
È possibile depositare in un conto corrente o in un libretto le somme risparmiate grazie al reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza è un sussidio, ossia una somma che serve per assicurare la “sopravvivenza”: grazie al reddito di cittadinanza, difatti, risulta possibile pagare le utenze, l’affitto, il mutuo, ed acquistare i generi di prima necessità.
Considerando che i limiti di reddito per aver diritto al sussidio sono piuttosto stringenti, e che il sussidio stesso non è particolarmente ricco (può arrivare al massimo a 780 euro al mese, in un nucleo familiare con un solo componente, ed a 1.638 euro al massimo per una famiglia numerosa; è ridotto per chi non paga l’affitto o il mutuo), risparmiare delle somme dal reddito di cittadinanza non risulta sicuramente semplice.
Bisogna tener presente, però, che ci sono delle persone, soprattutto anziani pensionati, che hanno fatto del risparmio il loro stile di vita: non acquistano nulla di superfluo, non mangiano mai fuori casa, setacciano i discount alla ricerca del prezzo più basso in assoluto; c’è addirittura chi si priva del telefono e chi raziona l’elettricità e il riscaldamento, pur di limitare al massimo le spese. Queste persone riescono a mettere da parte qualcosa ogni mese, pur percependo dei redditi veramente esigui. In questi casi il reddito di cittadinanza si può conservare in banca? Per rispondere alla domanda, dobbiamo comprendere meglio come funziona il sussidio e che cosa dispone il decreto in merito.
Si può mettere da parte il reddito di cittadinanza?
Mettere da parte il reddito di cittadinanza potrebbe, innanzitutto, essere un rischio: risparmiare, paradossalmente, potrebbe difatti far perdere il diritto al sussidio.
A questo proposito, bisogna ricordare che il reddito di cittadinanza non spetta se si possiede un patrimonio mobiliare superiore a 6mila euro, ammontare che è aumentato di 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare, sino a 10mila euro; oltre questa soglia, il limite relativo al patrimonio mobiliare è aumentato di mille euro per ogni figlio (dal secondo in su), e di 5mila euro per ogni componente disabile.
Che cosa comprende il patrimonio mobiliare? Nel patrimonio mobiliare sono compresi non solo i conti correnti ed i libretti, ma anche le carte prepagate, le partecipazioni societarie, i depositi, i titoli, le azioni, i buoni fruttiferi.
Può bastare, dunque, avere un minimo di risparmi alle spalle, o un parente generoso che regala dei libretti o dei buoni fruttiferi, per perdere il diritto al reddito di cittadinanza.
Risparmiare e mettere da parte dei soldi, quindi, nella generalità dei casi risulta controproducente.
Che cosa succede a chi mette da parte il reddito di cittadinanza?
Oltre al rischio di superare la soglia di patrimonio massimo consentito, bisogna anche valutare quali sono le conseguenze, nel caso in cui non si spenda tutto il reddito di cittadinanza accreditato nel mese.
Il decreto stabilisce che l’ammontare del sussidio non speso o non prelevato, ad eccezione degli arretrati, è sottratto, nei limiti del 20% del beneficio erogato, nella mensilità successiva a quella in cui il beneficio non è stato interamente speso.
In pratica, chi non spende tutto il reddito di cittadinanza, nel mese successivo subisce un taglio sino al 20% del sussidio.
Accertamenti dell’agenzia delle Entrate
Non dobbiamo dimenticare, poi, che depositare delle somme, anche non molto consistenti, può far scattare gli accertamenti del fisco. La domanda che l’agenzia delle Entrate si pone è la seguente: «Se hai bisogno del sussidio perché non riesci a mantenerti, come mai una volta percepito il reddito di cittadinanza, che non è certamente di ammontare elevato, riesci a mettere da parte dei soldi?».
Mettere da parte dei risparmi nonostante si viva sotto la soglia di povertà potrebbe far dunque scattare un accertamento fiscale, sulla base del presupposto che ci siano dei guadagni in nero.
Come viene riconosciuto il reddito di cittadinanza?
Per evitare il più possibile che il reddito di cittadinanza si presti ad abusi, comunque, il sussidio sarà riconosciuto attraverso una carta acquisti, che consentirà il pagamento delle utenze e delle spese necessarie.
Le spese voluttuarie (superflue), come il gioco d’azzardo, non saranno consentite.
Per quanto riguarda i prelevamenti in contanti, si potranno ritirare, al massimo, 100 euro al mese (il valore è tuttavia da moltiplicare per la scala di equivalenza, ossia dipende dal numero dei componenti del nucleo familiare): se fosse consentito prelevare una cospicua parte del reddito in contanti, difatti, la destinazione delle somme non sarebbe più controllabile, quindi non si potrebbe più sapere in che modo viene speso il sussidio.
Ecco un altro motivo per cui risulterà molto difficile mettere in banca il reddito di cittadinanza: dato che i prelevamenti per contanti saranno fortemente limitati, ed i trasferimenti non saranno consentiti (solo i bonifici per pagare l’affitto o il mutuo), come potrebbe il beneficiario effettuare degli ingenti prelevamenti per accreditare le somme nel suo conto, o inviare un bonifico a sé stesso?
Risulta chiara, ad ogni modo, l’inopportunità di mettere da parte dei soldi, per i percettori del reddito di cittadinanza: oltre alle materiali difficoltà nel destinare le somme ad uno strumento di risparmio, chi è parsimonioso rischia di superare le soglie massime di patrimonio mobiliare che è consentito possedere, rischia il taglio del 20% del sussidio, e rischia anche degli accertamenti da parte del fisco.