed in età lavorativa spetta il reddito di cittadinanza vero e proprio. Ai cittadini in età lavorativa, in cambio del sussidio mensile di 780 euro, si richiede però la ricerca assidua di un’occupazione, la frequenza di corsi di formazione e orientamento e di 8 ore di lavoro a favore del proprio Comune di residenza, impegno che non è richiesto ai pensionati, ai disabili, a chi già lavora e agli studenti.
Per quanto riguarda la pensione minima di cittadinanza, il sussidio, anche se esposto come un aumento “di fatto” dell’integrazione al trattamento minimo e delle maggiorazioni, è accreditato su carta acquisti, la carta Rdc, e non con un aumento dell’assegno da parte dell’Inps.
L’erogazione degli importi su social card è indispensabile, secondo chi ha ideato la misura, per evitare spese voluttuarie, come il gioco d’azzardo, servendosi del reddito di cittadinanza; in ogni caso, la riforma dei centri per l’impiego, in base a quanto affermato dal Vicepremier Di Maio, dovrebbe trasformare il reddito di cittadinanza, per coloro che si trovano in età lavorativa, in una misura straordinaria, favorendo l’incontro tra domanda e offerta d’impiego ed assicurando realmente il collocamento dei disoccupati.
Ma procediamo per ordine, e facciamo il punto della situazione sul reddito di cittadinanza: novità, come funziona, chi sono i beneficiari, a quanto ammonta, quali sono i requisiti e gli adempimenti richiesti, come ottenerlo.
Che cos’è il reddito di cittadinanza?
Cerchiamo innanzitutto di capire le caratteristiche fondamentali del nuovo reddito di cittadinanza: questo sussidio consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà relativa.
È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente assoggettato al pagamento dell’affitto: questa soglia è diminuita per chi è proprietario dell’abitazione principale e non paga l’affitto, ed è aumentata per chi ha un nucleo familiare con più componenti.
In base a quanto emerge dal decreto in materia, il reddito di cittadinanza non è riconosciuto con un assegno, ma accreditando l’importo spettante in una carta acquisti, la carta Rdc. La carta Rdc consentirà di prelevare, in contanti, sino a 210 euro al mese, di pagare le utenze, di acquistare beni e servizi di base, e di inviare un bonifico per pagare l’affitto o il mutuo.
Come funziona la pensione di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza non interesserà soltanto i lavoratori che si trovano sotto la soglia di povertà, ma anche i pensionati. Nello specifico, tutti coloro che hanno almeno 67 anni di età avranno diritto a un’integrazione della pensione sino a un massimo di 780 euro mensili, se possiedono i requisiti per il sussidio (l’integrazione è più bassa per chi non paga l’affitto). L’attuale integrazione al trattamento minimo, pari a 513 euro mensili, e le ulteriori maggiorazioni, dovrebbero dunque essere incrementate dalla pensione di cittadinanza.
In base alla bozza di decreto in materia, l’integrazione avverrà attraverso l’erogazione dell’importo spettante su una carta acquisti.
A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza ammonta sino a un massimo di 780 euro per ogni persona adulta e disoccupata senza alcun reddito, con affitto o mutuo a carico; per chi ha un reddito sotto soglia, il reddito di cittadinanza integra gli importi percepiti sino ad arrivare a 780 euro al mese. Nello specifico, l’importo del reddito di cittadinanza è determinato da due quote:
- la prima quota, a integrazione del reddito familiare, ammonta a una soglia massima pari a 6mila euro annui, 500 euro al mese (630 euro al mese, 7.560 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza) per il singolo componente; in presenza di più componenti si può arrivare a massimo 12.600 euro, cioè a 1.050 euro al mese (1.323 euro al mese, 15.876 euro annui in caso di pensione di cittadinanza);
- la seconda quota, a integrazione del reddito familiare, è riconosciuta ai nuclei che pagano l’affitto dell’abitazione, ed è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto (150 euro al mese, 1.800 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza);
- la seconda quota è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui, nel caso di nuclei familiari residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato stipulato un contratto di mutuo da un componente della famiglia.
In ogni caso il beneficio economico:
• non può superare la soglia di 9.360 euro annui (780 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con un solo componente,
ridotta del valore del reddito familiare; la misura massima in caso di più componenti può arrivare a 19.656 euro all’anno (1.638 euro al mese, anche se nel concreto risulta minore);
• non può essere inferiore a 480 euro annui (40 euro al mese).
Per ogni componente del nucleo, il reddito aumenta di 0,4 punti se maggiorenne, e di 0,2 punti se minorenne.
Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza risultano, in ogni caso, esentasse.
Reddito di cittadinanza con la carta acquisti
Il reddito di cittadinanza viene riconosciuto, in base a quanto esposto nel decreto pensioni, tramite carta acquisti, che funzionerà in modo simile alla vecchia social card ed alla carta Rei, erogate alle famiglie più bisognose.
Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?
