
Allo studio una soluzione per rendere sostenibile la quota 100: maturazione dei requisiti per l’uscita dal lavoro due anni prima delle finestre.
La quota 100 potrebbe essere sostituita dalla quota 104, per rendere la misura più sostenibile a livello economico, diminuendo il numero dei lavoratori in uscita: il nuovo strumento attualmente allo studio è stato ipotizzato da Alberto Brambilla, consulente di Salvini in materia di pensioni, e potrebbe prendere il posto, nel pacchetto previdenza, delle attuali disposizioni sul pensionamento con quota 100.
Ma in che cosa consiste la pensione quota 104? Chi pensa a una “fusione” tra i benefici della quota 100 e quelli della legge 104 è fuori strada: non si tratta, infatti, di un abbinamento della nuova pensione anticipata con le agevolazioni per i disabili, ma semplicemente di un inasprimento dei requisiti per la quota 100, finalizzato a restringere la platea degli interessati alla misura.
L’obiettivo principale della quota 104, in particolare, è evitare che l’Inps riceva, sin dai primi mesi del 2019, 300mila domande di pensione (tale risulta, al momento, la stima dei potenziali interessati all’uscita dal lavoro con quota 100). Secondo Brambilla, diminuire i pensionamenti è possibile, ma solo rimodulando la quota 100. Nello specifico, i requisiti per la quota 100 resterebbero gli stessi, ossia una quota (somma di età e anni di contributi) almeno pari a 100, un’età minima di 62 anni ed una contribuzione minima pari a 38 anni: cambierebbe, però, la data entro la quale i requisiti per la pensione devono risultare maturati. Ma procediamo per ordine, e cerchiamo di capire meglio.
Quando si raggiunge la quota 100?
La pensione quota 100 si raggiunge quando la quota dell’interessato è pari o superiore a 100. La quota è il risultato della somma dell’età pensionabile del lavoratore e degli anni di contributi posseduti: non si tratta di una novità assoluta, in quanto, prima che entrasse in vigore la legge Fornero, era possibile ottenere la pensione di anzianità (ora abolita e sostituita dalla pensione anticipata) con le quote.
Quali sono l’età e gli anni di contributi minimi per la quota 100?
La pensione anticipata quota 100 richiede, per uscire dal lavoro, un’età minima di 62 anni, ed una contribuzione minima pari a 38 anni. In buona sostanza, anche se si raggiunge la quota 100, non ci si potrà pensionare se l’età non sarà almeno pari a 62 anni e gli anni di contributi almeno pari a 38. In questo modo, la quota 100 diventa quota 101 per chi ha 63 anni, quota 102 per chi ne ha 64, quota 103 per chi ne ha 65 e quota 104 per chi ne ha 66.
Come funzionerà la quota 104?
Veniamo ora alla nuova ipotesi della quota 104; abbiamo detto che i requisiti previsti per la quota 100 non saranno cambiati: come mai allora si parla di quota 104 e non di quota 100?
Secondo Brambilla, la strada per garantire il pensionamento anticipato con quota 100 senza impattare eccessivamente sui conti pubblici (il Governo deve recuperare almeno 7 miliardi di euro per ridurre il deficit ed evitare la procedura d’infrazione dell’Unione Europea), è prevedere ulteriori “paletti” relativi al nuovo pensionamento.
Nel dettaglio, oltre alle finestre di uscita, che già di per sé ritardano l’accesso alla pensione, potrebbe essere prevista la maturazione dei requisiti in una data anteriore rispetto a quella di apertura delle finestre.
La quota 100 potrebbe innanzitutto essere aperta soltanto ai lavoratori che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2018: non tutti i lavoratori, poi, potrebbero pensionarsi con la prima finestra di accesso, prevista a marzo- aprile 2019, ma soltanto coloro che hanno raggiunto i requisiti per quota 100 due anni prima.
Considerando che i requisiti minimi previsti per la quota 100 sono 62 anni d’età più 38 anni di contributi, averli maturati due anni prima comporta il possesso, al momento dell’accesso alla pensione, della quota 104, ossia di 64 anni di età più 40 anni di contributi.
Le finestre di accesso per la quota 104
Come appena osservato, con la riformulazione della quota 100, per l’accesso alla finestra di marzo-aprile 2019, sarà necessario aver maturato i requisiti per la nuova misura due anni prima, quindi in pratica si potrà uscire con la quota 104.
Per chi ha raggiunto i requisiti della quota 100 da almeno 18 mesi, invece, ci sarà una seconda finestra di accesso in estate, che si aprirà con tutta probabilità nel mese di luglio 2019; sono poi previste altre finestre di accesso tra il 2019 e il 2020 (per la precisione, nel mese di ottobre 2019 e gennaio 2020), che permetteranno a tutti coloro che maturano i requisiti per quota 100 entro il 31 dicembre 2018 di andare in pensione in anticipo nel giro di due anni.
Come funzionano le finestre per la pensione?
Per capire meglio, ricordiamo come funzionano le finestre per i pensionamenti. La finestra per la pensione è il periodo di tempo che trascorre tra la data di maturazione dei requisiti per il trattamento e la liquidazione dell’assegno da parte dell’ente pensionistico.
Se i requisiti stabiliti per la pensione, da soddisfare contemporaneamente, sono differenti (ad esempio è stabilito sia un requisito d’età che contributivo, come avviene per la quota 100), nella generalità dei casi la finestra inizia a trascorrere a partire dalla maturazione dell’ultimo requisito, cioè dal requisito necessario al trattamento raggiunto più recentemente. Questo succede con le finestre mobili, attualmente in vigore per alcune tipologie di pensione.
Con le finestre fisse, invece, ci si può pensionare all’apertura della finestra successiva rispetto alla data di maturazione di tutti i requisiti. Se, ad esempio, l’ultimo requisito si matura in data 20 dicembre, e la finestra fissa si apre il 1° gennaio, ci si pensiona il 1° gennaio.
Quota 103 dal 2021
Tornando alla quota 100, in base a quanto reso noto di recente la misura non sarà più strutturale, ma provvisoria: in particolare, dovrebbe essere operativa per 3 anni.
Trascorso il triennio, dovrebbe lasciar spazio alla pensione anticipata con 41 anni di contributi. In base alle ipotesi più recenti, però, la pensione anticipata quota 41 sarebbe un intervento difficilmente sostenibile, che potrebbe essere sostituito dalla pensione con quota 103, con un minimo di 64 anni di età e 39 di contribuzione.
Se la nuova previsione della quota 104 dovesse essere applicata, in ogni caso, il risparmio per le casse pubbliche sarebbe notevole: il costo sarebbe pari a 3,9 miliardi all’anno nei primi 5 anni, con un picco di spesa nel 2020 pari a circa 5,3 miliardi di euro.