
In quali casi è possibile anticipare la pensione per chi ha problemi di salute: Ape sociale, pensione anticipata precoci, pensione di vecchiaia anticipata, maggiorazione contributiva.
Hai gravi problemi di salute, che rendono lo svolgimento dell’attività lavorativa assai gravoso, e vorresti anticipare la pensione per questo motivo? Devi sapere che, per anticipare la pensione, non è sufficiente avere dei problemi di salute, per quanto gravi, come una malattia cronica o degenerativa: bisogna anche che dalla malattia derivi una riduzione della capacità lavorativa, ossia una determinata percentuale d’invalidità.
Per alcune categorie di lavoratori invalidi, difatti, la legge prevede la possibilità di anticipare la pensione, o di fruire di prestazioni di accompagnamento alla pensione (come l’Ape sociale): l’invalidità deve essere, però, riconosciuta da un’apposita commissione medica (per sapere come fare: Domanda d’invalidità), non basta il certificato del medico curante.
Ma di quali vantaggi possono beneficiare gli invalidi per anticipare la pensione? Come funziona il prepensionamento per motivi di salute?
Vediamo, nel dettaglio, quali sono le tipologie di pensione, e di prestazioni di accompagnamento alla pensione, delle quali possono fruire i lavoratori con invalidità.
Pensione anticipata lavoratori precoci invalidi
In primo luogo, i lavoratori invalidi possono ottenere la pensione anticipata con soli 41 anni di contributi, anziché con 41 anni e 10 mesi di contribuzione (se donne) o con 42 anni e 10 mesi (se uomini), se:
- sono lavoratori precoci, ossia hanno alle spalle almeno 12 mesi di contributi previdenziali da effettivo lavoro versati prima del compimento di 19 anni di età;
- sono iscritti alla previdenza obbligatoria precedentemente al 1996;
- sono iscritti presso una gestione previdenziale amministrata dall’Inps;
- possiedono un’invalidità riconosciuta almeno pari al 74%.
Non solo gli invalidi, comunque, possono beneficiare di questa tipologia di pensione, ma anche altre categorie tutelate: disoccupati di lungo corso, caregiver, addetti ai lavori gravosi o usuranti. Per saperne di più: Pensione lavoratori precoci. Alla pensione si applica un periodo di attesa, detto finestra, pari a 3 mesi, a partire dalla maturazione dell’ultimo requisito.
Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità
I lavoratori dipendenti del settore privato (iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, o a una gestione sostitutiva, sono esclusi i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi), se in possesso di un’invalidità pensionabile almeno pari all’80%, possono beneficiare dell’anticipo della pensione di vecchiaia, se in possesso:
- di un’età minima di 56 anni se donne, 61 anni se uomini;
- di un minimo di 20 anni di contributi (15 anni se beneficiari di una delle deroghe Amato).
Dalla maturazione dell’ultimo requisito sino alla liquidazione della pensione, trascorre un periodo di finestra pari a 12 mesi.
Ape sociale per invalidi
Gli invalidi dal 74% hanno anche diritto all’Ape sociale, o all’anticipo pensionistico a carico dello Stato; questa è una prestazione di accompagnamento alla pensione, una sorta di prepensionamento, che spetta, oltreché agli invalidi, ai lavoratori appartenenti alle stesse categorie beneficiarie della pensione anticipata precoci: disoccupati di lungo corso, caregiver e addetti ai lavori gravosi. Sono esclusi gli addetti ai lavori usuranti ed ai turni notturni, ma sono compresi i disoccupati di lungo corso a seguito di contratto a tempo determinato 8purché possano far valere, complessivamente, 18 mesi di lavoro nei 36 mesi che precedono la domanda di prepensionamento).
Gli invalidi, in particolare, hanno diritto all’Ape sociale se:
- sono in possesso di un’invalidità riconosciuta almeno pari al 74%;
- hanno compiuto 63 anni di età;
- possiedono almeno 30 anni di contributi (accreditati presso le gestioni amministrate dall’Inps); le donne con figli hanno diritto a uno sconto del requisito contributivo pari a 1 anno per ogni figlio, sino a un massimo di 2.
L’Ape sociale è accreditata, come la pensione anticipata precoci, solo a seguito della certificazione del diritto alla prestazione. Per approfondire: Ape sociale 2019.
Maggiorazione dei contributi per gli invalidi
Chi è in possesso di un’invalidità riconosciuta almeno pari al 75% ha diritto a una maggiorazione contributiva: in sostanza, sono riconosciuti 2 mesi di contributi figurativi ogni 12 mesi di effettivo lavoro, a partire dalla data di riconoscimento dell’invalidità in misura pari o superiore al 75%, sino a un massimo di 5 anni.
Assegno ordinario d’invalidità
Chi è in possesso d’invalidità riconosciuta in misura superiore ai 2/3 ha poi diritto, con almeno 5 anni di contribuzione, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio, all’assegno ordinario d’invalidità. L’assegno, calcolato allo stesso modo della pensione, spetta a prescindere dalla gestione previdenziale di appartenenza (dipendenti pubblici, dipendenti di aziende del settore privato, lavoratori autonomi…), purché amministrata dall’Inps.
L’assegno d’invalidità è cumulabile limitatamente con i redditi di lavoro; per approfondire: Assegno ordinario d’invalidità.
Pensione d’inabilità al lavoro
Se all’invalido è riconosciuta una permanente ed assoluta inabilità a qualsiasi attività lavorativa, in presenza di un minimo di 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio, può ottenere la pensione d’inabilità al lavoro.
Questa pensione è calcolata come la generalità delle prestazioni, con l’aggiunta di una maggiorazione sino a 60 anni di età e sino a un massimo di 40 anni di contributi. Per saperne di più: Pensione d’inabilità al lavoro.
Attenzione: questa pensione è totalmente incompatibile con l’attività lavorativa e non va confusa con la pensione per inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro, che spettano ai soli dipendenti pubblici in presenza di 15 o 20 anni di contribuzione.
Pensione d’invalidità civile
Per gli invalidi privi di contributi previdenziali, in presenza di specifici requisiti di reddito, spetta:
- la pensione d’invalidità civile, o assegno di assistenza per invalidi civili parziali, in presenza di un’invalidità almeno pari al 74%;
- la pensione d’inabilità civile, per invalidità riconosciuta pari al 100%.
Ci sono poi delle prestazioni di assistenza specifiche che spettano ai ciechi, ai sordomuti, ai disabili minorenni, ai non autosufficienti. Per l’elenco completo: Invalidità, tutti gli importi delle pensioni.