Possono chiedere il reddito di cittadinanza i cittadini maggiorenni che soddisfano le seguenti condizioni:
- si trovano in stato di disoccupazione o risultano inoccupati (cioè hanno perso il posto o non hanno mai lavorato); coloro che hanno presentato le dimissioni sono esclusi dal reddito per un anno, così come i detenuti ed i ricoverati in una struttura a carico dello Stato;
- sono in possesso della cittadinanza italiana o di paesi facenti parte dell’Unione europea, o sono familiari di un titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
- sono residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, in modo continuativo;
- possiedono un Isee del nucleo familiare in corso di validità, inferiore a 9.360 euro;
- possiedono un valore del reddito familiare inferiore a 6 mila euro, per il singolo componente, o a 7.560 euro, in caso di pensione di cittadinanza; l’importo è elevato sino a 9.360 euro per chi paga l’affitto ed è da adeguare col parametro della scala di equivalenza;
- possiedono al massimo due immobili nel nucleo familiare, ma il secondo immobile non deve avere un valore superiore a 30mila euro;
- possiedono un patrimonio mobiliare familiare (conti, carte prepagate, titoli, libretti, partecipazioni…) non superiore a 6mila euro; la soglia è incrementata di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10 mila euro, incrementati di ulteriori mille euro per ogni figlio successivo al secondo; i massimali sono ulteriormente incrementati di 5mila euro per ogni componente con disabilità, come definita a fini Isee, presente nel nucleo;
- nessun componente del nucleo deve possedere autoveicoli immatricolati nei 6 mesi precedenti, o con cilindrata superiore a 1.600 cc e motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati nei 2 anni precedenti, navi o imbarcazioni da diporto; sono esclusi i veicoli adibiti al trasporto di disabili.
Risulta dunque indispensabile essere in possesso della dichiarazione Isee per beneficiare del reddito o della pensione di cittadinanza.
Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto al reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza è compatibile con l’attività lavorativa: nello specifico, se il lavoratore ha un contratto part time, il suo salario viene integrato, attraverso il reddito di cittadinanza, fino ad arrivare a 780 euro al mese.
Naspi e altre prestazioni collegate allo stato di disoccupazione saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili.
Chi percepisce prestazioni di assistenza avrà diritto al reddito di cittadinanza?
Il decreto prevede che, ai fini del reddito di cittadinanza, il reddito familiare è determinato al netto dei trattamenti assistenziali eventualmente inclusi nell’Isee non più in godimento, ed include i trattamenti assistenziali in corso di godimento da parte dei componenti del nucleo familiare, fatta eccezione per le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi, come l’assegno di accompagnamento.
Nel valore dei trattamenti di assistenza non rilevano il pagamento di arretrati, le riduzioni nella compartecipazione al costo dei servizi e le esenzioni e agevolazioni per il pagamento di tributi, i rimborsi di spese sostenute, i buoni servizio o altri titoli che svolgono la funzione di sostituzione di servizi. Non rileva il bonus bebè.
Obbligo di lavorare per chi percepisce il reddito di cittadinanza
In base a quanto previsto dal decreto in materia, il reddito di cittadinanza obbliga il beneficiario non solo a cercare assiduamente un lavoro ed a riqualificarsi, ma anche ad offrire lavoro gratuito per il proprio Comune di residenza.
Le attività lavorative e di riqualificazione impegneranno i beneficiari quasi ogni giorno.
Chi si rifiuterà di lavorare per il proprio Comune perderà il sussidio; il reddito si perderà anche nel caso in cui si rifiutino tre offerte di lavoro congrue, oppure la prima offerta di lavoro, se si percepisce il sussidio di cittadinanza in fase di rinnovo. Per sapere quando un’offerta di lavoro è equa: Offerta di lavoro congrua per il reddito di cittadinanza.
Per quanto riguarda, nello specifico, la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro previste per il beneficiario del reddito, sarà obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):
- iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
- iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
- offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività;
- frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
- effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno;
- comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
- accettare uno dei primi tre lavori congrui che verranno offerti, oppure la prima offerta di lavoro congrua, se si percepisce il sussidio di cittadinanza in fase di rinnovo; in base a un recente emendamento al decreto, la retribuzione deve risultare superiore alla misura massima del reddito di cittadinanza fruibile dal singolo (vale a dire a 780 euro mensili), più il 10%: in parole semplici, l’offerta di lavoro, per essere considerata congrua, deve offrire uno stipendio mensile almeno pari a 858 euro (780 euro +78 euro, il 10%).
Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, avrà comunque diritto all’integrazione del reddito, senza bisogno di partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro.
Per saperne di più: Reddito di cittadinanza, adempimenti.
Per ottenere la pensione di cittadinanza si deve lavorare?
Per ottenere la pensione di cittadinanza non sarà necessario lavorare, in quanto i beneficiari del sostegno sono gli over 67. I beneficiari della pensione di cittadinanza sono esonerati da tutte le misure di politica attiva del lavoro.
Che cosa succede a chi imbroglia?
Se si ottiene il reddito di cittadinanza sulla base di false dichiarazioni, o si lavora in nero, non solo si perderà il sussidio, ma si rischieranno sino a 6 anni di carcere: è stabilito nel decreto in materia di reddito di cittadinanza.
Come si chiede il reddito di cittadinanza?
Il modulo di domanda per il reddito di cittadinanza è stato predisposto dall’Inps e può essere scaricato dal portale web dell’istituto: si tratta del modello SR 180.
Il modulo di domanda deve essere presentato dal richiedente, a partire dal 6 marzo, alle Poste, o presso uno sportello Caf o ancora, telematicamente, attraverso il nuovo portale del reddito di cittadinanza (redditodicittadinanza.gov.it). Si prevede a breve la possibilità di presentare la domanda di reddito di cittadinanza assieme alla dichiarazione Isee, anche online tramite sito web dell’Inps.
Le informazioni contenute nella domanda del reddito di cittadinanza devono essere comunicate dal sito web, dalle Poste o dal Caf all’Inps, entro 10 giorni lavorativi dalla richiesta.
Per il riconoscimento del beneficio, l’Inps deve verificare, entro 5 giorni lavorativi dalla data di comunicazione, il possesso dei requisiti d’accesso. I Comuni, inoltre, devono verificare i requisiti di residenza e di soggiorno e devono comunicare l’esito della verifica.
Una volta accertati i requisiti del reddito, al cittadino è consegnata una carta acquisti (la carta Rdc: si tratta di una prepagata Postepay), che viene ricaricata ogni mese con l’importo del reddito di cittadinanza.