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Isopensione: anticipo di 7 anni nell’uscita dal lavoro

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Prepensionamento fino a 7 anni prima per i beneficiari dell’indennità di accompagnamento alla pensione: chi ne ha diritto e come richiederla.

Nonostante la riforma delle pensioni Monti- Fornero [1] abbia notevolmente inasprito i requisiti per il pensionamento, la successiva legge di riforma del mercato del lavoro [2] ha introdotto uno strumento che consente, di regola, un anticipo della pensione di 4 anni, ora aumentato sino a 7 anni: si tratta dell’isopensione. In particolare, è possibile ottenere, grazie all’isopensione, un anticipo di 7 anni nell’uscita dal lavoro, qualora il rapporto cessi entro il 30 novembre 2023.

Attenzione: l’isopensione non è un vero e proprio trattamento pensionistico, come la pensione anticipata o di vecchiaia, ma è un’indennità che accompagna il lavoratore, di norma, sino alla decorrenza della pensione ordinaria.

Quest’indennità a sostegno del reddito è liquidata allo stesso modo della pensione, ma è calcolata alla data di uscita dal lavoro: al momento del pensionamento, è comunque liquidato il trattamento pensionistico, considerando anche la contribuzione correlata, a carico del datore di lavoro, accreditata per il periodo di prepensionamento o scivolo.

Chi ha diritto all’isopensione?

Non tutti i lavoratori possono beneficiare dell’isopensione, ma soltanto coloro:

  • che sono dipendenti da aziende che occupano in media un numero maggiore di 15 lavoratori;
  • ai quali non manchino più di 7 anni dalla decorrenza della pensione anticipata ordinaria o di vecchiaia ordinaria.

Ricordiamo che per ottenere la pensione di vecchiaia ordinaria è necessario aver compiuto i 67 anni di età e possedere almeno 20 anni di contributi (per i lavoratori privi di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995, è anche necessario che la pensione sia almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale). Per ottenere la pensione anticipata ordinaria, invece, sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne; la pensione è liquidata previa attesa di una finestra pari a 3 mesi.

Per perfezionare i requisiti contributivi sono utili anche i periodi lavorati all’estero, in Paesi ai quali si applica la regolamentazione comunitaria in materia di sicurezza sociale e in Paesi legati all’Italia da convenzioni bilaterali di sicurezza sociale.

I periodi di lavoro autonomo accreditati presso le gestioni speciali dell’Inps (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri, coloni) sono valutati ai fini dell’accesso all’isopensione, ma l’interessato perfeziona i requisiti per il diritto alla prestazione con i requisiti previsti per tali gestioni (ora unificati con i requisiti previsti presso la generalità delle gestioni amministrate dall’Inps).

I requisiti sono verificati dall’Inps e costituiscono la condizione per la validità della cessazione del rapporto di lavoro.

In ogni caso, il lavoratore non deve essere già titolare dell’assegno ordinario di invalidità o di un equivalente trattamento per invalidità o inabilità.

Quando si può richiedere l’isopensione?

L’isopensione non può essere attivata autonomamente dal lavoratore, ma può essere riconosciuta solo:

  • nell’ambito di un accordo tra il datore di lavoro e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale;
  • finalizzato a prevedere degli incentivi per l’esodo dei lavoratori più anziani, cioè coloro che raggiungeranno i requisiti minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei 7 anni successivi alla cessazione dal rapporto di lavoro.

La misura deve essere garantita dal datore di lavoro con una fideiussione bancaria.

A quanto ammonta l’Isopensione?

L’isopensione è un’indennità corrisposta dall’Inps, ma coperta dal datore di lavoro, che versa una provvista mensile.

La prestazione è di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, al momento dell’uscita dal lavoro.

L’indennità decorre dal mese successivo alla cessazione del rapporto di lavoro ed è erogata per 13 mensilità. Inoltre, chi percepisce l’indennità:

  • non ha diritto alla perequazione automatica, cioè alla rivalutazione Istat del trattamento;
  • non ha diritto agli assegni per il nucleo familiare;
  • sconta la tassazione ordinaria sull’isopensione;
  • non può subire trattenute sull’isopensione per il pagamento di oneri.

Spettano i contributi Inps durante il prepensionamento?

Relativamente al periodo di spettanza dell’isopensione, il datore di lavoro deve impegnarsi a corrispondere all’Inps anche la contribuzione correlata al periodo di prepensionamento, fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento di vecchiaia o anticipata.

La contribuzione correlata è pari:

  • all’aliquota di finanziamento della gestione interessata (33% per la generalità degli iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti);
  • applicata sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi 2 anni;
  • comprensiva degli elementi continuativi e non continuativi e delle mensilità aggiuntive (coincide, in pratica, con la retribuzione imponibile esposta in Uniemens);
  • divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per 4,33 (per essere ragguagliata a mese).

Valgono regole di calcolo particolari per i dipendenti in regime di part time [3].

Domanda di isopensione

Da parte del datore di lavoro deve essere presentata all’Inps la domanda telematica di isopensione, per ciascun lavoratore. È difatti possibile inviare le domande di esodo, anche in forma massiva, nonché scaricare la relativa lettera di certificazione, dal sito dell’Istituto attraverso la propria area personale.

Qualora l’interessato, prepensionato, dovesse trovare un nuovo lavoro, i relativi redditi sono compatibili con l’isopensione e il datore di lavoro non deve cessare di corrispondere il dovuto.

Isopensione e Naspi

L’isopensione è alternativa all’indennità di disoccupazione Naspi. Le cessazioni per isopensione, tra l’altro, sono esonerate dal versamento del cosiddetto ticket di licenziamento [4].

Isopensione e Quota 100

Anche se l’isopensione accompagna il lavoratore sino alla pensione di vecchiaia o anticipata ordinaria, il titolare di isopensione che può beneficiare della pensione anticipata quota 100 può richiedere il trattamento, alla maturazione dei requisiti previsti [5].

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