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Assegni familiari 2021

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Rivalutate, per il 2021, le soglie di reddito per il diritto agli assegni familiari spettanti ai lavoratori autonomi e per le quote di maggiorazione della pensione.

Con una nuova circolare [1], l’Inps informa che dal 1° gennaio 2021 sono rivalutati sia i limiti di reddito per il diritto agli assegni familiari e alle quote di maggiorazione della pensione, sia i limiti di reddito mensili per l’accertamento del carico.

Ricordiamo che gli assegni familiari spettano agli esclusi dalla normativa sull’assegno per il nucleo familiare Anf, cioè ai coltivatori diretti, coloni, mezzadri ed ai piccoli coltivatori diretti; le quote di maggiorazione della pensione spettano ai pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi Inps (artigiani, commercianti, coltivatori, coloni e mezzadri).

Gli importi delle prestazioni sono i seguenti:

  • 8,18 euro mensili spettanti ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri per i figli ed equiparati;
  • 10,21 euro mensili spettanti ai pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi e ai piccoli coltivatori diretti per il coniuge e i figli ed equiparati;
  • 1,21 euro mensili spettanti ai piccoli coltivatori diretti per i genitori ed equiparati.

Per il diritto agli assegni familiari e alle quote di maggiorazione delle pensioni da lavoro autonomo, i limiti di reddito familiare da considerare sono rivalutati ogni anno in base al tasso d’inflazione programmato, che per il 2020 è risultato pari allo 0,8%.

Sono conseguentemente state aggiornate le tabelle relative alle soglie reddituali da applicare [2].

Anche le procedure di calcolo delle pensioni sono state aggiornate in conformità ai nuovi limiti di reddito.

Le soglie reddituali mensili da considerare ai fini dell’accertamento del carico, cioè della non autosufficienza economica, ai fini del diritto agli assegni familiari risultano le seguenti, per tutto l’anno 2021:

  • 726,11 euro per il coniuge, per un genitore, per ciascun figlio o equiparato;
  • 1.270,69 euro per due genitori ed equiparati.

I nuovi limiti di reddito valgono anche in caso di richiesta di assegni familiari per fratelli, sorelle e nipoti.

Assegni per il nucleo familiare 2020-2021

Gli assegni familiari per i lavoratori autonomi non vanno confusi con l’assegno per il nucleo familiare Anf spettante ai dipendenti ed agli iscritti presso la gestione Separata Inps. Per conoscere gli importi di queste prestazioni, validi dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021, leggi l’articolo: Anf, quanto spetta.

È importante non fare confusione anche:

  • con l’assegno mensile per il nucleo familiare erogato dai Comuni, che nelle ipotesi in cui spetta in misura intera ammonta a 145,14 euro; questo beneficio è riconosciuto se l’Isee è non superiore a 8.788,99 euro;
  • con l’assegno mensile di maternità, pari, nei casi in cui spetta in misura intera, a 348,12 euro per cinque mensilità (per complessivi 1.740,60 euro); il valore dell’Isee, per il diritto al beneficio, non deve essere superiore a 17.416,66 euro (i valori si riferiscono al 2020 e 2021).

Assegni per il nucleo familiare: beneficiari di cassaintegrazione

I dipendenti che percepiscono i trattamenti di integrazione salariale direttamente dall’Inps devono produrre domanda di assegno per il nucleo familiare (Anf Dip), come gli altri lavoratori. Lo ha chiarito l’Inps, con un recente messaggio [3].

La procedura telematica Anf/ Dip consente di calcolare gli importi giornalieri e mensili teoricamente spettanti al richiedente in base alla tipologia, al numero dei componenti e al reddito complessivo del nucleo familiare, nel periodo di riferimento. Questa procedura va seguita anche quando è l’Inps a liquidare direttamente ai lavoratori i trattamenti di cassaintegrazione. L’importo teoricamente spettante ai lavoratori, calcolato dall’Inps e reso disponibile online sul sito, deve essere riparametrato dal datore di lavoro e indicato nei modelli Sr41 o Sr43, in base alle ore e alle giornate di integrazione salariale richieste. In caso di incoerenza (riscontrabile direttamente dalla procedura telematica), l’Inps può pagare solo la cassaintegrazione, escludendo il pagamento dell’Anf in attesa di chiarimenti.

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